Quindi mi pare di capire che più che un'eccezione, gli SC con sfondamento soglia NAM, siano quasi una regola più che un'eccezione....ergo non vale la pena farsi troppe pippe mentali esclusivamente su questa "variabile", seppur importante ed a questo punto mi viene da pensare che gli stessi non sono dovuti esclusivamente alle crisi artiche estive...
A mio parere la statistica sconta periodi troppo brevi di analisi e con peculiarità troppo marcate per poterne fare una media attendibile.
Sono troppo pochi gli anni che non hanno scontato situazioni marcatamente condizionanti.
Gli anni '90 hanno scontato una forte carenza di ozono artico con poche eccezioni.
Almeno gli ultimi 10/15 hanno scontato gli effetti dell'amplificazione artica.
La normale variabilità senza gli effetti forzanti precedenti dovrebbe affidarsi alle forzanti teleconnettive incidenti (QBO/ENSO/SAI o SCE/PDO, ecc) e che quindi non escludono comunque a priori uno strat cooling.
A mio modo di vedere occorre ragionare sul mutato panorama emisferico e molto meno sulla statistica
Matteo
insomma...sono circa 50 anni che si osserva la strato, dal 1978 al 2012 sono 34 anni...statisticamente è un dato importante e se su 34 annate 28 hanno avuto SC con superamento della soglia NAM non mi sembra proprio "statisticamente non rilevante"...con questo non nego nulla, le crisi artiche estive degli ultimi 15/20 anni sono pesanti con qualche centinaio di kmq in più o in meno ma sempre molto peasanti nei minimi raggiunti...però ciò non toglie, perlomeno sullo scacchiere euro asiatico, che i primi 10 anni 2000 abbiano visto buone invernate.
In sostanza voglio dire che non è da 7/8 anni che il panorama emisferico ( anche in termini di feedback) sia mutato drasticamente se parliamo esclusivamente delle crisi artiche estive: a mio modo di vedere, ripeto, le crisi artiche estive sono UNO dei tanti parametri, molto importante certamente ma UNO e probabilmente non dirimente per tirare conclusioni quasi scontate sulle future invernate.
Nel contesto attuale panoramiche quali questa:
ECH1-120.jpg
in grado facilmente di portare sul polo anomalìe positive di gpt se non addirittura proprio un'inversione di gradiente, e che si traducono in un AO index che va in territorio negativo
ao.fcst.gif
cominciano a non essere irrilevanti sulle dinamiche di trasferimento verticale di calore (eddy heat fluxes).
E' evidente che siamo ancora nella fase embrionale tuttavia si vede già in maniera abbastanza netta la differenza che intercorre tra un vortice troposferico in grado di trasferire calore e momento verso l'alto (AO+ con fluttuazioni) e un vortice molto debole o addirittura smembrato che favorisce in stratosfera l'incremento di un processo di raffreddamento radiativo
h flux.JPG
E' indubbio che questa situazione andrà monitorata lungo tutto il mese di ottobre
Matteo
No, piano, nello studio che feci qualche anno fa inserii tutti gli SC con sfondamento della soglia NAM, quindi da novembre a marzo. La crisi dei ghiacci artici e il conseguente ritardo di sincronizzazione tra tropo e strato, come spiegato nei messaggi sopra da Matteo, ha portato, negli ultimi anni, ad avere un VPS più freddo e compatto della media tra fine autunno ed inizio inverno. Per questo credo sia inesatto affermare che sono diventati più frequenti gli SC, mentre è corretto dire che sono diventati nettamente più probabili in quel lasso di tempo
Si mantiene sottostimata dai modelli la forza del Vortice Polare.
28 set Forecast - Obs vs index AO.PNG
Sgombriamo il campo da equivoci. La maggior forza del VP a settembre è stata osservata negli ultimi 15 anni e molto spesso è stata seguita da una sua speculare debolezza nel mese di ottobre.
I modelli infatti individuano un break del VP proprio all'inizio del mese entrante. Prendiamo per esempio Ukmo 120h.
VP Ukmo 3ott.PNG
Come si vede è andata a buon fine la previsione nel precedente post, di una alta pressione russa molto tonica e più spostata ad ovest rispetto a quella che ha interessato il mese di settembre (Siberia centro-est). Ma questa HP sta andando ben oltre, fino ad intrudere la parte emisfero ovest del VP, cioè proprio dove il VP era stato sottostimato da GEFS.
1 - 26 set a 500hpa.PNG1 - 26 set a 1000hpa.PNG
A mio avviso la vera differenza tra i mesi di settembre ed ottobre potrebbe essere questa. Benchè fisicamente sia ben posta e quindi tracciabile dai modelli la pulsazione in Artico europeo sgombro da ghiacci polari, si nota una maggiore resilienza del VP nelle Ukmo rispetto agli altri. Per esempio, in ECMWF è visibile un piccolo cut-off anticiclonico sulle Svalbard associato ad una 1040 hPa.
Quindi la sensazione è che il VP sia soggetto anche quest'anno ai problemi cronici ben descritti da chi mi ha preceduto, ma in seguito alla pulsazione in oggetto, l'indice AO potrebbe rimanere contenuto nei -2.
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Prima di tutto grazie per i post, da quello che mi pare di capire prima di metà ottobre non molto potrà essere detto.
Quoto Andrea per un breve o.t. di ambito "IT". Ho notato che avevi messo l'iperlink al post precedente. Chiedo, perchè mi è capitato di dover fare una cosa analoga non riuscendoci, come si fa a mettere il collegamento ipertestuale che rimanda non alla pagina x in generale ma proprio ad una parte di essa? come avevi fatto col post in oggetto.
Scusate l'o.t. ma mi sono ritrovato questa cosa e volevo chiedertela.
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