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  1. #1441
    Vento fresco L'avatar di naturalist
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Con il passare dei giorni l’evento stratosferico prossimo venturo (che inizierà intorno al 3 gennaio) è visto essere prevalentemente a carico della prima onda. Un paio di giorni fa, cioè decine di pagine addietro (…), si parlò di un contributo della seconda onda che si limitava a concludere l’opera di split.
    La cosa importante però era che la pulsazione calda avvolgente il muro divisorio tra i due nuclei di vorticità positivo e negativo creava una forte compressione verso il basso che tendeva a far ruotare la struttura in senso antiorario. Pensando ad un avvitamento della struttura in 3D, a tutte le quote isobariche il nucleo di principale del vortice polare si troverà sempre più ad est. Fino trasferire vorticità e profondità dal settore canadese a quello siberiano.

    Allegato 550114


    Caratterizzare gli eventi per meglio comprenderli secondo uno standard, è una cosa normale in ogni ambito scientifico ma qui è molto complicato perché alla fine, se guardiamo tutti gli eventi stratosferici avvenuti, ciascuno ha proprie caratteristiche geometriche, geografiche e fisiche. Ora, mentre continuo a guardarmi ECMWF, non è che a grandi linee cambi tantissimo nello scorrere delle uscite. Abbiamo di fronte questo evento ibrido tra split asimmetrico e uno stratwarming di tipo Cold, perchè in basso ECWMF ci fa vedere essenzialmente un displacement del VPS in quanto i due nuclei splittati sono molto vicini (100hpa) o non ci sono (30 hpa), e condividono lo stesso core termico.

    Alcune domande inevase l’altra volta perché evidentemente era troppo presto. Come ne risentirà la troposfera ? Non che ora sia tutto chiaro, anzi, ne discuteremo a lungo nel CTS prima di condividervi l’outlook mensile. Mi limito ad osservare qual è l’azione iniziale che evidentemente parte dalla tropopausa artica. A 150 hpa come potete vedere dall’ultima immagine, abbiamo il nucleo termico del VP con un valore di -74° sulla Russia settentrionale (europea) e tali valori minimi di temperatura sono costanti sul NH per tutto il run. Poco più ad est, in centro est Siberia abbiamo una -52° a 500 hpa associata a una omotermia 0-2000m con valori di poco oltre i -40°. Non è peregrina l’idea che ho letto, che gli effetti troposferici siano assimilabili a quelli di un ESE Cold, con la differenza che il touch down non avviene in Artico Canadese ma bensì nel cuore della maggiore piattaforma continentale. Capite bene,
    questo è un focus molto importante.

    Un ultima cosa, i modelli ancora non fanno vedere il meccanismo di risoluzione dell’evento che potrebbe finire così, continuare o prendere nuova forma.
    La risoluzione non potrebbe essere un retrogressione in Atlantico orientale che potrebbe portare alta pressione che poi andrebbe a creare un ponte con l'alta siberiana?
    Infine tale situazione del VP potrebbe determinare un early o late final warming?
    Ultima modifica di naturalist; 29/12/2020 alle 12:10
    La realtà è che nella meteorologia appena si esce dall'ovvio si entra nell'assurdamente complesso. G.B.
    La verità imposta è una bugia.

  2. #1442
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da naturalist Visualizza Messaggio
    La risoluzione non potrebbe essere un retrogressione in Atlantico orientale che potrebbe portare alta pressione che poi andrebbe a creare un ponte con l'alta siberiana.
    Infine tale situazione del VP potrebbe determinare un early o late final warming?
    Chiedo scusa, questo non riguarda solo te e il tuo messaggio. In generale, chiederei un maggior sforzo e una maggiore attenzione alla sintassi e alla punteggiatura, capisco che non è un forum umanistico, ma il tutto gioverebbe a una maggiore comprensione e fruibilità di questo forum così interessante... grazie!

  3. #1443
    Brezza tesa L'avatar di Alesax
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Con il passare dei giorni l’evento stratosferico prossimo venturo (che inizierà intorno al 3 gennaio) è visto essere prevalentemente a carico della prima onda. Un paio di giorni fa, cioè decine di pagine addietro (…), si parlò di un contributo della seconda onda che si limitava a concludere l’opera di split.
    La cosa importante però era che la pulsazione calda avvolgente il muro divisorio tra i due nuclei di vorticità positivo e negativo creava una forte compressione verso il basso che tendeva a far ruotare la struttura in senso antiorario. Pensando ad un avvitamento della struttura in 3D, a tutte le quote isobariche il nucleo di principale del vortice polare si troverà sempre più ad est. Fino trasferire vorticità e profondità dal settore canadese a quello siberiano.

    Allegato 550114


    Caratterizzare gli eventi per meglio comprenderli secondo uno standard, è una cosa normale in ogni ambito scientifico ma qui è molto complicato perché alla fine, se guardiamo tutti gli eventi stratosferici avvenuti, ciascuno ha proprie caratteristiche geometriche, geografiche e fisiche. Ora, mentre continuo a guardarmi ECMWF, non è che a grandi linee cambi tantissimo nello scorrere delle uscite. Abbiamo di fronte questo evento ibrido tra split asimmetrico e uno stratwarming di tipo Cold, perchè in basso ECWMF ci fa vedere essenzialmente un displacement del VPS in quanto i due nuclei splittati sono molto vicini (100hpa) o non ci sono (30 hpa), e condividono lo stesso core termico.

    Alcune domande inevase l’altra volta perché evidentemente era troppo presto. Come ne risentirà la troposfera ? Non che ora sia tutto chiaro, anzi, ne discuteremo a lungo nel CTS prima di condividervi l’outlook mensile. Mi limito ad osservare qual è l’azione iniziale che evidentemente parte dalla tropopausa artica. A 150 hpa come potete vedere dall’ultima immagine, abbiamo il nucleo termico del VP con un valore di -74° sulla Russia settentrionale (europea) e tali valori minimi di temperatura sono costanti sul NH per tutto il run. Poco più ad est, in centro est Siberia abbiamo una -52° a 500 hpa associata a una omotermia 0-2000m con valori di poco oltre i -40°. Non è peregrina l’idea che ho letto, che gli effetti troposferici siano assimilabili a quelli di un ESE Cold, con la differenza che il touch down non avviene in Artico Canadese ma bensì nel cuore della maggiore piattaforma continentale. Capite bene,
    questo è un focus molto importante.

    Un ultima cosa, i modelli ancora non fanno vedere il meccanismo di risoluzione dell’evento che potrebbe finire così, continuare o prendere nuova forma.
    Quindi un ESE diverso, ma pur sempre di tipo cold, rispetto a quello che avvenne a inizio anno?

  4. #1444
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Con il passare dei giorni l’evento stratosferico prossimo venturo (che inizierà intorno al 3 gennaio) è visto essere prevalentemente a carico della prima onda. Un paio di giorni fa, cioè decine di pagine addietro (…), si parlò di un contributo della seconda onda che si limitava a concludere l’opera di split.
    La cosa importante però era che la pulsazione calda avvolgente il muro divisorio tra i due nuclei di vorticità positivo e negativo creava una forte compressione verso il basso che tendeva a far ruotare la struttura in senso antiorario. Pensando ad un avvitamento della struttura in 3D, a tutte le quote isobariche il nucleo di principale del vortice polare si troverà sempre più ad est. Fino trasferire vorticità e profondità dal settore canadese a quello siberiano.

    Allegato 550114


    Caratterizzare gli eventi per meglio comprenderli secondo uno standard, è una cosa normale in ogni ambito scientifico ma qui è molto complicato perché alla fine, se guardiamo tutti gli eventi stratosferici avvenuti, ciascuno ha proprie caratteristiche geometriche, geografiche e fisiche. Ora, mentre continuo a guardarmi ECMWF, non è che a grandi linee cambi tantissimo nello scorrere delle uscite. Abbiamo di fronte questo evento ibrido tra split asimmetrico e uno stratwarming di tipo Cold, perchè in basso ECWMF ci fa vedere essenzialmente un displacement del VPS in quanto i due nuclei splittati sono molto vicini (100hpa) o non ci sono (30 hpa), e condividono lo stesso core termico.

    Alcune domande inevase l’altra volta perché evidentemente era troppo presto. Come ne risentirà la troposfera ? Non che ora sia tutto chiaro, anzi, ne discuteremo a lungo nel CTS prima di condividervi l’outlook mensile. Mi limito ad osservare qual è l’azione iniziale che evidentemente parte dalla tropopausa artica. A 150 hpa come potete vedere dall’ultima immagine, abbiamo il nucleo termico del VP con un valore di -74° sulla Russia settentrionale (europea) e tali valori minimi di temperatura sono costanti sul NH per tutto il run. Poco più ad est, in centro est Siberia abbiamo una -52° a 500 hpa associata a una omotermia 0-2000m con valori di poco oltre i -40°. Non è peregrina l’idea che ho letto, che gli effetti troposferici siano assimilabili a quelli di un ESE Cold, con la differenza che il touch down non avviene in Artico Canadese ma bensì nel cuore della maggiore piattaforma continentale. Capite bene,
    questo è un focus molto importante.

    Un ultima cosa, i modelli ancora non fanno vedere il meccanismo di risoluzione dell’evento che potrebbe finire così, continuare o prendere nuova forma.
    Molto interessante Andrea.

    Terrei a fare qualche ulteriore considerazione in quanto ci troveremmo di fronte ad un caso abbastanza borderline, tale da poter venir definito "ibrido" dal punto di vista della connotazione (split/displacement).

    Cominciamo ad evidenziare quali sono le caratteristiche di questo evento che lo distanziano rispetto la tradizionale casistica dei MMW.

    IMG-20201226-WA0005.jpg

    A) Cosa NON è da split:

    1. la mancata chiusura della dinamica (assimilabile in questa fattispecie a CP07) culminante con la rottura delle Epv e poi, conseguentemente con intrusione e frattura della struttura sul piano barico a 10 hpa
    2. la mancata prosecuzione dell'attività di attrito o di partecipazione di W2 (valore climatologico Gpm 300-350) che termina il processo di rottura del vps
    3. Borderline invece la prevalente intensità di W1 che non inibisce necessariamente la dinamica di split ma ne comporta lo sbilanciamento e la configurazione indicata in CP07

    B) Cosa NON è da displacement:

    1. lo stato finale delle Epv (e anche della profondità barica) del vps fortemente indebolite dall'azione concomitante di W2 difficilmente attuabile con la semplice dislocazione della massa in costanza dei soli flussi di W1

    ecmwfpv850f216.png Cattura.JPG

    2. la presenza di W2 quasi costante su valori di media climatologica

    3. le condizioni del vps in alta stratosfera ove si ritrovano le caratteristiche più propriamente riferibili ad una dinamica di split:

    ecmwf1f240.pngecmwfpv1000f240.png


    4. Alcuni segnali precursori troposferici di split di cui facemmo cenno alcune settimane or sono caratteristicamente tipiche di eventi split secondo Martius & Polvani

    5. la rapida ri-inversione del gradiente termico (vedi figura sopra) a cui andrà incontro l'alta stratosfera polare che dovrebbe preludere alla ricostituzione del vps dall'alta stratosfera (e non dalla bassa come il caso del displacement)


    Da questo si potrebbe valutare l'evento quale caso ibrido anche se verosimilmente classificabile quale displacement in quanto non soddisfatto il primo presupposto ovvero la rottura del vps a 10 hpa entro 10 gg. dalla dichiarazione del Major warming (inversione dei venti zonali fino a 60°N)


    Detto ciò, ci troveremo di conseguenza di fronte ad un vps molto indebolito ( e non integro o talvolta pure rafforzato per compressione della massa come avviene nei eventi displacement) non verosimilmente in condizioni di trasmettere moto westerlies verso il basso laddove la colonna dello stesso vortice dovesse riuniformarsi alle diverse quote.
    Alcuni segnali sono invece da monitorare nel senso di valutare le potenzialità da parte del disturbo di risultare propagativo in troposfera.
    In tal senso ritengo riferibile il post quotato di 4ecast ed effettivamente l'area russo siberiana potrebbe essere l'osservata speciale nell'ipotesi in cui si vadano a creare assonanze tropo/stratosferiche imposte dall'alto come esito dell'evento warm.

    Una particolare attenzione meriterà il monitoraggio di questo grafico al fine di valutare se il disturbo resterà sospeso al di sopra o attorno ai 200 hpa (ipotesi NDW = non propagativa) o sarà in grado di propagarsi al di sotto (ipotesi DW)

    ecmwfzm_u_f240.png

    Matteo



  5. #1445
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Molto interessante Andrea.

    Terrei a fare qualche ulteriore considerazione in quanto ci troveremmo di fronte ad un caso abbastanza borderline, tale da poter venir definito "ibrido" dal punto di vista della connotazione (split/displacement).

    Cominciamo ad evidenziare quali sono le caratteristiche di questo evento che lo distanziano rispetto la tradizionale casistica dei MMW.

    IMG-20201226-WA0005.jpg

    A) Cosa NON è da split:

    1. la mancata chiusura della dinamica (assimilabile in questa fattispecie a CP07) culminante con la rottura delle Epv e poi, conseguentemente con intrusione e frattura della struttura sul piano barico a 10 hpa
    2. la mancata prosecuzione dell'attività di attrito o di partecipazione di W2 (valore climatologico Gpm 300-350) che termina il processo di rottura del vps
    3. Borderline invece la prevalente intensità di W1 che non inibisce necessariamente la dinamica di split ma ne comporta lo sbilanciamento e la configurazione indicata in CP07

    B) Cosa NON è da displacement:

    1. lo stato finale delle Epv (e anche della profondità barica) del vps fortemente indebolite dall'azione concomitante di W2 difficilmente attuabile con la semplice dislocazione della massa in costanza dei soli flussi di W1

    ecmwfpv850f216.png Cattura.JPG

    2. la presenza di W2 quasi costante su valori di media climatologica

    3. le condizioni del vps in alta stratosfera ove si ritrovano le caratteristiche più propriamente riferibili ad una dinamica di split:

    ecmwf1f240.pngecmwfpv1000f240.png


    4. Alcuni segnali precursori troposferici di split di cui facemmo cenno alcune settimane or sono caratteristicamente tipiche di eventi split secondo Martius & Polvani

    5. la rapida ri-inversione del gradiente termico (vedi figura sopra) a cui andrà incontro l'alta stratosfera polare che dovrebbe preludere alla ricostituzione del vps dall'alta stratosfera (e non dalla bassa come il caso del displacement)


    Da questo si potrebbe valutare l'evento quale caso ibrido anche se verosimilmente classificabile quale displacement in quanto non soddisfatto il primo presupposto ovvero la rottura del vps a 10 hpa entro 10 gg. dalla dichiarazione del Major warming (inversione dei venti zonali fino a 60°N)


    Detto ciò, ci troveremo di conseguenza di fronte ad un vps molto indebolito ( e non integro o talvolta pure rafforzato per compressione della massa come avviene nei eventi displacement) non verosimilmente in condizioni di trasmettere moto westerlies verso il basso laddove la colonna dello stesso vortice dovesse riuniformarsi alle diverse quote.
    Alcuni segnali sono invece da monitorare nel senso di valutare le potenzialità da parte del disturbo di risultare propagativo in troposfera.
    In tal senso ritengo riferibile il post quotato di 4ecast ed effettivamente l'area russo siberiana potrebbe essere l'osservata speciale nell'ipotesi in cui si vadano a creare assonanze tropo/stratosferiche imposte dall'alto come esito dell'evento warm.

    Una particolare attenzione meriterà il monitoraggio di questo grafico al fine di valutare se il disturbo resterà sospeso al di sopra o attorno ai 200 hpa (ipotesi NDW = non propagativa) o sarà in grado di propagarsi al di sotto (ipotesi DW)

    ecmwfzm_u_f240.png

    Grazie , per me che voglio capire, con tutti i dati che avete esplicato mi ci vuole un anno a mettere tutto in fila. .
    Volevo chiedere come mai in strato sotto le 200 ore tutta questa differenza tra i vari modelli tra gem che alle 240 h non sembra prendere una strada con gfs che abortisce lo
    split propri all'ultimo con il parallelo che li completa con ecmwf con valori di vento zonale molto molto differente rispetto a gfs.griglie di 64 livelli o 91 livelli non sembrano fare differenza in questo frangente. Non è che ci ritroviamo al 7 con split avvenuto con sorpresa di tutti.??

  6. #1446
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Molto interessante Andrea.

    Terrei a fare qualche ulteriore considerazione in quanto ci troveremmo di fronte ad un caso abbastanza borderline, tale da poter venir definito "ibrido" dal punto di vista della connotazione (split/displacement).

    Cominciamo ad evidenziare quali sono le caratteristiche di questo evento che lo distanziano rispetto la tradizionale casistica dei MMW.

    IMG-20201226-WA0005.jpg

    A) Cosa NON è da split:

    1. la mancata chiusura della dinamica (assimilabile in questa fattispecie a CP07) culminante con la rottura delle Epv e poi, conseguentemente con intrusione e frattura della struttura sul piano barico a 10 hpa
    2. la mancata prosecuzione dell'attività di attrito o di partecipazione di W2 (valore climatologico Gpm 300-350) che termina il processo di rottura del vps
    3. Borderline invece la prevalente intensità di W1 che non inibisce necessariamente la dinamica di split ma ne comporta lo sbilanciamento e la configurazione indicata in CP07

    B) Cosa NON è da displacement:

    1. lo stato finale delle Epv (e anche della profondità barica) del vps fortemente indebolite dall'azione concomitante di W2 difficilmente attuabile con la semplice dislocazione della massa in costanza dei soli flussi di W1

    ecmwfpv850f216.png Cattura.JPG

    2. la presenza di W2 quasi costante su valori di media climatologica

    3. le condizioni del vps in alta stratosfera ove si ritrovano le caratteristiche più propriamente riferibili ad una dinamica di split:

    ecmwf1f240.pngecmwfpv1000f240.png


    4. Alcuni segnali precursori troposferici di split di cui facemmo cenno alcune settimane or sono caratteristicamente tipiche di eventi split secondo Martius & Polvani

    5. la rapida ri-inversione del gradiente termico (vedi figura sopra) a cui andrà incontro l'alta stratosfera polare che dovrebbe preludere alla ricostituzione del vps dall'alta stratosfera (e non dalla bassa come il caso del displacement)


    Da questo si potrebbe valutare l'evento quale caso ibrido anche se verosimilmente classificabile quale displacement in quanto non soddisfatto il primo presupposto ovvero la rottura del vps a 10 hpa entro 10 gg. dalla dichiarazione del Major warming (inversione dei venti zonali fino a 60°N)


    Detto ciò, ci troveremo di conseguenza di fronte ad un vps molto indebolito ( e non integro o talvolta pure rafforzato per compressione della massa come avviene nei eventi displacement) non verosimilmente in condizioni di trasmettere moto westerlies verso il basso laddove la colonna dello stesso vortice dovesse riuniformarsi alle diverse quote.
    Alcuni segnali sono invece da monitorare nel senso di valutare le potenzialità da parte del disturbo di risultare propagativo in troposfera.
    In tal senso ritengo riferibile il post quotato di 4ecast ed effettivamente l'area russo siberiana potrebbe essere l'osservata speciale nell'ipotesi in cui si vadano a creare assonanze tropo/stratosferiche imposte dall'alto come esito dell'evento warm.

    Una particolare attenzione meriterà il monitoraggio di questo grafico al fine di valutare se il disturbo resterà sospeso al di sopra o attorno ai 200 hpa (ipotesi NDW = non propagativa) o sarà in grado di propagarsi al di sotto (ipotesi DW)

    ecmwfzm_u_f240.png

    Ciao...ammetto di essere molto molto molto incapace, un displacem con core tutto in Siberia, e un azione propagativa che trova il muro ad est cosa mai potrebbe causare?

  7. #1447
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di 4ecast
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Intervento puntuale di Matteo. Risponde alle domande quì:

    Citazione Originariamente Scritto da Matteo
    Detto ciò, ci troveremo di conseguenza di fronte ad un vortice polare stratosferico molto indebolito (e non integro o talvolta pure rafforzato per compressione della massa come avviene nei eventi displacement) non verosimilmente in condizioni di trasmettere moto westerlies verso il basso laddove la colonna dello stesso vortice dovesse riuniformarsi alle diverse quote.
    Alcuni segnali sono invece da monitorare nel senso di valutare le potenzialità da parte del disturbo di risultare propagativo in troposfera.
    In tal senso ritengo riferibile il post quotato di 4ecast ed effettivamente l'area russo siberiana potrebbe essere l'osservata speciale nell'ipotesi in cui si vadano a creare assonanze tropo/stratosferiche imposte dall'alto come esito dell'evento warm.
    Le westerlies saranno limitate ad un settore sferico, che è quello che a noi non interessa. Esso sarà sul Pacifico interessando al più l'Asia orientale, cioè le aree soggiacenti al nucleo dislocato del VP.

    Ultima modifica di 4ecast; 29/12/2020 alle 13:45
    I'm hoping you are reading this blog outside enjoying the wonderfulness of the weather wherever you may be.
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  8. #1448
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Con il passare dei giorni l’evento stratosferico prossimo venturo (che inizierà intorno al 3 gennaio) è visto essere prevalentemente a carico della prima onda. Un paio di giorni fa, cioè decine di pagine addietro (…), si parlò di un contributo della seconda onda che si limitava a concludere l’opera di split.
    La cosa importante però era che la pulsazione calda avvolgente il muro divisorio tra i due nuclei di vorticità positivo e negativo creava una forte compressione verso il basso che tendeva a far ruotare la struttura in senso antiorario. Pensando ad un avvitamento della struttura in 3D, a tutte le quote isobariche il nucleo di principale del vortice polare si troverà sempre più ad est. Fino trasferire vorticità e profondità dal settore canadese a quello siberiano.

    Allegato 550114


    Caratterizzare gli eventi per meglio comprenderli secondo uno standard, è una cosa normale in ogni ambito scientifico ma qui è molto complicato perché alla fine, se guardiamo tutti gli eventi stratosferici avvenuti, ciascuno ha proprie caratteristiche geometriche, geografiche e fisiche. Ora, mentre continuo a guardarmi ECMWF, non è che a grandi linee cambi tantissimo nello scorrere delle uscite. Abbiamo di fronte questo evento ibrido tra split asimmetrico e uno stratwarming di tipo Cold, perchè in basso ECWMF ci fa vedere essenzialmente un displacement del VPS in quanto i due nuclei splittati sono molto vicini (100hpa) o non ci sono (30 hpa), e condividono lo stesso core termico.

    Alcune domande inevase l’altra volta perché evidentemente era troppo presto. Come ne risentirà la troposfera ? Non che ora sia tutto chiaro, anzi, ne discuteremo a lungo nel CTS prima di condividervi l’outlook mensile. Mi limito ad osservare qual è l’azione iniziale che evidentemente parte dalla tropopausa artica. A 150 hpa come potete vedere dall’ultima immagine, abbiamo il nucleo termico del VP con un valore di -74° sulla Russia settentrionale (europea) e tali valori minimi di temperatura sono costanti sul NH per tutto il run. Poco più ad est, in centro est Siberia abbiamo una -52° a 500 hpa associata a una omotermia 0-2000m con valori di poco oltre i -40°. Non è peregrina l’idea che ho letto, che gli effetti troposferici siano assimilabili a quelli di un ESE Cold, con la differenza che il touch down non avviene in Artico Canadese ma bensì nel cuore della maggiore piattaforma continentale. Capite bene,
    questo è un focus molto importante.

    Un ultima cosa, i modelli ancora non fanno vedere il meccanismo di risoluzione dell’evento che potrebbe finire così, continuare o prendere nuova forma.
    Analisi sublime ma purtroppo io ne capisco poco.. un esito simil ESE COLD con toch down sull'area asiatica.. cioe' causerebbe forte immissione energivora su un lobo gia dopato ? Il problema sarebbe come rimettere in piedi il lato canadese e demolire la radice dinamica russa troposferica... ps grazie quando ci scrivi ci illumini. Perdona la mia ignoranza

  9. #1449
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Molto interessante Andrea.

    Terrei a fare qualche ulteriore considerazione in quanto ci troveremmo di fronte ad un caso abbastanza borderline, tale da poter venir definito "ibrido" dal punto di vista della connotazione (split/displacement).

    Cominciamo ad evidenziare quali sono le caratteristiche di questo evento che lo distanziano rispetto la tradizionale casistica dei MMW.

    IMG-20201226-WA0005.jpg

    A) Cosa NON è da split:

    1. la mancata chiusura della dinamica (assimilabile in questa fattispecie a CP07) culminante con la rottura delle Epv e poi, conseguentemente con intrusione e frattura della struttura sul piano barico a 10 hpa
    2. la mancata prosecuzione dell'attività di attrito o di partecipazione di W2 (valore climatologico Gpm 300-350) che termina il processo di rottura del vps
    3. Borderline invece la prevalente intensità di W1 che non inibisce necessariamente la dinamica di split ma ne comporta lo sbilanciamento e la configurazione indicata in CP07

    B) Cosa NON è da displacement:

    1. lo stato finale delle Epv (e anche della profondità barica) del vps fortemente indebolite dall'azione concomitante di W2 difficilmente attuabile con la semplice dislocazione della massa in costanza dei soli flussi di W1

    ecmwfpv850f216.png Cattura.JPG

    2. la presenza di W2 quasi costante su valori di media climatologica

    3. le condizioni del vps in alta stratosfera ove si ritrovano le caratteristiche più propriamente riferibili ad una dinamica di split:

    ecmwf1f240.pngecmwfpv1000f240.png


    4. Alcuni segnali precursori troposferici di split di cui facemmo cenno alcune settimane or sono caratteristicamente tipiche di eventi split secondo Martius & Polvani

    5. la rapida ri-inversione del gradiente termico (vedi figura sopra) a cui andrà incontro l'alta stratosfera polare che dovrebbe preludere alla ricostituzione del vps dall'alta stratosfera (e non dalla bassa come il caso del displacement)


    Da questo si potrebbe valutare l'evento quale caso ibrido anche se verosimilmente classificabile quale displacement in quanto non soddisfatto il primo presupposto ovvero la rottura del vps a 10 hpa entro 10 gg. dalla dichiarazione del Major warming (inversione dei venti zonali fino a 60°N)


    Detto ciò, ci troveremo di conseguenza di fronte ad un vps molto indebolito ( e non integro o talvolta pure rafforzato per compressione della massa come avviene nei eventi displacement) non verosimilmente in condizioni di trasmettere moto westerlies verso il basso laddove la colonna dello stesso vortice dovesse riuniformarsi alle diverse quote.
    Alcuni segnali sono invece da monitorare nel senso di valutare le potenzialità da parte del disturbo di risultare propagativo in troposfera.
    In tal senso ritengo riferibile il post quotato di 4ecast ed effettivamente l'area russo siberiana potrebbe essere l'osservata speciale nell'ipotesi in cui si vadano a creare assonanze tropo/stratosferiche imposte dall'alto come esito dell'evento warm.

    Una particolare attenzione meriterà il monitoraggio di questo grafico al fine di valutare se il disturbo resterà sospeso al di sopra o attorno ai 200 hpa (ipotesi NDW = non propagativa) o sarà in grado di propagarsi al di sotto (ipotesi DW)

    ecmwfzm_u_f240.png

    Ottimo e condivisibile Matteo per quanto riguarda la classificazione però rimarrei ancora cauto, proprio perché, come hai ricordato, la rottura che porta allo split può avvenire fino a 10 giorni dopo l’inversione dei venti. Inversione che viene vista attualmente per il 5/01, avremmo quindi tempo fino a metà gennaio per avere là rotture del nucleo del VPS tale da poter dichiarare l’evento split. La dinamica non è neanche troppo campata in aria secondo me, l’accorpamento delle vorticità sul settore eurasiatico dovrebbe portare in breve tempo a nuovi disturbi, vediamo un po’ dove si andrà a parare

  10. #1450
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    Predefinito Re: Il NASCENTE Vortice Polare 2020/21 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da cavaz Visualizza Messaggio
    Ottimo e condivisibile Matteo per quanto riguarda la classificazione però rimarrei ancora cauto, proprio perché, come hai ricordato, la rottura che porta allo split può avvenire fino a 10 giorni dopo l’inversione dei venti. Inversione che viene vista attualmente per il 5/01, avremmo quindi tempo fino a metà gennaio per avere là rotture del nucleo del VPS tale da poter dichiarare l’evento split. La dinamica non è neanche troppo campata in aria secondo me, l’accorpamento delle vorticità sul settore eurasiatico dovrebbe portare in breve tempo a nuovi disturbi, vediamo un po’ dove si andrà a parare
    concordo
    con una dislocazione del genere e con quello che c'è in troposfera i warming siberiani ripartiranno subito ed esporranno il vps a un nuovo potenziale episodio di bilobazione
    si spera con maggiore sincronia delle onde planetarie

    C'ho la falla nel cervello


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