Investo in un futuro meteoclimatico in palese enfasi scalare
Mai parlato dei lavori di Christy nei primi anni '00. Io parlavo di quelli riportati nell'articolo risalenti alla fine della prima decade e l'inizio della seconda decade del millennio. Alcune affermazione di questo sedicente disinformatore climatico lasciano veramente senza parole. Smentito più volte viene ancora riportato da rilevantissimi siti scientifici come climate monitor.
Mi hai iscritto nella lista "ignorati", perfetto, però non posso lasciar passare un'affermazione del tipo "sembra fatto apposta per ridicolizzare professionisti del settore come Christy" quando è il primo che si è reso ridicolo davanti al panorama scientifico
PS: comunque complimenti a mat69 per il thread. Decisamente interessante
Ultima modifica di IMade...; 24/10/2017 alle 16:42
la risposta di Lupicino su climatemonitor...e, secondo me, non ha affatto tutti i torti.
Derelitti | Climatemonitor
provo a rilanciare il td con qualche considerazione in relazione alla nao invernale
se prendiamo gli ultimi decenni, dagli anni '80, abbiamo questi valori per (eep= energeti electron precipitation e vento solare) che come si vede raggiungono i loro valori massimi proprio in fase discendente del ciclo
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la correlazione tra anomalie termiche (e dunque pressorie) e i valori di cui sopra è molto buona
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se facciamo lo stesso discorso dividendo in base a fasi qbo vediamo che la correlazione è decisamente più chiara durante le fasi di qbo-
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altro aspetto interessante il fatto che la correlazione tra l'attività geomagnetica (aa index) e nao invernale sia molto positiva dagli anni 60, quando abbiamo i cicli solari più intensi del secolo, mentre non sia altrettanto buona nella prima parte del secolo questo aspetto penso che sia di carattere prettamente endogeno visto che abbiamo in questa prima parte sia fasi amo di ambo i segni sia pdo
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un discorso a parte invece andrebbe fatto in rapporto al mei
del resto la correlazione con il segnale enso è nota in letteratura e non riguarda solo la fase invernale:
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da:
Effect of QBO and ENSO on the Solar Cycle Modulation of Winter North Atlantic Oscillation
un dato particolarmente eclatante è che le fasi di nao positiva hanno una correlazione positiva al 95% durante le fasi discendenti del ciclo solare (sia che questi siano intensi che più deboli) visto che il campione copre gli ultimi 12 cicli solari
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dato che è stato decisamente confermato anche in queste ultime annate
2013 0.35 -0.45 -1.61 0.69 0.57 0.52 0.67 0.97 0.24 -1.28 0.90 0.95
2014 0.29 1.34 0.80 0.31 -0.92 -0.97 0.18 -1.68 1.62 -1.27 0.68 1.86
2015 1.79 1.32 1.45 0.73 0.15 -0.07 -3.18 -0.76 -0.65 0.44 1.74 2.24
2016 0.12 1.58 0.73 0.38 -0.77 -0.43 -1.76 -1.65 0.61 0.41 -0.16 0.48
2017 0.48 1.00 0.74 1.73 -1.91 0.05 1.26 -1.10 -0.61
Ultima modifica di Alessandro1985; 01/11/2017 alle 16:31
Perfetto.
Avevo anche notato, percorrendo studi (non ricordo bene se di M.Lockwood) un lag time di circa 2/3 anni della massima fase positiva della NAO invernale rispetto al massimo solare (quindi nella fase discendente).
Si faceva riferimento all'Ap index.
solar-cycle-planetary-a-index.gif
Qui mi pare che l'elettromagnetismo sia ancora piuttosto altino...
Matteo
sempre sul sole, questa volta in rapporto alle fasi enso:
uno studio recente di Wen-Juan et al., 2016
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/16742834.2016.1231567?needAccess=true
partendo dall'ultimo episodio aveva cercato una correlazione tra gli episodi di nino Modoki che hanno una ciclicità circa decennale con quella solare correlando il numero di macchie con i valori ssta
con un lag di 2-3 anni tra massimo e insorgenza del fenomeno la confidenza è maggiore
qui le ssta dai picchi solai e con i lag rispettivi
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qui i valori pressori a livello del mare con relative anomalie dei venti a 850hpa
sempre con i rispettivi lag
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per ottenere questo risultato
Schermata 2017-11-04 alle 19.34.15.png
gli studiosi individua anche un meccanismo per giustificare il fatto che il massimo solare determina il fenomeno: durante i massimi solari si verificano dei riscaldamenti in alta ed in bassa stratosfera in corrispondenza del Pacifico equatoriale e tropicale. Questo eccesso di calore viene trasferito verso il basso e verso le zone polari dalle onde planetarie. Giunta nell’atmosfera polare, l’aria calda tropicale modifica l’Oscillazione Artica e l’indice North Anular Mode generando anomalie che, a loro volta, determinano anomalie nelle SST, probabilmente a causa di variazioni della quantità di radiazione che raggiunge la superficie oceanica in conseguenza delle anomalie nella circolazione atmosferica e, forse a causa della variazione della copertura nuvolosa connessa alla variazione degli indici di circolazione atmosferica
osservando il grafico si nota che lo studio ha un valore eccellente per quanto riguarda gli ultimi decenni ma si perde andando indietro nel tempo
bisognerebbe capire se per via della scarsa affidabilità dei dati oppure perchè effettivamente la discrepanza è effettiva
per la verità ci sono stati svariati studi di questo tenore anche in anni passati:
questo di Nuzhdina del 2002:
https://www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/2/83/2002/nhess-2-83-2002.pdf
tenta una correlazione tra i cicli solari e le inversioni del campo magnetico attraverso l'analisi delle macchie e dell'ap dagli anni 50 a fine millennio
in relazione alle oscillazioni su breve e lungo periodo
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in rapporto a questo passaggio:
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interessante la possibile correlazione tra gli episodi di nina di una certa intensità e durata in rapporto ai cicli di inversione magnetica solare in media ogni 22 anni nota come ciclo di Hale, quindi dopo che si sono completati due cicli di Schwabe
da quando abbiamo i dati puntuali dell'enso si nota come le più persistenti si siano verificante durante i minimi del 54,76, 96 ma in generale c'è una buona corrispondenza tra le nine e le fasi di minimo
Climate Prediction Center - ONI
l'ultima iniziata nel 2010
c'è poi uno studio di Kodera del 2003
https://www.jstage.jst.go.jp/article..._1%2B2_21/_pdf
che indaga l'influenza solare in rapporto alla modulazione sulla TBO (tropospheric biennal oscillation)
tale influenza partirebbe dalla strato equatoriale attraverso cambiamenti nella circolazione meridionale che condiziona i moti verticali e orizzontali della convezione equatoriale
questi aspetti vengono valutate attraverso le modulazioni sulle ssta tra oceano pacifico e indiano
annotando una maggiore presenza della convezione nel pacifico durante le fasi di massimo solare mentre nell'indiano durante il minimo
così come c'è una buon propagazione verso la strato durante le fasi di minimo e viceversa
qui il resoconto per le ssta nei periodi in esame (1919-58/59-98) con i vari lag per le fasi massimo e minimo HS e LS
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e per le temperature dell'aria e per la propagazione verticale
sempre per massimo
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e minimo
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Ultima modifica di Alessandro1985; 04/11/2017 alle 21:03
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