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  1. #1341
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da Angelo_81 Visualizza Messaggio
    Va beh dai, siamo onesti. Un inverno così non ce lo aspettavamo. Ok che a inizio stagione era abbastanza chiara la spada di Damocle sopra le nostre teste, va beh che dopo un inizio di Dicembre non del tutto disastroso è emerso, giorno dopo giorno, che di scand+, blocchi termici etc... non se ne vedeva l'ombra e che la troposfera iper dinamica di Novembre avrebbe piano piano ceduto il passo e che l'ESE cold si sarebbe manifestato. Va bene tutto, ma almeno si sperava di avere un riscatto sul finire della stagione ed i warming in alta strato mostrati dalle carte a metà Gennaio (sul lungo) lasciavano acceso il lumicino.
    Ora sembra davvero evidente che questo ESE cold non è affatto atipico, anzi, andrà a solleticare le code statistiche di condizionamento (60 giorni o giù di lì). Inverno inteso come trimestre D-G-F ormai archiviato.
    Poi non vedo come per forza di cose la primavera debba essere molto perturbata o almeno con un periodo significativamente lungo di freddo e instabilità. Il Final warming avviene ogni anno, ma non ogni anno abbiamo primavere o almeno 1 mese primaverile connotato dal maltempo.
    Sinceramente non vedo come si possa fare ora una previsione sensata sulla prossima stagione, se non appigliandosi alla statistica "prima o poi dovrà pur..."
    Mica detto, finchè non usciamo da questa lunga fase di Stratosfera profondissima e freddissima e conseguente condizionamento, non mi sbilancerei di 1 cm.
    applausi..:

  2. #1342
    Burrasca L'avatar di Cristian-Ostuni/Bologna
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Va bene interpretare, ma non farsi confondere dall'anima freddofila. Ho scritto "TUTTO tranne che primaverili". Che non vuol dire per forza freddo e perturbato. Per quello che ne so potrebbe anche esserci un Marzo 2012/19 o Aprile 2011 bis. Data comunque quel po' di esperienza che mi ritrovo, raramente due mesi di fila si presentano così anticiclonici e con correnti zonali così tese. Se arriviamo a 3 con marzo, sarebbe quasi record.
    Cit. dal film Wanted:"... Voi che cazz0 avete fatto ultimamente?"
    Cit. da Colorado: "La neve scende a fiocchi perchè se scendesse a nodi non si scioglierebbe."

    viva la φγα

  3. #1343
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da Cristian-Ostuni/Bologna Visualizza Messaggio
    Va bene interpretare, ma non farsi confondere dall'anima freddofila. Ho scritto "TUTTO tranne che primaverili". Che non vuol dire per forza freddo e perturbato. Per quello che ne so potrebbe anche esserci un Marzo 2012/19 o Aprile 2011 bis. Data comunque quel po' di esperienza che mi ritrovo, raramente due mesi di fila si presentano così anticiclonici e con correnti zonali così tese. Se arriviamo a 3 con marzo, sarebbe quasi record.
    No no infatti, c'è sempre l'opzione scambi meridiani accentuati e hp sub tropicale 29 giorni su 31

  4. #1344
    Burrasca L'avatar di basso_piave
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    E' evidente un decoupling strato/tropo, il disturbo "cold"parrebbe fermarsi ai 150 hpa.
    a me pare evidente la positività di tutto il NAM, ovvero che non è presente nessun "decoupling strato/tropo".
    +1/+2 del valore dell'indice al suolo, l'AO in questo caso, non sono abbastanza? dobbiamo provare ad avere un valore dell'indice di +3/+4?
    Credi alla neve solo sotto le 48 ore!!

  5. #1345
    Burrasca L'avatar di basso_piave
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Per me è chiaro come in questi anni di stratosfera decisamente raffreddata, la palla sia proprio in mano ad essa.
    NAM e AO sono tendenzialmente positivi, i riscaldamenti diventano più difficilmente intrusivi ed efficaci, ogni volta che (fisiologicamente) i riscaldamenti troposferici vengono meno il VP si approfondisce su tutta la colonna e da qui tutte le conseguenze del caso.
    Forse in questi anni sarebbe meglio che la soglia NAM venga superata quanto prima in modo da scontare l'ESE cold immediatamente; si rischia, come quest'anno, un tira e molla iniziale in cui alla fine non succede quasi nulla e poi l'ESE ti mangia il resto dell'inverno.
    La domanda è: come si potrà scaldare la stratosfera? con l'attività solare? anche se attualmente essa è al minimo, io dubito.
    Con un cambio di regime atmosferico su scala globale? onde stazionarie (W1 e W2) capaci di produrre continuamente atriti capaci di portare calore in stratosfera? forse
    eruzioni vulcaniche capaci di alterare il clima del mondo raffreddando la troposfera etc etc? ci andrei cauto.
    Diminuisco la concentrazione di CO2? Aumento l'ozono ai poli?
    torno a lavorare
    Credi alla neve solo sotto le 48 ore!!

  6. #1346
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da basso_piave Visualizza Messaggio
    Per me è chiaro come in questi anni di stratosfera decisamente raffreddata, la palla sia proprio in mano ad essa.
    NAM e AO sono tendenzialmente positivi, i riscaldamenti diventano più difficilmente intrusivi ed efficaci, ogni volta che (fisiologicamente) i riscaldamenti troposferici vengono meno il VP si approfondisce su tutta la colonna e da qui tutte le conseguenze del caso.
    Forse in questi anni sarebbe meglio che la soglia NAM venga superata quanto prima in modo da scontare l'ESE cold immediatamente; si rischia, come quest'anno, un tira e molla iniziale in cui alla fine non succede quasi nulla e poi l'ESE ti mangia il resto dell'inverno.
    La domanda è: come si potrà scaldare la stratosfera? con l'attività solare? anche se attualmente essa è al minimo, io dubito.
    Con un cambio di regime atmosferico su scala globale? onde stazionarie (W1 e W2) capaci di produrre continuamente atriti capaci di portare calore in stratosfera? forse
    eruzioni vulcaniche capaci di alterare il clima del mondo raffreddando la troposfera etc etc? ci andrei cauto.
    Diminuisco la concentrazione di CO2? Aumento l'ozono ai poli?
    torno a lavorare
    Il problema e la causa dirimente è stata più volte già spiegata da mat: a-sincronia della nascita e sviluppo del VPS e del VPT; ovvero , alla fine dell'estate, per calo dell'attività radiativa , si forma il VPS: il VPT dovrebbe nascere immediatamente dopo ma , a causa delle crisi artiche estive e del notevole calore latente, il VPT nasce molto dopo...ciò comporta un vistoso e progressivo raffreddamento e approfondimento del VPS mentre il VPT nasce debole e asincrono....quindi tutto nasce dalle crisi artiche estive.

    Quindi non si tratta di "scaldare" la stratosfera, lei si raffredda comunque perchè alle latitudini polare da Settembre viene meno il calore del sole, bensì tutto dipende dal VPT e dai flussi di calore che si generano dalla troposfera: ovviamente questa è una spiegazione molto semplice, perchè poi nelle dinamiche strato intervengono altre varibili, fra le più importanto la concentrazione di ozono che favorisce i riscaldamendi e l'arrivo dei flussi di calore alle quote strato; quest'anno le concentrazioni di ozono a livello polare sono molto basse e ciò non ha permesso quei riscaldamenti strato ( nonostante un paio di tentativi) atti a destrutturare il VPS.
    Tornando al grafico non è affatto corretto quanto affermi: è chiarissimo da quel grafico come il disturbo cold ( l'arancione per intenderci) si arresti ai 150 hpa ovvero alla fascia appena sopra fra troposfera e stratosfera risultando pertanto ininfluente per quanto concerne le dinamiche prettamente troposferiche: sostanzialmente ormai la stratosfera non ha più nulla da dire, i "danni" che poteva fare li ha già fatti con il potente ese cold di metà gennaio scorso.

  7. #1347
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da basso_piave Visualizza Messaggio
    Per me è chiaro come in questi anni di stratosfera decisamente raffreddata, la palla sia proprio in mano ad essa.
    NAM e AO sono tendenzialmente positivi, i riscaldamenti diventano più difficilmente intrusivi ed efficaci, ogni volta che (fisiologicamente) i riscaldamenti troposferici vengono meno il VP si approfondisce su tutta la colonna e da qui tutte le conseguenze del caso.
    Forse in questi anni sarebbe meglio che la soglia NAM venga superata quanto prima in modo da scontare l'ESE cold immediatamente; si rischia, come quest'anno, un tira e molla iniziale in cui alla fine non succede quasi nulla e poi l'ESE ti mangia il resto dell'inverno.
    La domanda è: come si potrà scaldare la stratosfera? con l'attività solare? anche se attualmente essa è al minimo, io dubito.
    Con un cambio di regime atmosferico su scala globale? onde stazionarie (W1 e W2) capaci di produrre continuamente atriti capaci di portare calore in stratosfera? forse
    eruzioni vulcaniche capaci di alterare il clima del mondo raffreddando la troposfera etc etc? ci andrei cauto.
    Diminuisco la concentrazione di CO2? Aumento l'ozono ai poli?
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    Le eruzioni vulcaniche anzitutto riscaldano la stratosfera e anche tanto. Su quello puoi star certo. Dopo forse potrebbero esserci effetti controproducenti legati alla presenza di molecole catalizzatrici della distruzione di ozono stratosferico, ma questo avverrebbe solo alcuni anni dopo. Di sicuro l'assenza cronica di eruzioni vulcaniche di una certa rilevanza unitamente alla bassa attività solare nello spettro UV ha contribuito al raffreddamento della strato. Questo naturalmente entro il quadro di un trend ben consolidato al raffreddamento ad opera degli AGHG.

  8. #1348
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Mah... per sapere come sarà la primavera diventerà dirimente cosa accadrà in Nord Pacifico nel prossimo mese... si mantenesse la propensione a intrusioni di aria calda con direzione Alaska/Aleutine l'eventualità che ciò porti a un precoce riscaldamento di fine stagione (early FW) di tipo maggiore (MMW o SSW) non va scarta a priori... qualora l'area Namias/PDO tornasse silente, con prevalente zonalità, come avvenuto dal 15 dicembre al 10 gennaio circa, allora mi attenderei un declino del VP molto regolare, forse anche posticipato, tenendo conto del modo e dei tempi in cui il VP si è formato e maturato in questo semestre freddo... in tal caso l'impatto del riscaldamento stratosferico sulla circolazione nordatlantica sarebbe scarsamente forzante. Va da sé che, qualora vi fosse un Early FW, la probabilità di una primavera con AO/NAO- sarebbe tutt'altro che peregrina, con tutto quello che può comportare sia su scala continentale, sia in sede artica...

  9. #1349
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    Il problema e la causa dirimente è stata più volte già spiegata da mat: a-sincronia della nascita e sviluppo del VPS e del VPT; ovvero , alla fine dell'estate, per calo dell'attività radiativa , si forma il VPS: il VPT dovrebbe nascere immediatamente dopo ma , a causa delle crisi artiche estive e del notevole calore latente, il VPT nasce molto dopo...ciò comporta un vistoso e progressivo raffreddamento e approfondimento del VPS mentre il VPT nasce debole e asincrono....quindi tutto nasce dalle crisi artiche estive.

    Quindi non si tratta di "scaldare" la stratosfera, lei si raffredda comunque perchè alle latitudini polare da Settembre viene meno il calore del sole, bensì tutto dipende dal VPT e dai flussi di calore che si generano dalla troposfera: ovviamente questa è una spiegazione molto semplice, perchè poi nelle dinamiche strato intervengono altre varibili, fra le più importanto la concentrazione di ozono che favorisce i riscaldamendi e l'arrivo dei flussi di calore alle quote strato; quest'anno le concentrazioni di ozono a livello polare sono molto basse e ciò non ha permesso quei riscaldamenti strato ( nonostante un paio di tentativi) atti a destrutturare il VPS.
    Tornando al grafico non è affatto corretto quanto affermi: è chiarissimo da quel grafico come il disturbo cold ( l'arancione per intenderci) si arresti ai 150 hpa ovvero alla fascia appena sopra fra troposfera e stratosfera risultando pertanto ininfluente per quanto concerne le dinamiche prettamente troposferiche: sostanzialmente ormai la stratosfera non ha più nulla da dire, i "danni" che poteva fare li ha già fatti con il potente ese cold di metà gennaio scorso.
    riporto un post che avevo inserito in altro td con alcuni dati in proposito, molto pertinenti al tema

    temperature in media strato
    temperature ai 10 tra autunno e inverno

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.56.05.png

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.56.27.png

    e in estate

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.57.09.png



    ai 30 stesso discorso

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.59.57.png

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-20.00.12.png

    AD.png

    flussi di calore tra autunno e inverno, non inserico anche qui i 30 ma i trend sono coerenti anche in questo caso

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.57.50.png

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.58.19.png

    Analisi modelli Inverno 2019/20-schermata-2020-01-22-alle-19.58.08.png



    i flussi mantengono la variabilità stagionale in entrambe le stagioni senza un trend evidente
    le temperature mantegono variabilità senza trend apprezzabili durante l'inverno mentre sono in calo moderato in autunno ma sono in crollo in estate, con maggior evidenza verso la medio alta strato
    questo farebbe pensare che il trend al ribasso sia proprio della stratosfera e non presenta dipendenze così evidenti con le dinamiche legate ai t-s-t

    intanto, visto che è in tema, ne approfitto per chiedere ad Adriano se riesce a recupare questo studio che mi pare interessante assai

    @Adriano90

  10. #1350
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    Predefinito Re: Rosso fuoco tra Alaska e Siberia ed il nascente VP scenari invernali 2019/20

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    Il problema e la causa dirimente è stata più volte già spiegata da mat: a-sincronia della nascita e sviluppo del VPS e del VPT; ovvero , alla fine dell'estate, per calo dell'attività radiativa , si forma il VPS: il VPT dovrebbe nascere immediatamente dopo ma , a causa delle crisi artiche estive e del notevole calore latente, il VPT nasce molto dopo...ciò comporta un vistoso e progressivo raffreddamento e approfondimento del VPS mentre il VPT nasce debole e asincrono....quindi tutto nasce dalle crisi artiche estive.

    Quindi non si tratta di "scaldare" la stratosfera, lei si raffredda comunque perchè alle latitudini polare da Settembre viene meno il calore del sole, bensì tutto dipende dal VPT e dai flussi di calore che si generano dalla troposfera: ovviamente questa è una spiegazione molto semplice, perchè poi nelle dinamiche strato intervengono altre varibili, fra le più importanto la concentrazione di ozono che favorisce i riscaldamendi e l'arrivo dei flussi di calore alle quote strato; quest'anno le concentrazioni di ozono a livello polare sono molto basse e ciò non ha permesso quei riscaldamenti strato ( nonostante un paio di tentativi) atti a destrutturare il VPS.
    Tornando al grafico non è affatto corretto quanto affermi: è chiarissimo da quel grafico come il disturbo cold ( l'arancione per intenderci) si arresti ai 150 hpa ovvero alla fascia appena sopra fra troposfera e stratosfera risultando pertanto ininfluente per quanto concerne le dinamiche prettamente troposferiche: sostanzialmente ormai la stratosfera non ha più nulla da dire, i "danni" che poteva fare li ha già fatti con il potente ese cold di metà gennaio scorso.
    Si tende sempre a dare all’ozono più importanza di quella che ha realmente. Mi spiego meglio, è l’ozono che regola i cicli di formazione e distruzione del VPS ma questi passaggi avvengono quando il sole è alto sull’artico, in quanto per produrre calore c’è bisogno che i raggi UV vadano ad operare sulle molecole di O3 scindendole in O2 e O. In inverno, quando i raggi solari non arrivano sul Polo, non si possono avere questi tipi di riscaldamento e la prova è che in caso contrario potremmo avere FW anche a febbraio o a gennaio.
    Piuttosto, la concentrazione di ozono in stratosfera alle latitudini artiche è da pensare come una sorta di “spia” che indica quanto i disturbi dell’attività tropicale hanno influito sulla colonna del VPS. Quest’anno ad esempio, la bassa concentrazione di O3 è chiaro segnale di un’attività tropicale sopita che non è riuscita a portare disturbi al VPS che è stato così libero di raffreddarsi ed approfondirsi

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