La dinamica propagativa di un cooling stratosferico verso i piani della troposfera si annuncia attraverso una decisa ripartenza dei flussi di calore prima del touch down dell'ESE in troposfera.
Questo avviene in quanto la propagazione prevede dapprima un innalzamento della tropopausa polare e un suo successivo abbassamento.
Va da sé che la perturbazione dell'equilibrio verticale (idrostatico) è piuttosto repentina e da qui l'attivazione dell'e.p. flux.
E' intuibile che maggiori siano le anomalìe troposferiche preesistenti in grado di perturbare il vpt , maggiori saranno le difficoltà da parte dell'ese di condizionare la troposfera anche a ragione del rallentamento che lo stesso subisce nel momento in cui richiama a sé maggiori flussi di aria calda.
L'eventuale mancata capacità poi da parte del touch down dell'ESE di ricompattare il vpt, è motivo di nuovi attriti che attivano a loro volta nuovi flussi verticali di calore.
L'evidenza sta nel monitorare i flussi di calore che, in caso che l'ESE produca l'effetto condizionante, si azzerano praticamente nel momento del touch down e restano tali per alcuni giorni mentre nel caso contrario tendono rapidamente a riattivarsi e rinforzare.
Può avere ad esempio una certa importanza predittiva lo status della NAO (ancora prima che dell'AO index) anteriormente alla discesa dell'ESE cold.
Matteo
oh oh
Direi che stiamo entrando nel momento topico, la dinamica di ripartenza dei flussi di calore a seguito dell'approfondimento del VPS è cosa piuttosto usuale, occorre però che che i flussi (in questo caso forse a carico di entrambe le onde) siano convergenti altrimenti si rischierebbe di provocare solo un nuovo ulteriore approfondimento del VPS in seguito alla risoluzione del disturbo.
fluxes.gif
Almeno in un primo momento vi sarà un calo dei venti zonali sia a 10 che a 30 hpa, ma per ora i vettori non sembrano essere sufficentemente convergenti, occorre attendere ancora qualche aggiornamento.
"Una NAO persistentemente negativa può favorire il wave break del VPS ed indebolirlo con conseguente predisposizione del pattern AO-, introducendo così una sorta di feedback che si ripercuote sul segno della stessa NAO e sulle SSTA atlantiche."
Citta' di Castello(PG):
http://www.tifernometeo.tk/
Io Luca interpreto anche la ripresa dei flussi come un segnale molto positivo... E' vero quello che dici circa la "consuetudine" della cosa (peraltro molto ben spiegata anche da Mat, Cavaz e da tutti gli altri partecipanti del trend), tuttavia serpeggiava in giro un certo timore circa l'azzeramento dei medesimi causati dall'avvenuto touch down dell'ESE.
Ciò non mi pare sia avvenuto, anche negli ultimi aggiornamenti c'è una certa evidenza:
fluxes.jpg
Faccio un paragone un po' azzardato, ovvero mi sembra di assistere ad una partita di calcio giocata "a viso aperto" con stratosfera e troposfera che cercano di averla vinta l'una sull'altra ma non riescono a superarsi... Se la troposfera riesce a resistere a questo attacco proverà a ribattere:
ecmwf150f192.jpg
ecmwf10f192.jpg
Mantengo vivi tutti i dubbi per le ragioni espresse in precedenza riguardanti eventuali future dinamiche di condizionamento strato/troposferiche in presenza o meno di raggiungimento o meno del valore del NAM che determina in dottrina una condizione di ESE, almeno stanti le condizioni sin qui descritte ( e riportate nel thread a più riprese).
Vorrei postare qualche dato fonte nasa relativo a velocità zonali ed heat fluxes degli ultimi giorni e previste fino al giorno 2.1.17:
data U150 U70 VT150 VT70
2016-12-20 15.28 19.46 14.61 7.00
2016-12-21 16.26 19.54 0.21 -1.50
2016-12-22 18.62 23.18 -2.94 -8.78
2016-12-23 20.03 25.40 -4.40 -1.60
2016-12-24 20.47 25.49 1.69 -0.05
2016-12-25 19.92 25.54 13.17 8.68
2016-12-26 20.27 24.45 14.35 19.95
2016-12-27 18.20 23.31 10.97 12.52
2016-12-28 18.27 23.69 25.53 8.04
2016-12-29 18.68 22.73 24.82 14.70
2016-12-30 14.47 20.45 31.14 28.34
2016-12-31 13.66 17.94 36.66 39.28
2017-01-01 14.34 16.98 27.26 35.38
2017-01-02 12.59 16.51 25.18 33.96
dove U è l'indice medio zonale alla quota barica (hpa) indicata e VT la misura del flusso di calore (heat flux).
Le velocità sono espresse in m/s e la loro misurazioni viene effettuata a livello emisferico a 60°N ( e se ne intuisce le ragioni).
Si può notare come le velocità zonali dal 24.12 a 150 hpa e dal 28.12 a 70 hpa siano previste in netta regressione contestualmente ad una decisa ripresa dei flussi di calore (ultime 2 colonne) dopo la fase di temporanea soppressione.
Ancora buone feste a tutti.
Ultima modifica di mat69; 26/12/2016 alle 09:38
Matteo
Le mappe ci dicono che o il touch down è in atto ora, o il condizionamento dall'alto non si verificherà ( nell'orizzonte temporale delle mappe). Non serve uno scienziato per capire che non c'è nessun ESE cold, a prescindere dal valore a 10hPa della NAM.
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Basterebbe tenere distinte le dinamiche classificate in dottrina come eventi stratosferici estremi da tutta una serie di ipotetiche eventuali conseguenze che ne deriverebbero e che vanno di contro contestualizzate.
L'ESE cold è conclamato nel momento in cui il valore del NAM sia => di +1,5 e quello è un dato di fatto il cui accadimento verrà o meno verificato nei prossimi giorni.
A prescindere da ciò e tornando ai fatti forse più che di touch down in questo caso parlerei di una risonanza sull'intera colonna del vortice ascrivibile ad forte calo avvenuto a carico degli eddy heat fluxes che pertanto si è raffreddata e, solo in parte resa maggiormente omogenea dal raffreddamento con il valore di un indice medio zonale la cui salita (verosimilmente temporanea, visti i dati e le previsioni nasa ) è minimamente dovuto alla comunicazione tra i vari piani isoentropici del vps.
Infatti con un EPV sempre o quasi pari a 0......:
fluxes.gif
Matteo
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