si prosegue sulla falsariga dell'anno scorso in avvio
opposto rispetto a parità di periodo del 2019 essendo la carenza maturata per motivi prettamente legati all'eccezionale andamento del vp e al conseguente isolamento maturato rispetto all'abituale dinamica di trasporto
Schermata 2020-09-01 alle 15.27.18.png
altre due cosine
l'anno scorso a inizio settembre si registrava la velocità a 10hpa più bassa della breve serie storica
The zonal mean zonal wind at 10 hPa 60N is today (GFS analysis): 3.6 m/s
Weakest zonal wind at 10 hPa 60N in ERA interim record for todays date is: 1.0 m/s 2019
Strongest zonal wind at 10 hPa 60N in ERA interim record for todays date is: 4.3 m/s 1999
quest'anno l'autunno metereologico parte in artico con una grossa quantità di calore supplettivo
inedito anche rispetto ad altri anni recenti
questo invece il confronto con l'anno del minimo
Ultima modifica di Alessandro1985; 01/09/2020 alle 14:36
C'ho la falla nel cervello
Oltre all'effetto diretto dell'irraggiamento (che è effettivamente piccolo) c'è quello dell'ozono che è ben più consistente (prevalente prima del 2000) e in parte mediato dall'attività solare.
I GHG al momento sono comunque il singolo fattore più forte e quell'effetto è indubbiamente presente anche nell'artico, però il quadro alle alte latitudini è molto meno definito rispetto a quello tropicale, come si vede anche dagli intervalli di confidenza del grafico che hai postato.
Le differenze di insolazione sono un fattore citato anche in questo paper, però in inverno la variabilità dovuta alla circolazione atmosferica è tale da rendere molto complicate sia le simulazioni sia le stime statistiche.
In questa immagine si vede bene anche l'anomalia invernale che citavo riguardo dicembre e gennaio, con il suo corrispettivo antartico.
strato-trend.png
Secondo quel paper nel periodo settembre-ottobre
- maggiore concentrazione di ghiacci nella zona compresa tra mari di Barents e Kara favorisce NAO+
- Bassa stratosfera con alti GPT sul Canada e bassi gpt sulla Siberia favoriscono NAO+
- SSTA con anomalie positive a ridosso della Groenlandia e negative al largo degli USA favoriscono NAO-, viceversa NAO+
Io sono molto dubbioso sul primo, con la crisi dei ghiacci artici non ha più molto senso una relazione del genere, tenderebbe a produrre un segnale continuo NAO- poco credibile.
è quello che dicevo..il trend tranne che in bassa strato è dominato dalla co2+ l'andamento non lineare dell'ozono ma nell'artico in inverno c'è anche molta variabilità dinamica che rende i trend più incerti; quel riscaldamento è solo in gennaio nelle reanalisi, a dicembre sia le ssu+amsu che le reanalisi merra a 10 hpa (che è una quota inferiore ma l'andamento è molto simile) c'è un raffreddamento di -0.7/-0.8°C/decennio.
Le ssu+amsu avevano un piccolo trend positivo a gennaio dal 1979-2014 adesso è già negativo seppur più modesto degi altri due mesi invernali.
ssu+amsu dicembre:
ssu2.png
merra2:
ncl_SM2NmwekP.tmpqq.png
Slope*: -0.077899
Ultima modifica di elz; 02/09/2020 alle 12:16
I segnali vanno ormai inappellabilmente filtrati e mediati attraverso la situazione dei ghiacci artici alla fine della stagione estiva e questo ancora una volta non ci dà particolari rassicurazioni.
Teniamo inoltre presente che dal 2013 in poi, tranne mi pare che per lo scorso inverno, il segno della NAO prevalentemente positivo, è stato forzato non solo dalla componente AO che anzi spesso e volentieri ha accusato i problemi derivanti dall'amplificazione artica ma soprattutto dal dipolo +/- Pacifico/NATL (ATH+).
Pur volendo considerare tale aspetto meno invadente soprattutto in un contesto di La Nina, mi pare piuttosto problematico il fatto che il Vp si stia sviluppando precocemente (verissimo) ma concentrandosi nelle regioni subpolari ove sono concentrate le maggiori anomalìe negative mentre nell'artico agosto ci ha lasciato al contrario con pesanti segni + sia di t. che di gpt.
Sarà piuttosto importante seguire la condotta della circolazione tra settembre e la prima quindicina di ottobre per comprendere se un probabile segno negativo della NAO nel trimestre autunnale abbia una qualche speranza di continuità anche nei mesi invernali o se, come temo più probabile, abbia qualche chance di riemergere nella fase più matura della stagione invernale.
Ma sto correndo davvero troppo!!
Matteo
si nota palesemente che il VP si stia concentrando e maturando sulle zone groenlandesi lasciando spesso libero il polo:
ma lo si vede bene anche termicamente:
ed andando avanti col run (coi runs, in realtà, visto che è una costante) la situazione rimane sempre la medesima.
penso vada a doppio filo con la carenza di ghiacci in determinate aree..
cosa può comportare in futuro una situazione del genere? chiedo per un amico
Si vis pacem, para bellum.
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