Matteo/Ale, pertanto ricapitolatemi una cosa… Se pertanto un ESE di tipo cold dovesse avere efficacia e vincere la resistenza troposferica dovremmo vedere, come primissima conseguenza, una soppressione dei flussi di calore?
Analogamente, se non ricordo male, a quanto successo a fine gennaio dell'anno scorso...
aggiungo solo giusto per dare una maggiore completezza che questo ovviamente accade in fase di risoluzione anche degli eventi warm
un caso particolarmente eclatante per la consistenza dei flussi è il ssw del gennaio 2009
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Hai ragione, il 97/98 fu caratterizzato da VP debole, però senza forti episodi di ssw che era un l'oggetto principale della mia risposta a Marco.
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Il vulcano era El Chichon del 1982 (ho corretto anche il post originale), Saint Helens era troppo piccola e laterale per avere un impatto globale, non c'è stata una iniezione stratosferica significativa.
Un altro anno interessante che ho visto hai già citato altrove è l'87-88, sempre IOD+ PDO+ ENSO+ e un andamento strato molto simile a quello attuale, con mmw precoce e poi gran ripresa del VP.
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Al di là di quello che succede al VP comunque c'è una certa coerenza in Atlantico in tutti questi inverni, quindi se c'è una influenza delle fasi IOD+ autunnali sui nostri inverni questa non è positiva per noi. Però non è detto che questa influenza sia reale, anche perché si sovrappone molto con Il Niño.
inizia ad essere ben evidente anche nel fu berlin l'incipit del warming mentre l'azione precedente ancora mantiente un deciso grado di allungamento con venti zonali che andranno più che a dimezzarsi rispetto al picco record giunto nel corso dell'azione a tenaglia precedente
con la progressiva traslazione della struttura che verosimilmente andrà a collocarsi tra nord america e atl con tutto il suo carico di intense epv le quali forniranno un grosso scossone alla circolazione sopita dell'artico canadese
date le caratteristiche del vps già descritte nei precedenti interventi appare scontato che azioni del genere da sole possano intaccare ma non intrudere significativamente la consistente massa della struttura, sono i casi in cui a fronte di un temporaneo calo il core freddo e i venti zonali presentano una successiva più o meno rapida esacerbazione proprio nel momento in cui il riscaldamento presenta il massimo sforzo
le tempistiche di un eventuale ssw a questo punto si dilaterebbero e vedrebbero per forza di cose la necessità di un ulteriore scambio tra i piani andando a portare un'eventuale definitiva risoluzione prima della parte finale del mese di dicembre
la possibilità che venga scongiurata una contrazione deleteria e un ulteriore approfondimento passano quindi inevitabilmente per i successivi impulsi che circolazione troposferica su cui tanto si è dibatutto nel corso dell'autunnno sarà in grado di offrire nel trasporto d'onda e quindi nella consistenza dei forcing
p.s.
a conferma del fatto che un quadro geopotenziale di segno opposto non significhi automaticamente che manchi concordanza tra i piani da notare la notevole coerenza nelle proiezioni di reading
displacement in strato e displacement anche in tropo
più coerente di così
Non so se inerente al post, ma mi piacciono molto le bariche in zona PDO....
Buongiorno
stamane la corsa 00 nel lunghissimo termine che offre solo gfs propone la mancata rotazione del vps con il mantenimento della struttura in forte compressione
con una situazione del genere si farebbero ben più lunghi i tempi per la risoluzione dl displacement e conseguentemente persisterebbe il regime AD troposferico
ovviamente ancora estremamente variabili le intensità del warming a seconda delle emissioni
Scusami per il ritardo nel risponderti.
Ti ha comunque già ben fatto seguito Daniele e in effetti è così.
La perturbazione dell'equilibrio idrostatico dovuta alla rapida diminuzione della pressione polare a partire dalla quota attraverso cui si propaga il moto grazie alle EPV, dapprima attiva un forte e.p. flux e un richiamo d'onda.
Una volta che l'aria stratosferica raggiunge i piani bassi della troposfera (touch down dell'ESE cold) si ha una temporanea soppressione dei flussi di calore seguita da una ripartenza degli stessi in direzione nettamente divergente al polo a causa del forte gradiente creato dall'ese e dagli attriti con le correnti zonali
Matteo
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