Direi anzi di no, il GW non sta aumentando la varianza (che comunque è un concetto diverso dalla semplice escursione, in quanto indica l'entità dello scostamento dalla media in ambo i sensi, sempre più sostituita da scostamenti leggeri rispetto ad una media baseline sempre più alta).
Comunque apriamo una nuova discussione se proprio, non mi va di inquinare questo thread ulteriormente.
Mai sostenuto il contrario.
Ho solo fatto una considerazione su una sensazione. Vedi comunque il mio precedente messaggio e l'articolo linkato da wolf.
So benissimo cosa è escursione e cosa è varianza.
Però se vuoi continuare ad usare quest'aria da professorino mi tocca ri-quotarti
L'esempio Timbuctu/Ojmjakon non c'entra niente, perchè relativo a posti diversi in una stesso periodo climatico mentre qui parliamo di confronti relativi agli stessi posti in differenti periodi climatici.
Non c'è nessun inquinamento, e comunque non ho intenzione di continuare.
Calma, non serve litigare![]()
Non siamo completamente OT visto che in qualche modo tutto questo ha a che fare anche con i WR.
Ho approfondito la questione, e anche studi recenti confermano che la situazione non è affatto così banale come sembra, e anzi è necessario fare dei distinguo per latitudine e zona. In Bathiany et al. (2018) ad esempio vengono esposti i risultati di alcune simulazioni che indicano come verso la fine di questo secolo, rispetto all'inizio dell'era industriale, ci si aspetti un aumento della variabilità in ESTATE (A) nelle aree artiche e in misura minore alle medie latitudini continentali, ma in modo eterogeneo; aumento della varianza anche nelle zone tropicali, soprattutto dell'emisfero nord. In INVERNO (B) la variabilità sarà invece molto minore in tutti gli oceani settentrionali e buona parte delle medie/alte latitudini, con invece un forte aumento in Amazzonia e Africa meridionale. Nel complesso durante l'intero ANNO (C) le uniche aree che vedranno un aumento della varianza saranno quelle continentali equatoriali e tropicali.
Queste variazioni si spiegano con la fusione estiva molto forte del ghiaccio marino (già in atto), conseguente variazioni nella disposizione della corrente a getto a causa del mutato gradiente meridionale, e al diverso uso dei suoli: questo avrà un ruolo molto importante in particolare in vaste aree delle basse latitudini (Amazzonia in primis) che potrebbero andare incontro a periodi più secchi e questo varia la capacità termica del terreno, favorendo ondate di caldo più forti ad esempio.
CapturFiles.png
Se ci limitiamo al passato/presente, ecco quello che mostra lo stesso studio sulla base di dati misurati (GISTEMP, B) e modelli (CMIP5, C) per capire come varia la varianza:
CapturFiles_1.jpg
Sostanzialmente il pattern (al netto di normali eterogeneità) è concorde con quanto sopra, insomma sembra che la direzione sia proprio quella descritta.
Un altro studio ancora più recente, Olonscheck et al. (2021) conferma questi risultati:
CapturFiles_2.png
Riguardo invece le ondate di caldo/freddo, un altro studio del 2018 (Johnson et al.) mostra ad esempio che durante il rallentamento (non inversione eh!) del riscaldamento globale tra il 2002 e il 2014 ci siano state appunto alcune ondate di freddo molto forti (alcune già citate: 2009/10, 2010/11, 2013/14) e si nota che "such an increase in temperature variability would contrast the observed and projected decrease in subseasonal and year-to-year temperature variance" e continuano: "the apparent contrast in behavior between global mean surface temperature and continental extreme temperature occurrence during the hiatus period suggests that the leading mechanisms responsible for their variations may be distinct. Such distinctions imply that some mechanisms may preferentially warm or cool the NH land relative to the oceans or Southern Hemisphere, or that different mechanisms modulate the seasonal evolution of global temperature. Previous studies have highlighted notable regional and seasonal variations in temperature trends during the hiatus period, but it remains uncertain if the dominant mechanisms for decadal-timescale annual global mean surface temperature variability, namely those related to equatorial Pacific surface temperature variability, also hold for regional and seasonal extreme temperature occurrence", per concludere che "this analysis indeed reveals that both summertime warm and wintertime cold extreme temperature occurrences increased from 2002 to 2014. Additional analyses of observational data and climate model simulations indicate that the drivers of these hemispheric extreme temperature changes relate to naturally occurring, large-scale climate patterns in the atmosphere and oceans, and that these patterns are distinct from those that are believed to be a primary driver of the global warming slowdown".
Se si guardano gli andamenti degli estremi di freddo e di caldo in quegli anni infatti (a: terre emerse del NH), si nota un aumento di entrambi, benchè abbastanza rumoroso:
CapturFiles_3.png
Il dettaglio delle varie regioni del globo evidenzia inoltre una forte eterogeneità. Lo studio si conclude con "more work is needed to understand how increasing greenhouse gases, large-scale modes of climate variability, and local-scale feedbacks will interact to alter the characteristics of temperature extremes in a warming world." quindi ovviamente c'è ancora lavoro da fare. In ogni caso a un certo punto provano giustamente ad allargare la finestra:
CapturFiles_4.png
(grafici che si riferiscono ancora alle terre emerse del NH) e qui risulta più chiaro che insomma le ondate di freddo invernali negli ultimi decenni non sono affatto aumentate. Sarebbe stato interessante vedere la somma di questi due grafici, che ad occhio è difficile dire se si "compensino" o no. Nel mio piccolo allora, ho utilizzato i dati della mia zona: ho confrontato il numero totale di ondate di caldo+freddo con la temperatura media annuale
ESC.jpg
Occhio che la scala delle ondate fredde/calde (sinistra) è invertita! In questo lungo intervallo di tempo dunque la correlazione tra le due grandezze è -0.42, negativa, quindi tendenzialmente se la temperatura media aumenta allora aumentano sì le ondate di caldo, ma quelle di freddo per nulla, e la somma totale anzi va in controtendenza. Che è una cosa che comunque mi aspetto, visti i risultati esposti all'inizio, varianza annuale e numero di estremi sono comunque abbastanza legate.
Dottorando in Polar Sciences - Il mio libro su Amazon: L'apocalisse climatica del 536
Estremi termici dal 1774: -18.4° (1985) / +42.1° (1952)
Il mio sito e la mia stazione meteo: http://meteopsn.altervista.org/index.html
Ti rifaccio i miei complimenti per tutto ciò che porti in questo forum.
Volevo poi esporre un commento molto soggettivo in merito, il quale si articola in 3 considerazioni di massima:
1) nel pattern 2010-19 si evince perfettamente ciò che è successo, ossia quella specie di ''bacio'' sfumato tra Atlantico e Mediterraneo che ha azzoppato gran parte delle irruzioni fredde e imputridito con mitezza oceanica gli anticicloni...
2)... anticicloni la cui presenza è stata molto sopravvalutata e pompata dall'opinione pubblica, dal forumismo e da alcuni siti, dato che il più delle volte si sono create configurazioni ibride che con l'anticiclone condividevano solo la stabilità atmosferica, devastando le medie termiche a suon di saune uggiose da 0.2 mm al giorno al posto dei bei zeri puliti di un anticiclone sano e fresco (quantomeno per la Valpadana);
3) quando ho visto la proiezione per gli inverni 2020-29 ho goduto: alta pressione a tappo sull'Europa occidentale, più freddo da nordest, meno zonalità, anticicloni che resistono anche una settimana invece di andare in casino dopo 36 ore e altre belle cose per un freddofilo purosangue.
Ma poi ho visto che la tua proiezione per il decennio 2010-19 era analoga a quella redatta il 2020-29 e mi è venuto da piangere, ho pensato ''ci risiamo'' e mi si sono disintegrati i sogni di risalita dalla latrina attuale (anche dopo la fiducia parziale che il 2021/22 mi aveva dato in tale ottica seppur estremo e anche lui avaro di freddo serio).
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