se dovesse succedere penso che per me finirā la passione per la meteorologia, vedesse sta nina che puō fare...in ogni caso il modello ncep, ha giā abbassato la cresta.
http://www.bom.gov.au/climate/model-...OD&tabs=Models
Il trend č questo ed č determinato dal gW, nonostante la PDO virata in negativo non c'č alcun accenno ad un calo di heat content.
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Posto che prima di metā anni 80 questi dati sono veramente poco affidabili, vediamo che a partire dall'accelerazione del GW negli anni 80 non abbiamo pių avuto cali importanti, durante i cicli PDO+ il contenuto di calore tende ad aumentare pių rapidamente e durante quelli negativi tende a restare stazionario, ma non č sceso praticamente mai.
A livello di SSTA č vero che quella zona si č scaldata maggiormente negli ultimi anni, puō essere che sia influenzata anche quella dall'amplificazione artica, ma a livello di contenuto di calore č abbastanza in linea con gli altri oceani.
Si era scaldata pochissimo da metā anni 90 fino al 2014, a differenza ad esempio dell'oceano indiano che si era scalato di pių, adesso si č riportato un linea con gli altri.
Un po' lo avevamo approfondito nella discussione solo scorso autunno.
Teleconnessioni per l'autunno 2020
La niņa favorisce un rinforzo azzorriano quindi correnti mediamente da nord per noi, perō andare oltre č difficile anche perché le Alpi diventano decisive, se le perturbazioni passano ad ovest o ad est della barriera alpina (o ci si schiantano producendo favonio a volontā) cambia tutto in termini di condizioni meteo italiche.
Questo a mio avviso č uno dei pochi punti fermi del prossimo autunno, anomalie gpt+ a ridosso dell'Europa occidentale.
Io intendevo per i prossimi decenni e salvo catastrofi
Poi se arriva una VEI7 un po' di calo lo vedresti, perō ci vorrebbe roba molto potente, pių di Pinatubo, e con il rischio di un impatto circolatorio avverso che potrebbe penalizzare proprio il nord Pacifico e compensare l'effetto dell'eruzione in questa zona.
Secondo me pių che saltati del tutto sono un po' modificati, anche in questa estate era prevedibile la tendenza ad affondi occidentali ma in passato la configurazione non si sarebbe bloccata in questo modo, il getto avrebbe avuto la forza di sfondare pių spesso verso il Mediterraneo. Sė vedono effetti simili ma con variazioni sul tema (in negativo per un freddofilo).
Il problema č la rapiditā con cui si esce dalla niņa, tutti gli episodi di Niņo cominciati in primavera sono poi diventati intensi (sopra +1,5). Quindi giā arrivare a +0,3/+0,5 entro l'orizzonte dei modelli attuali (aprile 2022) č piuttosto problematico.
Č un po' insolito passare da una niņa biennale ad un Niņo cosė rapidamente ma un precedente esiste ed č il 72-73, fu un Niņo isolato incastrato dentro una fase PDO-ENSO-, ma piuttosto potente.
Magari č un loro abbaglio e infatti io per primo avevo suggerito di ignorarli per il momento, ma se tutti i modelli vanno in quella direzione forse hanno qualche motivo valido per farlo, vedremo i prossimi mesi come aggiornano.
Al di lā di come andrā, mi auguro veramente che un Nino forte o anche moderato non avvenga, anche perchč questa Nina e l'eventuale prossima, sarebbero comunque piuttosto deboli a quanto pare, e apparentemente non in grado di contrastare quello che ormai sembra un ulteriore e importante shift climatico, ovvero il post Nino 2015. Se ce ne fosse un altro, per di pių a cosė breve distanza, non oso pensare dove ci porterebbe.
Anche io spero che non ci sia, perō č bene ricordare che un Niņo moderato-forte non porta necessariamente ad effetti di lungo termine o ad uno shift climatico, il 2009/2010 ne č un buon esempio. Non č raro che un Niņo venga seguito a ruota da una niņa di intensitā simile, quando accade gli effetti climatici vengono neutralizzati rapidamente.
Ormai con il prossimo saranno trascorsi 6 inverni dal Niņo del 2015, di cui 4 di niņa, 1 di nada e uno di Niņo (debole), se non sarā il 22/23 ci toccherā nel 23/24.
Beh qui non č pių questione di freddofili o caldofili, č questione della nostra pelle o per essere pių ottimisti della nostra salute. Mi č sembrato quest'anno che sono bastate esili sottigliezze dal punto di vista configurativo pių che veri e propri affondi occidentali per determinare la megacupola anticiclonica africana su tutto il mediterraneo. Un piccolo cedimento del getto ad ovest quasi impercettibile. Qualcosa di simile avvenne forse nel 2003 ma in modo molto pių marcato. Ora sembra basti molto meno per ritrovarci quel mostro sulla capoccia per settimane. Anche la ripresa del flusso occidentale ho notato che spesso gioca a nostro sfavore, una sorta di effetto venturi che trascina la cupola anticiclonica africana appena pių a nord, quel tanto che basta per soffocare l'intera penisola. Mi chiedo se una bella eruzione in qualche zona disabitata del pianeta possa essere una catastrofe maggiore di quella che stiamo vivendo oggi un pō in tutto il mondo. Sugli effetti delle eruzioni, bisogna vedere credo dipenda da molti fattori, a cominciare dalla latitudine dell'eruzione, dal tipo di polveri dalla quota in stratosfera eccetera. Mi piacerebbe assistere agli effetti di una mega eruzione con il sole debole, perchč credo che i due effetti combinati potrebbero determinare cambiamenti (verso il freddo) importanti.
Per sole debole non intendo meno TSI (che pare vari pochissimo) ma come attivitā solare in toto che va ad incidere sui pattern e sulle dinamiche circolatorie.
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