Dopo uno scambio di pensieri con Alessandro, sono emerse delle evidenti correlazioni tra anni in cui abbiamo avuto una NINA moderata o intensa e l’andamento della comunicazione tra troposfera e stratosfera nel periodo che va da fine autunno ad inizio inverno degli stessi anni.
Ma veniamo al dunque, andiamo a prendere gli anni post 1979 (la maggior parte dei dati parte da quegli anni) con indice ONI <-1.0:
1984/85
1988/89
1998/99
1999/00
2007/08
2010/11
2011/12
Il primo elemento che emerge è la presenza, in quasi la totalità di questi anni, di ESE cold nella stagione tardo-autunnale/prima parte invernale:
1984/85 /
1988/89 27/12/1988
1998/99 29/01/1999
1999/00 30/12/1999
2007/08 31/12/2007
2010/11 21/01/2011
2011/12 22/11/2011
Si nota la peculiarità del 1984/85 che è l’unico a non aver avuto un ESE COLD durante la stagione. Andando però a controllare l’indice SOI, è emerso che in quella stagione rimase su valori neutro/negativi, denotando un’atmosfera non in fase con le anomalie oceaniche della zona ENSO e quindi verosimilmente non analizzabile in questo caso.
Un altro fattore che balza all’occhio è la relativa precocità di gran parte di questi eventi stratosferici, ad esclusione del 1998/99 e del 2010/11 che sono avvenuti a metà stagione invernale, gli altri si sono avuti tutti entro la fine di dicembre. Andremo quindi a dividere gli eventi in due gruppi distinti: GRUPPO A (ESE entro fine anno) e GRUPPO B (ESE a gennaio).
Andando quindi ad analizzare separatamente i due gruppi, si notano ulteriori elementi di interesse riguardo l’andamento dei flussi di calore in alta stratosfera.
GRUPPO A
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GRUPPO B
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Si nota subito un andamento degli heat flux agli antipodi nei mesi di novembre-dicembre degli anni del gruppo A rispetto a quelli del gruppo B. Si può quindi ipotizzare che alla base di questo “ritardo” nella realizzazione dell’ESE, ci sia proprio questo diverso andamento dei flussi.
L’andamento degli HF negli anni del gruppo A potrebbe dimostrare come una NINA moderata/forte, con un sensibile calo del gradiente, sia verticale che orizzontale, proprio sul settore Pacifico, dove generalmente ha origine la prima cresta d’onda, vada a smorzare l’attività troposferica che dà origine ai T-S-T event. Una scarsa o nulla comunicazione tropo-strato che porta quindi, per motivi radiativi, ad un progressivo e intenso raffreddamento del VPS a partire dall’alta stratosfera, dove i disturbi arrivano solamente a carico della prima onda, andando poi a sfociare in tempi piuttosto rapidi in un ESE Cold.
Tornando un passo indietro, quale elemento può portare al ritardo di questa dinamica, come avvenuto negli anni del gruppo B?
Se andiamo a notare le differenze su scala emisferica, tra i due gruppi, emerge come negli anni del gruppo B il mese di novembre abbia visto un maggiore isolamento e quindi maggiore raffreddamento del settore siberiano rispetto ai mesi di novembre degli anni del gruppo A. Come ben sappiamo, un blocco di aria molto fredda e stratificata sul settore russo-siberiano può portare ad una divergenza del getto capace di generare flussi di calore fino in alta stratosfera. Questo potrebbe essere uno dei fattori che porta all’aumento dei flussi di calore alla base del ritardo nella dinamica sopra esposta.
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Questo è quello che è emerso, è palese che gli anni presi in considerazione sono pochini per elaborare teorie e sicuramente alcune cose erano già più che note, però potrebbe essere una base di partenza per studi futuri