Sono gli eddy heat flux, la “forza dei flussi di calore” detto terra terra
Bello questo ragionamento sul NAM, però il calcolo di quell'indice ha una sua forma definita da Thomson e Wallace nel 2000, basato sulla tecnica della PCA formalizzata negli anni '50
Dire EOF non è che l'uso di quell'applicazione in campo meteo.
Non sapevo del lavoro di Choen relativo all'approssimazione del NAM (AO), ma, nel mio microscopico, ho fatto per curiosità la stessa cosa e ho visto che la correlazione è veramente buona a bassa quota e ad altra quota, divenendo nettamente meno buona in prossimità della tropopausa (grafico allegato).
Il calcolo del NAM lo studiai un po' di tempo fa con l'intenzione di farne un programmino per ottenerlo, ma non mi ci sono ancora messo e non so se mi ci metterò, poiché è una discreta zuppa.
Vi risparmio ciò che scrissi, poiché credo che il dettaglio non sia d'interesse.
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ecco, quello che intendevo dire in questo intervento lo sottolinea anche Tosti:
Dai grafici in figure 13a e 13b possiamo analizzare lo stato dei flussi di calore alla quota isobarica di 100hPa tra le latitudini di 45°N e 75°N. Dal primo grafico si nota come i flussi non sono mai stati azzerati nonostante le vicende descritte in stratosfera, indice di una troposfera tutt’altro che incline a favorire un compattamento della massa artica. Il grafico in figura 13b, poi, ci suggerisce come gli eventi dei flussi di calore calcolati su un intervallo di 40 giorni non abbia raggiunto il limite negativo dei -5,5K m/s necessario per decretare un ESE di tipo cold al pari e in concomitanza del superamento della soglia NAM10hPa di +1,5. Questo non è un fattore secondario perché significa che il raffreddamento e intensificazione del VPS non è riconducibile all’azione troposferica con una chiara struttura di tipo T-S-T (troposfera-stratsofera-troposfera), ma di sola matrice stratosferica con conseguente scarsa influenza sulle vicende troposferiche.
da
Outlook inverno 2020-2021 | Climatemonitor
p.s.
secondo lui abbiamo superato la famigerata soglia
ma qui entriamo nella questione sulla misurazione dell'indice rispetto a una porzione a 60-65 N che ha un trend da gw più marcato e una in cui si utilizzi anche il resto della zona extratropicale, la quale tende a equilibrare almeno in parte lo sbilanciamento verso il raffreddamento dell'alta stratosfera
ecco perchè nella versione dell'indice completa non risultano superamenti
in ogni caso si tratta di un evento al limite quindi il valore gira attorno a quei livelli
quello che però è importante sottolineare è che in ogni caso è una variabile che cambia veramente di poco le carte in tavola
quello che conta sempre è osservare come ci si arriva a certe situazioni, tenendo ben presente cosa sta sopra e soprattutto, come sempre, cosa sta sotto
a questo proposito mi pare molto significativo sottolineare questo passaggio:
Ma, per identificare dei disturbi in grado di penetrare la stratosfera e propagarsi in essa verso l’alto tali da generare eventi di tipo T-S-T i, dati dell’AO non sono indicativi, dobbiamo guardare alle anomalie di geopotenziale più in alto e specificatamente a quella quota limite tra troposfera e stratosfera nelle medio-alte latitudini. Questa quota è la 200hPa e il grafico successivo (figura 15) del NAM200hPa non ci segnala alcun evento particolare di anomalie in grado di penetrare e propagare in stratosfera. Il massimo “sforzo” sarà dato da un valore di appena poco superiore a +1 altrimenti i valori dei giorni e settimane precedenti sono rimasti all’interno della neutralità con anomalia di geopotenziale praticamente nulla.
che nemmeno a farlo apposta si lega a quanto indica @bunicorn nel suo post e che io stesso nei giorni scorsi, parlando in privato dei gradi di efficienza degli ese con @cavaz ho iniziato a considerare
ovvero che la valutazione di un evento estremo, che necessita di un buon grado di comunicazione tra i piani, all'interno delle varie fasi t-s-t, si deve leggere in primis nei valori al limite della tropopausa
in buona sostanza, perchè la correlazione si fa meno efficiente lì mentre risulta molto buona tra valori di soglia e ao?
perchè le dinamiche possono avvenire su una colonna coerente o "per corrispondenza"
per riassumere con una battuta ci sono i casi in cui si può dire: la troposfera è forte quindi la strato è d'accordo
ma per allineare una colonna su un evento estremo con un buon grado di sincronia e continuità nel tempo questo aspetto non è sufficiente
e lì entrano in gioco le sfumature e i dettagli peculiari all'andamento di ogni singolo evento che vanno analizzati necessariamente nel corso della stagione
Ultima modifica di Alessandro1985; 03/12/2020 alle 12:55
C'ho la falla nel cervello
Alessandro diciamo che oltre al mero calcolo del NAM, c'è una questione dinamica.
Chi innesca uno sfondamento di soglia?
Si parla di T-S-T event.
Con una stratosfera più fredda quale è la soglia condizionante e sintomatica di un azione troposferica che connota un VP strong?
Se i giovani sapessero, se i vecchi potessero!!!
Se non ricordo male Tosti calcola il suo indice IZE proprio ai 200 hPa.
Anche se non ho mai capito bene come.
Ad ogni modo credo che non si debba interpretare il lavoro di B&D in modo assoluto ma in un ottica statistica.
Tant'è che, per l'appunto, si hanno i disaccoppiamenti.
Il NAM è una misura della zonalità di un piano isobarico, una presa d'atto, non un elemento predittivo (se non nel breve proprio sulla base dei forecast).
" ho iniziato a considerare
ovvero che la valutazione di un evento estremo, che necessita di un buon grado di comunicazione tra i piani, all'interno delle varie fasi t-s-t, si deve leggere in primis nei valori al limite della tropopausa"
Io non credo che sia così, ma, al momento, non ho alcuna prova del contrario.
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