Senza entrare in dettagli, per i quali ( come Luca ) altri possono spiegare meglio di me, concordo anche io in una seconda decade di Marzo che, con un' elevazione dell' Azzorriano, potrebbe rivelarsi molto dinamica ( non che adesso non lo sia ) e con un JS che potrebbe regalarci qualche momento interessante, diciamo, tra fine 2a e 3a decade di Marzo.
Sono solo ipotesi personali.
Grazie per le risposte! secondo me sarà anche interessante vedere come si comporterà una troposfera "iperenergetica e "ipercalorica" come mai si è vista finora...
Ti ha risposto correttamente Daniele per quanto concerne la propagazione in troposfera di una dinamica Major di tipo split ( se tale verrà confermata).
Gli effetti spalmati a livello emisferico sono proprio quelli ovvero un crollo del gradiente polo/equatore e pertanto la tendenza ad enfatizzare gli scambi meridiani delle masse d'aria.
Da lì in avanti non è agevole fare pronostici che per poter inquadrare maggiormente la situazione in ottica previsionale dovrebbe ricevere maggiori contributi deterministici.
In soldoni non basta un MW per poter prevedere un evento freddo fuori stagione in ambito europeo o mediterraneo.
La cosa verosimile è che, a seguito dell'ESE warm ci si possa trovare di fronte a masse artiche trasportate fino alle medie latitudini e che tra i bersagli possibili.....
Avremo idee un po' più chiare nel momento in cui il disturbo strato si consolidasse in troposfera e direi grossomodo a partire dalla 3a decade di marzo.
Matteo
ne approfitto anch'io (mi scuserete) per un'ulteriore domanda...ma l'eventuale final major warming potrebbe avere effetti "troposferici" anche relativamente alla stagione estiva, quantomeno alla sua prima parte?
Usando il condizionale e tenendo sempre presente il fatto che si stanno operando speculazioni ad ampio raggio (diciamo su scala emisferica) ti rispondo che qualsiasi input è in grado di produrre un effetto prolungato a meno che non vi siano forzanti particolarmente incisive e tali da smorzarne il segnale.
In questo caso un FMW presenta come tutti i Major W. la caratteristica di portare ad un consistente indebolimento del gradiente termico / barico polo-equatore dato dal fatto che comporta un'intensa intrusione di aria calda e quindi un aumento pressorio nelle regioni polari.
Si aggiunge in più il fatto che il fenomeno avviene in una fase stagionale nella quale si è invertito già da parecchio il bilancio radiativo.
In questa fase il ricompattamento delle masse artiche e la loro ricomposizione è assai più lenta e limitata agli strati più bassi della stratosfera e della troposfera e in modo tale che gli stessi piani interagiscono in maniera limitata.
La risoluzione in stratosfera degli effetti di un MMW split invernale avviene in tempi relativamente rapidi anche se poi gli strascichi perdurano di più in troposfera mentre un Major Warming primaverile rischia di essere una dinamica meno esplosiva da un lato ma dall'altro a "lento rilascio".
Non mi sento quindi di escludere il fatto che uno sconquasso stratosferico tardivo di questo tipo possa incidere sull'amplificazione degli scambi meridiani rispetto la circolazione zonale.
Vedremo
Matteo
grazie per la spiegazione esaustiva Mat
Analizzando la statistica dagli archivi dell'università di Berlino emergono parecchi Final Major Warming nel mese di marzo tra 50 e la fine degli anni 80, ben 10 episodi mentre non si è mai verificato un Major Warming a marzo che non sia poi risultato anche Final. L'ultimo FMW risale però a ben 28 anni fa (1988) e da quell'anno abbiamo avuto solamente 5 Final Warming Early.
L'elemento che più colpisce è l'incidenza dei FMW di tipo split, solo gli ultimi 2 esempi (86 e 88) hanno visto la completa frattura del VPS mentre negli altri 8 casi si è trattato di displacement. Capite bene che, in caso di conferma dei forecast attuali, ci troviamo di fronte ad un fenomeno capitato solamente 2 volte negli ultimi 60 anni, la statistica quindi non può esserci di grande aiuto nel prevedere gli effetti di tale configurazione.
Ci troviamo in un'epoca climatica decisamente diversa rispetto agli anni 80 ma volendo analizzare i soli 2 anni che hanno visto un'evoluzione stratosferica simile a quella rappresentata dai modelli attuali, senza addentrarci troppo sugli effetti in questa o quella zona, balza agli occhi la chiara propensione agli scambi meridiani in tutto l'emisfero per la seconda parte della primavera
meridional wind apr to may 1988,1986.png
Configurazione votata ad avere un getto ondulato che si è protratta anche ad inizio della stagione calda
meridional wind jun 1988,1986.png
P.s. Il 1988 ebbe una disposizione dei centri di vorticità in stratosfera simile a quella prevista, ad ora, per quest'anno
Quindi in effetti oltre il tempo massimo consentito anche per le menti con l'immaginazione più fervida... In ogni caso Mat, penso che dobbiamo tenere in conto lo stato termico dell'atmosfera del NH che quest'anno sopravanza di un valore quasi doppio di anomalia rispetto a qualsiasi valore mai raggiunto in passato per questo periodo stagionale. .. Non è un elemento da trascurare perchè di fatto si sono spostate le fasce climatiche latitudinali ed è come se ci trovassimo a Tunisi anzichè in Italia... Per ora le code dei GM vedono proprio questo (didatticamente parlando), in particolare dopo la rimonta anticiclonica la differenza termica nelle masse d'aria è tale che nella maggior parte dei casi l'aria fredda non riesce a sfondare nel mediterraneo. Mi scuso per il parziale OT.
Questo certamente non è un dato da trascurare.
Di calore nell'atmosfera non ce n'è poco
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Matteo
Quando, qualche giorno fa, scrivevo di una disposizione, specie in bassa strato, che mi avrebbe fatto pensare ad un colpo di coda invernale nella seconda metà del mese, mi riferivo ad un'evoluzione del genere
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Direi che le possibilità di avere un periodo dai connotati invernali sono in aumento, ora è il momento di affidarsi al determinismo
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