Uno schema esplicativo:
PDV_schematic-web.png
Si vede anche bene come sia l'ENSO ad influenzare la PDO, piuttosto che il contrario, come già veniva riportato ad es. in questo lavoro:
http://one.geol.umd.edu/dv/readings/Newman_etal03.pdf
La PDO, in realtà, è una parte (emisfero boreale) della più vasta Interdecadal Pacific Oscillation
Oscillazione pacifica decadale - Wikipedia
~~~ Always looking at the sky~~~
In realtà è un fatto ben noto almeno negli ultimi 15 anni, forse le differenze derivano da quanto riportavano i primi studi sulla pdo; infatti c'è un'intera review che inizia così:
http://journals.ametsoc.org/doi/full...LI-D-15-0508.1Since its identification in the late 1990s as the dominant year-round pattern of monthly North Pacific sea surface temperature (SST) variability, the Pacific decadal oscillation (PDO) has been connected both to other parts of the climate system and to impacts on natural resources and marine and terrestrial ecosystems. Subsequent research, however, has found that the PDO is not a single physical mode of climate variability but instead largely represents the combination of three groups of processes: 1) changes in ocean surface heat fluxes and Ekman (wind driven) transport related to the Aleutian low, due to both local unpredictable weather noise and to remote forcing from interannual to decadal tropical variability (largely El Niño) via the “atmospheric bridge”; 2) ocean memory, or processes determining oceanic thermal inertia including “reemergence,” which act to integrate this forcing and thus generate added PDO variability on interannual and decadal time scales; and 3) decadal changes in the Kuroshio–Oyashio system, forced by winds over the North Pacific driving westward-propagating oceanic Rossby waves, manifested as SST anomalies along the subarctic front at about 40°N in the western Pacific Ocean. Thus, the PDO represents the effects of different processes operating on different time scales, and its apparent impacts elsewhere only partly represent direct forcing of the atmosphere by the North Pacific Ocean. What has often been characterized as PDO impacts in the literature may, in fact, reflect correlations with processes that drive simultaneous variations in both the PDO and the impact variables. Consequently, care should be taken when positing the PDO as a forcing of nonoceanic responses without a convincing argument for the physical forcing mechanism.
Si, lo studio postato da Elz qua sopra mette in luce alcuni fenomeni interessanti legati alla PDO e che volevo condividere e discutere con voi... In primis, ho dedotto che questo pattern caratterizzante il nord pacifico non può essere considerato come un fenomeno "indipendente" e a se stante, ma si collega ed è messo in relazione ad almeno tre gruppi di processi differenti, ovvero:
1) modifiche/variazioni dei flussi di calore che agiscono sulla bassa pressione delle Aleutine;
2) "memoria oceanica", ovvero riemersione di anomalie termiche che rimangono intrappolate sotto lo strato marino superficiale;
3) modifiche e/o cambiamenti nella corrente di Kuroshio, indotta dai venti nel nord pacifico che provocano una propagazione verso ovest delle onde Rossby;
2) Il discorso "riemersione" è correlato alla capacità oceanica di mantenere a lungo (e isolate rispetto alle modifiche indotte sullo strato superficiale) le anomalie termiche intrappolate e di farle riemergere, anche a distanza di diversi mesi.
Nella figura seguente, si vede bene come le anomalie termiche (positive o negative) riferite al Golfo di Alaska, Pacifico centrale e Pacifico Occidentale riescano a riemergere sino a quasi 3 anni rispetto ad una data "X":
jcli-d-15-0508.1-f4.jpg
3) Per quanto riguarda invece le dinamiche oceaniche nel nord pacifico che agiscono e interagiscono con la PDO, ci sono due tipi di circolazioni: una antioraria e una oraria.
Queste sono separate da uno strato di acque superficiali, a differenti temperature, denominato "zona frontale subartica" (SAFZ): in questa zona, la persistenza di acque calde (o fredde) tende ad incrementare (o a ridurre) i flussi di calore e l'apporto di umidità durante l'inverno in atmosfera e a produrre modifiche nelle circolazioni oceaniche sopra descritte.
Una di queste modifiche è rappresentata da una propagazione verso ovest delle onde Rossby (visibile dai puntini blu nell'immagine seguente di destra):
SSH_MWR.jpg
La PDO può inoltre essere rappresentata come la somma di diversi processi, ovvero da tre modelli statico/dinamici che descrivono le SST rispettivamente nel:
- Pacifico settentrionale;
- Pacifico centrale;
- Pacifico meridionale;
La "somma" delle SST di queste tre zone differenti riproduce abbastanza bene l'andamento della PDO:
PDO reconstructed.jpg
Domani o nei prossimi giorni, se riesco, volevo riportare quanto trattato nella seconda parte del documento, ovvero la relazione ENSO/PDO, quella tra l'IPO e la PDO e l'utilizzo della PDO per i forecast climatici
grandissimo Gio
già che ci siamo riporto un mio post dell'altro td che può magari darti qualche spunto per il proseguio della discussione
a proposito del cambio di segno dell'ipo due considerazioni/domande:
- sbaglio o l'ultima fase che a naso dovrebbe essere terminata nel 2013 o giù di lì è durata meno dei cicli precedenti
- dato che se anche qui non vado errato l'ipo+ dovrebbe essere correlata con una diminuzione di intensità degli alisei e in generale favorire una circolazione più tipica enso+ quest'anno diventerebbe un banco di prova interessante per valutare come risponde il pacifico
visto che sarebbene il primo anno in cui la circolazione del segnale enso non asseconda quella dell'ipo
tra l'altro andando a rafforzare le depressioni aleutiniche asseconderebbe il pattern tipico degli ultimi anni
ovviamente in netto contrasto con gli anni recenti tipici nina
si potrà valutare nei prossimi mesi quale sarà il segnale prevalente
segnali di svolta nel pacifico
Schermata 2017-11-01 alle 12.19.24.png
Schermata 2017-11-01 alle 12.18.49.png
per riprendere l'ottimo post di Gio volevo introdurre questo studio che propone una correlazione tra pdo e amo
in particolare separando la componente NPMO in associazione con il PNA
si parte da alcune considerazioni di carattere paleoclimatico
Schermata 2017-11-02 alle 11.41.17.png
per giungere tramite verifiche tra i modelli e le osservazioni delle principali variabili teleconnettive
Schermata 2017-11-02 alle 12.16.21.png
Schermata 2017-11-02 alle 12.17.06.png
a questo ipotetico meccanismo qui schematizzato
Schermata 2017-11-02 alle 11.50.27.png
si mette in relazione la variabilità legata al segnale amo delle ssta nel favorire (o sfavorire) il trasporto di calore atmosferico verso nord da parte degli eddy transienti e eddy vorticity flux alle medie latitudini atlantiche e pacifiche
ne deriva un impatto di innalzamento o abbassamento del fp che a sua volta condiziona il segnale pna favorendo o sfavorendo l'attivita della bassa pressione aleutinica
l'anomalia di alta o bassa pressione relativa alle medie latitudini del nord pacifico va a impattare sulla corrente di Kuroshio con relativo impatto sulle ssta della zona KOE
ovviamente tutto questo con dei lag per la modifica dell'attività delle rossby a carattere pluriennale
qui lo studio
10.1.1.143.6246.pdf
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