Il mio monitoraggio ha un senso se lo circoscriviamo ad un errore dei modelli nel long range riguardo alla presunta debolezza del VP.
Al momento attuale il mese di ottobre è molto border line tra il solito copione con prematuro split del VP e un lento ma costante accorpamento delle vorticità potenziali che interrompe il pattern dominante di ottobre degli anni 10.
Sul Mediterraneo una prematura rottura del VP ad inizio ottobre si rifletteva come lunga protesi dell'estate.
Ma questo era già stato messo in evidenza da chi mi aveva preceduto, Sergio in primis. La loro analisi riguardava la continuità della defezione dei ghiacci artici estivi. La loro conclusione non faceva una piega, riassumo: VP molto debole, divergenza profonda con il VPT, SC precocissimo e quant'altro che già conosciamo.
Se però il mio monitoraggio va a buon fine è chiaro che una o più variabili al contorno stanno creando troppo rumore per essere circoscritta.
Ultima modifica di 4ecast; 24/09/2020 alle 08:54
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Always looking at the sky
Io continuo a pensare che le analisi che sono state fatte, pur ricche di spunti interessanti, scontano l'eccessiva brevità dei periodi presi in esame... inoltre una domanda che mi pongo spesso è: quanto siamo condizionati, nelle nostre analisi, dal contesto territoriale (continentale) in cui siamo immersi? Insomma se guardo quanto accaduto nei tre ultimi inverni: 2017/2018, 2018/2019/, 2019/2020, vedo la relativa costanza con cui si è verificato lo SC, ma poi evolutivamente mi trovo di fronte a scenari molto diversi... e su questi influiscono principalmente lo status dell'Oceano Pacifico, l'ozono in stratosfera, la circolazione di D&B e verosimilmente anche altro, tanto per fare un esempio: quanto impiegherà la PDO per tornare stabilmente negativa?
E comunque se dovessimo fare considerazioni puramente statistiche, partendo dalla situazione attuale, con:
Enso- (intensità verosimilmente moderata e baricentro orientale); bassi livelli di ozono stratosferico che probabilmente influiranno sulla D&B, probabile QBO in fase occidentale a 45 e 50 hPa un inverno con Vortice polare forte potrebbe essere largamente preventivabile, indipendentemente dal possibile o probabile raffreddamento stratosferico. Il punto è: questa situazione (in particolare quella relativa all'ozono) è destinata a rimanere costante? Non è che ad ottobre 2017 fossimo poi messi benissimo... eppure quello non è stato certo un inverno con Strong Polar Vortex.
Sì, infatti, secondo me guardare ora ai valori dell'ozono stratosferico non ha molto senso, di certo non depone benissimo l'eventualità di una Nina di moderata intensità circa la crescita nei prossimi mesi, ma anche lì le evidenze statistiche, pur essendoci, non sono così nette come si crede.
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