Il rallentamento (temporaneo) del riscaldamento sì, vero, ma sempre riscaldamento è ma questo in periodi diversi, anche negli ultimi cinquant'anni, è stato osservato a macchia di leopardo in vari punti del pianeta, ma è sempre roba temporanea.
Nel periodo 2005-2015 a larghissime spanne anche la zona mediterranea Egeo-Libica vide una cosa simile, ma fu appunto temporanea...
Lou soulei nais per tuchi
Non è chiaro quanto si sia ridotta l'amoc, le osservazioni dirette ci sono solo dal 2004 e il proxy che usa questo lavoro ( anomalia nella subpolar gyre meno due volte quelle globali) è stato contestato; la subpolar gyre è una regione in cui (anche in assenza di una variazione dell'amoc) con il gw aumenta il trasporto di calore verso l'artico dove contribuisce all'amplificazione artica e si riscaldarebbe in ogni caso meno della media globale:
Multiple drivers of the North Atlantic warming hole | Nature Climate Change
Scientists shed light on human causes of North Atlantic’s ‘cold blob’
un altro possibile contributo è l'intensificazione del jet stream nel nord atlantico:
https://lozier.eas.gatech.edu/wp-con...2021-10-07.pdf
Ultima modifica di elz; 04/08/2023 alle 06:09
e questa è una nuova pubblicazione che rinforza l'idea che le fluttuazioni decennali recenti nell'amoc (nel periodo in cui abbiamo osservazioni dirette) sono una conseguenza di quella serie di inverni in nao+ di fine anni '80-90 che hanno indotto un anomala convezione nella regione del labrador:
Decadal changes in Atlantic overturning due to the excessive 1990s Labrador Sea convection | Nature Communications
Siamo ancora lontani dal minimo di inclinazione dell'asse...23 gradi circa attuale, si dovrebbe arrivare sino a 21 e qualcosa se non vado errato...ovviamente tra qualche millennio!
La mia non era una preoccupazione, figuriamoci, però volevo porre in rilievo il fatto che i meccanismi di magnificazione legati all'albedo sono la causa principale dei cicli glaciali e che secondo me su questo la CO2 potrebbe fare ben poco con simili crolli delle temperature in artico (-8 °C)...
Anche perchè, ricordiamoci, i soli effetti radiativi della co2 sono piuttosto modesti (meno di 2°C per un raddoppio). La domanda è se ci saranno cambiamenti così forti da far sciogliere enormi quantità di ghiaccio dalla calotta groenlandese, tali da innescare un blocco della AMOC. Tra l'altro, mi chiedo se la latitudine non sia troppo alta, rispetto all'ipotizzato effetto indotto dal lago laurentide come già riportato in vari studi sul dryas recente.
Alta correlazione fra salinità (SSS maggiore rispetto alle SSTA) delle regioni subpolari del Nord Atlantico e capacità di assorbimento di CO2 in grado di limitare, grazie al maggior assorbimento, gli effetti dei GHG e del riscaldamento globale.
Alla base di questo una AMOC forte:
Present-day North Atlantic salinity constrains future warming of the Northern Hemisphere | Nature Climate Change
Matteo
Valutazione piuttosto spannometrica e soprattutto esagerata nei 2 casi. Antartide e pack, Groenlandia, pack mare artico credo facciano più del 2%. Inoltre aggiungiamo il fatto che durante i periodi glaciali le calotte erano per lo più limitate alle zone europee e della laurentide quindi molto meno del 30%. Ma il punto è capire quali sono le zone "critiche" per un rallentamento o azzeramento della AMOC, e su questo forse non sono stati fatti adeguati studi.
Siamo al minimo per questa fase (parlo dell'insolazione a 65°N, non dell'inclinazione dell'asse), seguirà a breve un nuovo aumento e altre oscillazioni con minimi inferiori in entità a quello attuale fino a circa 50mila anni in avanti nel futuro.
Si prospetterebbe un interglaciale molto lungo quindi, a maggior ragione dopo aver emesso tanta CO2.
A mio parere più che l'albedo quel che potrebbe essere imprevedibile è la modifica a livello circolatorio sull'emisfero, che se non è stata inquadrata correttamente dai modelli potrebbe dar luogo a meccanismi sconosciuti innescando persino una sorta di glaciazione.La mia non era una preoccupazione, figuriamoci, però volevo porre in rilievo il fatto che i meccanismi di magnificazione legati all'albedo sono la causa principale dei cicli glaciali e che secondo me su questo la CO2 potrebbe fare ben poco con simili crolli delle temperature in artico (-8 °C)...
Comunque allo stato attuale non credo ci sia nulla a sostegno di una simile ipotesi, e in fondo non si naviga propriamente nel buio: anche senza un blocco totale dell'AMOC, un precedente si potrebbe avere in caso di forte rallentamento nell'evento Bond di 8,2k anni fa. In quel caso ci fu una repentina diminuzione termica a livello globale, specialmente nel nord emisfero, ma non fu l'innesco di una nuova glaciazione.
Sono modesti, ma considera che persino nell'innesco delle glaciazioni il calo della CO2 rientra tra le concause, quindi è probabile che valga anche il contrario, fungendo da freno in caso di livelli elevati.Anche perchè, ricordiamoci, i soli effetti radiativi della co2 sono piuttosto modesti (meno di 2°C per un raddoppio). La domanda è se ci saranno cambiamenti così forti da far sciogliere enormi quantità di ghiaccio dalla calotta groenlandese, tali da innescare un blocco della AMOC. Tra l'altro, mi chiedo se la latitudine non sia troppo alta, rispetto all'ipotizzato effetto indotto dal lago laurentide come già riportato in vari studi sul dryas recente.
Non può, a mio modesto parere, essere inquadrata dai modelli una eventuale modifica a livello circolatorio perchè il sistema atmosfera/oceani è altamente caotico: tutti gli studi sono tali e le conclusioni sono in termini probabilistici non certezze, ovviamente...come tali vanno letti e seguiti ma le certezze in un sistema caotico non esistono anche se le evidenze relative all'attuale fase (AGW) SONO LAPALISSIANE soprattutto in merito alla accelerazione causata dal genere umano negli ultimi 40 anni.
Non è tanto il valore in sè del +1,2° globale rispetto alla fine PEG, ma quanto più il fatto che oltre il 50% di tale valore è avvenuto negli ultimi 40 anni , complice anche ( da studi recentissimi e già citati) una atmosfera molto più limpida rispetto ai primi 70 anni del 900 ( SO2 e compagnia che fungevano da schermanti) : in ogni caso continuo a non credere al fatto che il 98% di tale valore sia antropico ( come dice l'IPCC) esiste un trend naturale di fondo ovvio visto che il confronto si fa con la fine di un periodo particolarmente freddo, ma sta di fatto che nel calderone della famosa "A" ( antropico) non c'è da considerare solo la CO2 e il CH4 ma anche le deforestazioni selvagge, la cementificazione, l'incremento demografico, gli allevamenti intensivi, etc....ma con tutto non credo che quella "A" incida per il 98%.
A mio parere anno dopo anno l'effetto antropico diventa sempre più predominante ed invadente da essere già oggi approssimabile al 100%. Il trend naturale di fondo non si sa in realtà dove ci porterebbe: se era il sole, allo stato attuale direi che dovremmo iniziare ad avvertirne gli effetti dato il minimo in atto, al tempo stesso tornando al discorso del calo dell'insolazione a 65°N che sta per raggiungere il minimo degli ultimi 20mila anni ciò dovrebbe ulteriormente portarci ad un clima glaciale (ipotesi nella "Neoglaciazione", che spiegava la PEG anche alla luce di questo meccanismo astronomico di fondo: Neoglaciazione - Wikipedia).
Comunque è argomento per un altro TD.
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