Originariamente Scritto da
mat69
A prescindere dai discorsi sul "dopo" non c'è alcun dubbio che sia un Ese cold con tutti i crismi:
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preceduto e seguito a quanto pare da un crollo dei flussi di calore in stratosfera e dalla ripresa più decisa degli stessi a partire dal 18/20 di questo mese
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L'Ese sarà probabilmente conclamato con superamento del limite della soglia (+1,5) tra il giorno 12 e il 13 fino a raggiungere e superare il valore di +2 tra il 14 e il 15.
La ripresa dei flussi su 2 onde potrebbe avvenire in modo piuttosto significativo, stante le attuali proiezioni a partire grossomodo dall'inizio della terza decade di gennaio creando i presupposti (già esistenti nel nucleo del
vps in medio-alta stratosfera, date la tendenza da parte delle
epv ad indebolirsi) per una progressiva erosione della massa del
vps dapprima in alta stratosfera e poi progressivamente fino a media quota (30/50 hpa)
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Tale ripresa andrebbe a coincidere con l'attivazione e la permanenza della
mjo in fase 6 a medio alta magnitudo la quale porterebbe ad un deciso rinforzo da parte degli heat fluxes.
Come dicevo in precedenza agli attriti preesistenti e visibili prima della ripresa dei flussi di calore
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dovrebbe sommarsi l'attività successiva da parte della troposfera che, qualora persistente, potrebbe enfatizzare l'azione bilaterale di compressione della massa del
vps portando ad una sua progressiva ellitticizzazione ( o addirittura bilobazione a partire dalle quote più basse della stratosfera)
Mi preme poi, in merito alla propagazione dell'ese, far notare che a scapito di una buona trasmissione di moto fino in medio bassa stratosfera, le
epv in bassa stratosfera a 360K (pur in aumento rispetto a una quindicina di giorni fa) presentano ancora un livello più basso della media climatologica e quindi potrebbero rendere il passaggio in tropopausa più discontinuo e frammentato.
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Altre due cose da osservare.
1. Ozono
Siamo partiti da livelli di Ozono nella polar cup (latitudine >63°N) decisamente deficitari rispetto lo scorso anno.
A questo possono aver contribuito due fattori: la prevalenza di
AO negativa estiva e la WQbo virata dapprima a 30 hpa ma in attuale fase di conversione a 50 hpa.
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Infatti i diagrammi relativi ai livelli minimi e massimi di concentrazione dell'ozono stratosferico (la cui ratio è maggiormente abbondante tra i 25/40 hpa) misurano a partire dai 40°N e quindi essendo decisamente più elevati rispetto quelli dello scorso anno, evidenziano che la maggior parte dell'ozono è rimasto in periferia rispetto la massa del
vps
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Gli attriti dello stesso
vps ma soprattutto i forcings troposferici dovrebbero comportare un contributo erosivo anche da parte delle molecole di ozono ai fianchi del
vps specialmente alle medie quote stratosferiche cominciando a minare la solidità della struttura anche al di sotto (30/50 hpa) di quelle quote già interessate dal processo di indebolimento delle
epv:
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2. momento angolare
l'attività della
mjo va vista unitamente a quella dell'oscillazione dei venti globali e in particolare alle anomalìe di momento angolare che indicano la minore o maggior capacità da parte delle onde troposferiche di incidere nell'ambito dell'oscillazione della corrente a getto polare, sul comportamento del vortice polare.
La
mjo nelle fasi maggiormente forzanti (6/7/8) dovrebbe portare, secondo quanto generalmente avviene ad un progressiva modifica del
GLAAM dal segno - al segno +attestando un progressivo aumento dei flussi di calore anche in sede pacifica.
Questo dovrebbe essere attestabile anche da una progressiva risalita del
PNA index al momento attuale molto negativo.
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Ci sono quindi ragioni per non desistere dal monitorare i futuri sviluppi anche dopo aver "subìto" i rigori dell'attuale fase forzante della stratosfera.
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