Beh, oddio... Ci sono diversi studi che provano a dimostrare gli effetti degli eventi stratosferici estremi sul nord emisfero e mi pare che qualcosa di buono lo portino .
C'è un interessante articolo, di Charlton e Polvani del 2007, che prova a fare un po' di chiarezza sui SSW (displacement e split):
http://www.columbia.edu/~lmp/paps/ch...JCLIM-2007.pdf
Se ho capito bene dal paper, i sudden stratospheric warming, per poter essere definiti tali, devono essere caratterizzati da:
- inversione dei venti zonali a 10 hpa e 60 °N, passando da occidentali a orientali;
- i medesimi venti (orientali) devono tornare alla direzione "originale" ovest-est per almeno 10 giorni consecutivi entro il 30 aprile: se così non fosse, l'evento preso in esame viene considerato Final Warming;
- il gradiente medio di temperatura tra i 60 °N e i 90 °N deve essere positivo;
Nel paper in questione, sono stati presi in esame tutti gli eventi stratosferici estremi dal 1958 al 2002, sia dall'archivio NCEP-NCAR che dal dataset ERA-40 (ECMWF) e riportati nelle due colonne della tabella seguente:
SSW.jpg
Nella terza, quarta e quinta colonna invece è specificato di che tipo di evento si tratta (displacement o split) per un dataset o per l'altro.
Da tale tabella, si può evincere che:
- dal 1957 al 2002 sono occorsi 31 SSW;
- I SSW, pertanto, occorrono con una frequenza media di circa 0.62 eventi all'anno;
- I SSW di tipo split occorrono circa nel 46% dei casi;
- I SSW di tipo split occorrono con maggiore frequenza a gennaio e febbraio, mentre per i displacement con c'è una prevalenza stagionale:
SSW1.jpg
Passando invece alle conseguenze che tali eventi provocano, dallo stesso paper si possono analizzare gli impatti sui:
1) Venti zonali;
2) Effetti troposferici;
Per quanto riguarda i venti zonali, qua di seguito sono riportate le anomalie medie dei venti zonali per gli eventi "displacement" (1a riga), eventi "split" (2a riga) e differenza tra "displacement" e "split" (3a riga, in grigio le zone con maggiori differenze):
SSW2.jpg
Dall'analisi dell'immagine (aiutandosi anche con la documentazione del paper) si vede come, precedentemente agli eventi di tipo split, pare ci sia una evidente anomalia positiva dei venti zonali centrata in prossimità del 70°N: ciò potrebbe far pensare ad una sorta di precondizionamento (o evento premonitore) ad un SSW di tipo "split" che invece non sarebbe presente nei SSW di tipo "displacement".
Inoltre, dall'ultima colonna dell'immagine precedente, si deduce che le anomalie negative dei venti si estendono a latitudini più basse nel caso di eventi di tipo "split" (zone grigie nell'ultima immagine in basso a destra).
E' stato altresì fatto notare nel paper come i SSW di tipo "split" pare siano caratteristici degli inverni in cui è presente un flusso zonale molto forte e teso per gran parte dell'inverno.
Per quanto riguarda gli impatti troposferici, è rappresentata qua di seguito la media delle anomalie di geopotenziale a 1000hpa a 60 giorni dall'evento centrale: nella prima colonna troviamo la media delle anomalie tra gli eventi displacement (1° immagine), nella seconda la media delle anomalie per gli eventi split (2° immagine), nella terza invece le differenze tra i displacement e split:
SSW3.jpg
Da ciò, si deduce che a seguito di un SSW di tipo "displacement" le anomalie negative più evidenti si concentrano in atlantico, mentre dopo un SSW di tipo "split" le anomalie negative di geopotenziale sono distribuite in maniera più omogenea su tutto il mediterraneo centro meridionale e la zona euro asiatica (laddove, a seguito di un "displacement", erano presenti anomalie positive).
Una cosa che viene evidenziata nel paper è che, in presenza di un SSW di tipo "split", sono state riscontrate persistenti anomalie positive di pressione in zona pacifica sino a 60 giorni prima dell'evento: nella figura "b" dell'immagine precedente è rappresentata dal quel cerchio rosso più piccolo situato a nord rispetto alla grossa anomalia scandinava.
Insomma, se accadesse un evento SSW Major potremmo beneficiarne anche noi, il problema, secondo me e dopo aver letto un po' il paper, è che rischiamo di andare ben oltre il "tempo limite" da noi auspicato.
Magari eravate già a conoscenza del paper, se ho tradotto male si accettano critiche, suggerimenti, precisazioni
Il "solo" piccolo problema è che si tratta di carte a 370 ore, stando alle carte avremmo dovuto avere almeno un paio si split ogni inverno negli ultimi anni...
Mi fermerei alle 240 ore degli aggiornamenti odierni di ECMWF, con forte riscaldamento a 10 hPa, quasi-inversione dei venti zonali, ma dinamica solo ed esclusivamente a un'onda, vale a dire al massimo un displacement che, così come è visto, non dovrebbe portare grosse novità per i nostri orticelli.
... e poi ti vanno a chiedere "Fabio che ne pensi di questo evento estremo di stratwarming che stanno prospettando?"... perchè c'è gente in giro pseudo-meteorologa o come la vogliamo chiamare che va strombazzando cose che neppure sa cosa significano come un evento già bello in tasca...
Siamo messi male...
Intanto, per tornare in topic... inversione dei venti zonali in alta stratosfera... il disturbo è tale da portare almeno a quelle quote un evento abbastanza intenso ma dubito che si propagherà verso il basso viste le anomalie ancora presenti nella media stratosfera sia dal punto di vista termico che zonali. Il disturbo, è bene ricordarlo, è a carico della sola prima onda quindi il displacement è l'unica via di assorbimento del disturbo piuttosto che altri affascinanti strombazzati metodi...
ecmwf1f240.gif
nessuna convergenza dei flussi verso il polo per ora, neanche nel picco del flusso di calore di EPV:
fluxes.gif
Quindi, per riassumere, ottimo episodio... difficile propagazione verso i piani inferiori e probabile displacement del vp con dislocazione del core nell'artico europeo:
ecmwf30f240.gif
ne consegue un ulteriore incremento di vorticità e dei getti in uscita dal continente americano con conseguente approfondimento a tutte le quote del core canadese/islandese e abbassamento moderato del getto polare.
Tra il 7 ed il 15 quindi ci possiamo aspettare passaggi perturbati di origine atlantica in un contesto mite o molto mite specie al centrosud ma con il ritorno delle precipitazioni al Nord e sulle zone tirreniche e la neve a quote medie sulle Alpi ed Appennini...
Rnaanh2161.gifRnaanh3841.gif
Rnaanh2162.gifRnaanh3842.gif
Rtavn24018.gif
Naturalmente è inutile ricordarvi quanto potrebbe corrispondere l'EA messi così
Ultima modifica di fabio.campanella; 30/01/2016 alle 10:44
Bah Fabio beato te che hai tutte ste certezze, detto che dal grafico che hai postato io vedo inversione dei venti zonali e che le proiezioni strato stanno ballando moltissimo oltre le 192 h.....che poi il peggioramento del periodo 8/15 gennaio possa essere mite, arribah. ...molto probabile che si sviluppi (non si capisce ancora come) come impulsi polari marittimi in un contesto termico normale per il periodo.
Ciao Marco, non ho certezze, ho solo interpretato le carte e permettimi, un displacement posto in questa maniera penso non potrà che far convergere il tutto in una evoluzione simile a quella prospettata.
Non sono molto ottimista per il mese di febbraio... poi c'è marzo, e lì magari, quando il trottolone si darà una calmata, tutto il gradiente termico accumulato in atlantico e con relativo rilassamento ed espansione del vp potrà portare qualche refolo invernale a spasso per l'Intera penisola... vedremo...
Stazione meteo Davis Vantage Pro2
Dati Valdobbiadene (fraz. S.Pietro di Barbozza) http://valdobbiadene.altervista.org
Rete Stazioni Meteonetwork: http://my.meteonetwork.it/station/vnt201
Un occhio alla QBO ce lo butterei.
Interessanti gli ultimi aggiornamenti che vedono una variazione importante verso il basso, pur matendendo un valore intorno a 4.
Potrebbe essere decisiva al fine di evitare che il VPS di risposta al disturbo si ricompatti in sede groenlandese.
a49.jpg
fluxes.gif
la possibilità di inversione c'è. tra una decina di gg circa e altri 10 circa per riflessioni eventuali in tropo. così eh, pour parler.
Si vis pacem, para bellum.
caro Fabio, prima di tutto ti saluto con affetto, ricordo i tempi di MM e MS.
Circa le dinamiche successive ai pannelli di ECMWF/DWD, credo ci sia ancora molta incertezza.
In questo caso parliamo di pannelli che non superano le 240 ore, momento in cui la forzante calda raggiunge il suo apice di intensità: quanto avverrà dopo, secondo me, non è ancora di facile lettura.
Già a quella distanza temporale, ci sono differenze importanti con i pannelli di GFS (soprattutto a livello termico, meno nelle dinamiche).
Il modello americano ieri con le stesse termiche di Reading proponeva una maggiore irruenza del warming ed un abbozzo di split.
Oggi, invece, velocizza le dinamiche di convergenza del warming (riscaldamento meno accentuato) ma con effetti ridotti al core barico del VPS. Partita ancora aperta direi
diffevera.jpgdiffe2.jpg
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