Le componenti che portano al deterioramento stagionale del vps, a partire dall'alta stratosfera, sono risaputamente di due tipi: radiativa (fotochimica) e dinamica.
Sovente tendono a mescolarsi facendo prevalere talvolta la componente dinamica con la possibilità di sfociare in un Final Warming di tipo Major qualora la condotta del forcing sia simile ad un riscaldamento maggiore invernale, talaltra la componente radiativa cioè attribuibile al riscaldamento solare.
Vorrei richiamare l'ottimo pezzo di Andrea Rossi (@4ecast) che fa molta chiarezza anche in merito alle declaratorie del Fw in letteratura:

Un po' di chiarezza sul Final Warming 2014 - MeteoNetwork

Quello che tuttavia maggiormente interessa i lettori sono gli eventi legati alle loro possibili conseguenze e, non da ultime, le conseguenze del Final Warming sulle dinamiche tardo primaverili o addirittura estive.

Cominciamo subito a dire che l'attuale dinamica che sta portando alla destrutturazione del vortice stratosferico, ad iniziare dalle quote più elevate, ha una prevalente componente radiativa e, solo ultimamente si stanno andando a sommare l'attività degli heat fluxes provenienti dalla troposfera.
Questo fatto è assolutamente evidente facendo riferimento all'impermeabilità di una stratosfera, tardivamente fredda, a qualsiasi tentativo da parte dei flussi di calore nel passare la linea della tropopausa.
Questa situazione si è sostanzialmente mantenuta tale fino all'incirca alla metà di aprile e pertanto non vi è alcun dubbio che l'indebolimento del vps sia avvenuto dall'alta stratosfera ad opera dell'irraggiamento solare.
Le mutate condizioni della troposfera, verosimilmente da attribuirsi alla fase regressiva della Nina, si sono concretizzate solo da ultimo, in una circolazione maggiormente forzante da parte delle Rossby waves (attivazione Mjo fasi 6/7/8 - risalita PNA- GLAAM fortemente positivo) e quindi un una loro progressiva maggior capacità di intrudere la tropopausa.

Se quindi abbiamo riguardo alla quota relativa a 30 hpa come quella secondo la quale, la FUB guarda per la declaratoria del Fw, possiamo dire oggi a maggior ragione che gran parte dell'attività di destrutturazione è stata compiuta da una dinamica di invecchiamento naturale e tardivo (late) del vps accelerata solo da ultimo da una componente dinamica peraltro qualificabile ad oggi come minor warming.

Quindi? Tutto finito?

Non proprio. Alla forma e alla dottrina che ci permettono di attribuire la qualifica di Fw all'evento in questione vanno affiancate osservazioni pragmatiche che maggiormente ci aiutano a comprendere se oltre al Final Warming ci possano o meno essere delle implicazioni per la troposfera da una tardiva dinamica in grado di intrudere i piani medi e bassi della stratosfera dal momento che quelli medio alti ed alti sono ormai fuori partita.
Per arrivare al "dunque" bisogna quindi verificare da adesso in avanti se la componente dinamica ovvero i flussi della troposfera siano in grado di incidere sulla colonna (ormai corta del vps) andando a forzare anzitempo un'inversione dei venti zonali.

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Il meccanismo di propagazione del disturbo stratosferico (s-t) dipende dalla capacità di ricreare, al di sopra rispetto a dove è avvenuta la rottura dell'onda, condizioni di zonalità positiva che consenta la propagazione del momento easterlies verso il basso.
A titolo esemplificativo, qualora il forcing troposferico fosse in grado a breve di invertire i venti zonali a 70 hpa, è assai probabile che la sola componente radiativa non sarebbe ancora sufficiente a mantenere condizioni di zonalità negativa.
Di conseguenza il disturbo avrebbe una buona possibilità di propagarsi ai piani più bassi fino in troposfera con effetti certamente più blandi rispetto la stagione invernale ma anche più diluiti nel tempo data la maggior difficoltà da parte della colonna del vp di approfondirsi in questa fase dell'anno.

Diversamente se la componente dinamica si limitasse ad accelerare l'inversione già in corso a 30 hpa (fw), lasciando intonsi i venti ai piani inferiori, è assai probabile che questa dinamica non comporti alcuna conseguenza sul piano del disturbo stratosferico nei confronti della troposfera dal momento che non vi sarebbe alcun spazio per permettere una nuova inversione dei venti (anti)zonali in venti zonali a quella quota o a quota soprastanti.

Attendiamo quindi di vedere le prossime emissioni cosa ci diranno.