Originariamente Scritto da
mat69
Oggi, per forza di cose, la nostra attenzione cade sulla coda del modello strato
ecmwf a 10 hpa.
ecmwf10f240.gif
La ragione è molto chiara: viene decretato un riscaldamento maggiore e quindi un Mmw dal momento che l'inversione non riguarda solo il gradiente termico ma anche quello sul piano del geopotenziale con un inversione completa dei venti zonali.
Tuttavia di che Major Warming stiamo parlando?
Infatti l'inversione dei venti zonali avviene in una condizione assai atipica che ha il suo precedente, se non vado errato in simile dinamica nel 2013, ovvero in presenza di un
vps fortemente bilobato ma ancora integro nella sua massa.
Si dovrebbe ad oggi parlare di displacement in quanto l'inversione dei venti, in base a quella proiezione, si verifica a causa della dislocazione della massa al di fuori del polo.
Facciamo un ulteriore opportuno passaggio.
L'intenso flusso di calore su w.1 che sta alla base del mmw displacement opera un forcing dinamico progressivo sul
vps dal basso verso l'alto con una progressiva risoluzione del disturbo che parte proprio dai piani bassi della stratosfera.
Di regola la non propagazione del disturbo dai piani alti verso la troposfera vanifica il
t-s-t event caratteristico invece proprio dei riscaldamenti maggiori di tipo split.
Questi ultimi infatti partono sovente silenti (quindi non visibili nella sinottica) nella loro prima fase dalla tropo alla stratosfera ( fase
t-s ) e si rendono visibili nel passaggio successivo ovvero con una trasmissione del disturbo dall'alto verso il basso (fase
s-t) che sfocia nel
break down del
vps a partire dall'alta o dalla medio alta stratosfera ( 10 hpa ).
Nel nostro specifico caso è visibile l'interazione delle due dinamiche ovvero quella di tipo displacement con quella di tipo split.
IMG-20181219-WA0013.jpg
Lo sbilanciamento degli eddy heat fluxes sulla prima cresta d'onda genera la consueta rotazione della massa del
vps.
In questo caso la wave 1 dal basso, visibile in stratosfera a partire dai meridiani centrali del Pacifico, imprime una compressione sulla massa del
vps inducendone una dislocazione dal polo e una rotazione di circa 90°.
Raramente questa dinamica incide sulla forza del
vps in quanto comporta, in presenza di eddy heat fluxes sulla sola prima onda, una compressione di massa e una possibile accelerazione per conservazione del momento angolare.
ecmwfpv475f120.gif
(tipica dislocazione da mmw displacement visibile già a 120 h a 475 K quindi in bassa stratosfera)
Mentre questa dinamica si propaga verso i piani più alti della stratosfera il disturbo viene progressivamente ad attenuarsi a partire dalla bassa stratosfera a causa della diminuzione del gradiente verticale di calore che va ad indebolire l'insorgenza di nuove Rossby waves e di conseguenza il
vps dal basso tende a riposizionarsi sul polo.
MA in questo caso di cui stiamo oggi discutendo,non abbiamo la sola w.1 ad essere attiva ma anche un flusso di calore (più contenuto) su w.2 ovvero su due creste d'onda.
Nell'immagine che ho postato sopra potete vedere il lavoro imposto dalla wave 1 e la sovrapposizione (frecce rosse) del lavoro imposto dai flussi di calore su 2 onde.
In stratosfera la dinamica relativa alle wave 2 (o two waves pattern) impone due creste d'onda visibili in stratosfera a partire dai piani più alti grazie a flussi di calore bilanciati che si propagano verticalmente verso i piani superiori (oltre che verso il polo) progredendo contemporaneamente verso ovest.
Nell'immagine inferiore potete notare i flussi di calore che partono dalla media troposfera e che si propagano in stratosfera (10 hpa) come appare nella figura superiore.
ecmwfpv850f240.gif
(massa del
vps a 850K quindi circa a 10 hpa raggiunta dal basso da wave 1 ma contemporaneamente intrusa da w.2 con evidente impatto sulla distruzione delle
epv e bilobazione)
In caso di split il break down del
vps produce i suoi effetti depositando il proprio momento easterlies dall'alto verso il basso.
La trasmissione verso il basso avviene sia per trasferimento di moto antizonale (easterlies) sia per il progressivo raffreddamento che in questo caso parte non dai piani bassi (come per il displacement) ma dall'alto e che quindi comprime verso gli strati inferiori il disturbo causato dallo split del vortice accelerando il processo propagativo.
Queste dinamiche propagative verso il basso sono tanto più rapide quanto maggiore è la risoluzione del disturbo in alta stratosfera e quindi nella prima fase dell'inverno mentre durante la fase di progressivo riscaldamento radiativo (febbraio) normalmente sono più lente.
Nel nostro specifico caso mi pare di verificare una contestuale azione dovuta al contemporaneo attivarsi sia del flusso su w.1 che di quello su w.2.
Per le premesse fatte è ovvio che il primo tende a vedersi contestualmente in troposfera come ai piani bassi della stratosfera mentre il secondo opererà in modo più graduale dall'alto verso il basso.
Mi preme sottolineare che si sta ancora analizzando una dinamica nel long range e che quindi andrà verificata molto opportunamente nelle prossime emissioni.
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