No spoken word....Just a scream
stazione meteo di casa: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITAGLI6
magari riesce a non farlo proprio che poi, lo stratcooling è già pienamente in atto e pure forsennatamente, è l'ESE Cold che spero non riesca farlo proprio
Si vis pacem, para bellum.
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I'm hoping you are reading this blog outside enjoying the wonderfulness of the weather wherever you may be.
Always looking at the sky
La sensazione, ripeto sensazione, è che la diminuzione del gradiente termico orizzontale che s'instaura in Autunno tra Polo e regioni sub polari, sia una spada di Damocle significativa per le sorti del nostro inverno.
Ora sottoscrivo quanto detto da Alessandro che lo SC ormai è scontato, visto che la media non è più rappresentativa di quello che accade in stratosfera, soprattutto in alto, tuttavia quello che è significativo è il VPS, ossia le vorticità che esso è in grado di generare, la loro organizzazione, la loro capacità di trasmettersi verso la troposfera.
Di fatto partiamo spesso con un piede nella fossa, sappiamo che dall'alto sono molto probabili azioni significative votate ad una netta accelerazione delle velocità zonali.
L'unica speranza risiede nella troposfera, nella capacità di generare onde di Roosby significative al punto di "strappare" la tropopausa e andare su in stratosfera.
Ma questo non è sufficiente: passato il filtro della tropopausa, azioni ad una sola onda sono spesso deleterie per le sorti dei nostri inverni, servono due onde per mandare al tappeto il "mostro" stratosferico.
E avere due onde che riescono a passare il filtro significa giocoforza avere alte pressioni di blocco in Atlantico. Ma ahi noi, e torno al punto di partenza, l'amplificazione artica sembra, ripeto sembra, negare tutto questo con un ritardo acclarato nella maturazione del VPT che, gioco forza, matura molto tardi ed inibisce le possibilità di blocchi significativi.
Credo che questo loop possa modificarsi solamente con un reset ed una nuovo equilibrio nei centri di convezione tropicali, tradotto in una NINA strong ma soprattutto duratura. Nella speranza che tutto ciò crei quel ribaltone sul Pacifico settentrionale e che tutti i treni d'onda dell'emisfero nord si comportino in maniera diversa.
A quel punto, credo, avremo le possibilità di avere Inverni sotto media anche da noi, non 4 giorni freddi solo su metà stivale (perché va bene tutto, ma un'onda corta o un'onda lunga divergente non si nega a nessuno).
A novembre secondo me avremo un prevalente Atlantic Ridge...sul prosieguo non mi esprimo....ed in ogni caso come te mi auguro che questa Nina ( che ormai sembrerebbe viaggiare fra il moderato e il forte) non sia un episodio e che possa riequilibrare parzialmente o in buona parte, tutte le anomalie che si sono venute a creare dopo i due big nino del 1998 e del 2016, che sono stati intervallati da nine ma con scarso o nulla accoppiamento oceano/atmosfera ( NINO LIKE).
Oltre a quanto detto in precedenza circa gli effetti sul gradiente prodotti dall'amplificazione artica ribadito anche da Angelo81, ci sono ulteriori complessità rispetto la stagione attuale.
Gli effetti del coupling oceano/atmosfera della Nina che unitamente ad altre forzanti teleconnettive parrebbero essere in grado di creare minori disturbi allo sviluppo del vortice polare troposferico (mettiamoci pure una WQbo), ma che portano come contropartita ad un indebolimento dei flussi verticali, scontano un precario equilibrio locale (ovvero proprio sull'artico) dovuto principalmente al forte deficit di ghiacci dell'artico asiatico rispetto quello alaskiano.
Cattura.JPG
Ritengo pertanto abbastanza difficile preconizzare il mese di novembre come caratterizzato da AO/NAO saldamente positivi.
Teniamo oltretutto presente che l'area pacifica, ovvero quella dalla quale normalmente si diramano dalla troposfera i più consistenti flussi di calore (qualora non si tratti di blocchi stazionari dovuti al blob pacifico), andrà a scontare una fase contraddistinta da PNA neutro/negativo e da un momento angolare in progressivo calo (GLAAM).
cfsv2_aam_fcst_current (1).png
Se la stagione autunnale in presenza di queste forzanti porta sovente con sè i prodromi di un raffreddamento anticipato nelle pianure russo-siberiane (dato peraltro la probabile inversione di gradiente orizzontale dovuta alla resilienza delle t. sopra norma nelle regioni artiche) con progressiva influenza verso l'Europa centrale nel mese di novembre che potrebbe vivere una fase invernale anticipata, la scarsa penetrazione dei flussi di calori oltre la tropopausa prepara il terreno per un progressivo intenso raffreddamento stratosferico che i modelli cominciano ad intravedere a lungo termine.
gfs_nh-eqltime_0800K_20201023.png ens_nh-stratUT_010hPa_20201023.png
Il ..."difetto" sta proprio nella fase iniziale di rinascita del vp e nell'asincronia tra la tropo e la stratosfera, che non permette in condizioni teleconnettivamente favorevoli (quindi NON quelle presenti) di mantenere l'equilibrio dei flussi necessario a mantenere la partita in mano alla troposfera o per lo meno a minimizzare gli effetti degli eventi stratosferici estremi ormai di fatto ricorrenti quasi ogni anno.
Matteo
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