Mah, niente di eccezionale. In Atlantico se noti l’evoluzione parla di un’onda divergente. Nessun break alla circolazione zonale ma semplicemente un passaggio nordatlantico che se va bene potrà dare qualche soddisfazione al Nord (sempreche il getto non acceleri troppo nelle prossime corse vanificando anche questo breve momento di gloria)
Filippo Casciani previsore di Meteodue.it/
...so che come si dice a Roma suona un pò come "se mi' nonno c'aveva le rote..." però ho l'impressione che se quest'anno non ci fosse stata costantemente la stratosfera a remare contro, questo inverno avrebbe fatto sfracelli...
Lo spostamento della massa del vps continua ad essere reiterato dai modelli strato.
Questa proiezione è piuttosto chiara anche nel very long e anche nella versione ensamble del modello americano.
Z_temp_30hpa_336.png
Siamo ancora fuori dal raggio di azione di ecmwf in quanto la spinta traslativa nel vps è generata dall'intenso flusso di calore messo in atto dalla potente convezione tropicale.
La mjo infatti entrerà in fase 7 ad alta magnitudo tra circa 8 giorni per permanere in tale situazione all'interno di tempi al momento ancora poco definiti.
La possibile traslazione dei centri di vorticità del vp a tutte le quote presenta una connotazione insolita o se vogliamo un aspetto inconsueto o anomalo.
Normalmente infatti nelle dinamiche stratosferiche facciamo risalire un'importante modifica alla circolazione troposferica ad un indebolimento del vortice polare, in primis ad un t-s-t event che è riferibile ad una destrutturazione sostanziale del vps ovvero ad un evento warm collegato ad un riscaldamento maggiore di tipo split.
In questo caso invece la modifica all'impianto troposferico farebbe riferimento non ad un t-s-t event (che si usa solo per riferirsi agli effetti di un MMW di tipo split) bensì ancora una volta ad una risonanza della compressione della massa del vps ad opera di un intenso minor warming traslativo della massa del vortice.
In realta quindi, se guardiamo i valori previsti nel core del vps nel long ed il comportamento del grafico dell'epv ci troviamo a commentare ancora una volta una dinamica di tipo cold che probabilmente sarà l'ultima prima di un vero e proprio indebolimento del vortice stratosferico:
fluxes (2).gif
la cui fondamentale differenze risiede nella diversa trasmissione di moto che la stratosfera imporrà alla troposfera in grado di mutare il posizionamento dei centri motori fin qui avuti.
Entro la fine di febbraio non è dato neppure escludere l'insorgenza di un MMW vero e proprio ma si tratterà di una dinamica eventuale e comunque successiva a quella rispetto la quale la nostra attenzione è rivolta e che si incentra all'interno della seconda decade di febbraio.
Matteo
Buongiorno a tutti. Riprendo questo post di Natale per la verifica di quanto era stato ipotizzato. Si partiva da una probabile evoluzione a circa 7 giorni di distanza dall'emissione del Modello.
L'ipotesi riguardava una possibile configurazione, sia a larga scala che a scala sinottica, che potesse disturbare lo stato del VPS fino a sfociare in una condizione particolarmente anomala. In questo caso l'indizio sulla condizione, sia intermedia che finale, del VPS è da ricercare nelle anomalie di geopotenziale della regione artica a 10 hPa ed è traducibile visivamente in uno split oppure in un displacement e termicamente, come era stato detto nel post precedente, in un riscaldamento della regione artica. Come data "obiettivo" mi ero prefissato il periodo tra fine Gennaio/inizio Febbraio, approssimativamente.
Qui per favorevole è da intendersi un'azione di disturbo al VPS attraverso la disposizione dei venti o dei flussi di calore, in stratosfera, oppure attraverso la propagazione verticale delle onde planetarie dalla troposfera , vale il contrario per sfavorevole.
Prima metà di Gennaio:
in troposfera i centri d'azione sono posizionati in modo favorevole, lo vediamo nel Pacifico, con una struttura bipolare, e sulla Russia europea dove su quest'ultima si notano le anomalie in superficie e in media troposfera, che ci indicano la presenza di un'azione di origine dinamica oltre quella termica.
In stratosfera l'azione sembra non accompagnare quella dei piani bassi dell'atmosfera, abbiamo delle correnti zonali con un ruolo neutro, flussi meridiani che risultano favorevoli solo in area atlantica mentre in area pacifica hanno un effetto neutro, al netto.
Al 25 Gennaio cosa è cambiato:
mediamente la situazione in troposfera resta favorevole, anche migliorando per certi versi (anche questo visibile dalle anomalie di geopotenziale mostrate più avanti), i centri d'azione sono spostati leggermente più a Est ma niente che ne modifichi gli effetti.
In media stratosfera le correnti zonali alle medie latitudini ora risultano favorevoli in area pacifica e sull'Asia
e proprio da qui potrebbe scaturire una spinta per un'azione importante ai danni del VPS, infatti i flussi meridiani sono globalmente predisposti abbastanza favorevolmente
ma..... tra la Scandinavia e la Russia europea il risultato della loro azione è guidata da una circolazione ciclonica a carattere intercontinentale, tra Est America e Russia Europea, una circolazione forte in modo anomalo, alla quale si contrappone l'azione del ciclone Siberiano
e come risultato nell'area cerchiata in rosso l'anomalia di temperatura risulta addirittura negativa, condizione sfavorevole.
Nel complesso l'azione della troposfera si è dimostrata nettamente favorevole mentre la stratosfera ha mostrato una netta opposizione, anche in virtù del raffreddamento che si è verificato, protratto fino a metà mese
e delle vorticità potenziali "generate".
La variazione dello stato della colonna atmosferica nella regione Artica è verificabile, almeno a colpo d'occhio, proprio dalle anomalie di geopotenziale delle quali ho accennato all'inizio, ed è come se la resistenza della stratosfera alle sollecitazioni provenienti dalla troposfera si fosse ridotta
eccetto per l'area tra estemo NE America e Nord Europa, passando per l'Atlantico. Tutto questo fa pensare ad una compressione del VPS inizialmente verso la suddetta area e, al momento, è quello che fanno vedere le previsioni, accompagnando il tutto con un riscaldamento della regione Artica di circa 29 °K (o °C) in 4 giorni,
Al riscaldamento ai 10 hPa con picco il 1° Febbraio, previsto dai Modelli, mancano 96 ore e perciò, a meno di sorprese dell' ultimo minuto, posso ritenermi soddisfatto a metà per il pronostico riuscito (l'altra metà la conservo per il 1° Febbraio, più o meno ).
.....e dopo? La compressione al VPS potrebbe avere una durata discreta ed agire, successivamente, in sincrono con la forte azione Tropicale prevista da diversi centri di calcolo. La stratosfera avrà di nuovo la forza di opporsi a questo attacco oppure stavolta farà "cadere" le sue anomalie verso i piani bassi dell'atmosfera?
Ai forecast l'ardua sentenza.
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