...." Le medie latitudini in area europea oltre i 42°/43° nord potrebbero infatti risentire di questa fase in modo temporaneo....."
Di temporaneo vedo assai poco anche per le latitudini sopra i 42/43°N: questa heat wave non sarà affatto "mobile" neanche al nord , purtroppo: tolto il mini break di metà settimana , sarà un'onda di calore di circa 10 giorni anche al nord tutto e a tutti gli effetti NON TEMPORANEA.
Il tutto era ben evidente dalle ENS sia del modello inglese che del modello americano già dai primi di luglio, ens che a mio avviso, come già detto, restano lo strumento migliore per fare analisi tendenziali territoriali fra i 5 e i 15 gg.
Limitarsi a commentare quello che scrivono gli altri (nella consueta mancanza di propri contributi all'analisi) presupporrebbe di base almeno il comprendere il senso di quello che viene scritto e che qui, per dovuta ulteriore chiarezza nei confronti degli utenti tutti mi accingo a modulare diversamente evitando mal di pancia personali che non interessano a nessuno
Nell'ambito di un'analisi teleconnettiva si evidenzia un segnale di fondo che ormai da circa 2 mesi crea un imprinting a bassa frequenza nella circolazione generale del nord emisfero.
Questo è il segnale portante dell'esordio del Nino che ad oggi porta ad una continuativa trasmissione di momento angolare positivo, ad un indice PNA mediamente positivo con (anche) vistose oscillazioni ad accompagnare altrettante ondulazioni del getto, ad un progressivo riscaldamento delle fasce tropico equatoriali con esacerbazione di un gradiente tra le fasce calde e quelle temperate delle medie latitudini.
Dal momento che tuttavia la caratteristica di questo esordio di Enso positivo presenta delle peculiarità (con una regione enso 1+2 molto più calda rispetto alla regione dell'ONI), lo stesso Nino pur connotando uno stato di fondo, dà adito all'attivazione di forzanti ad alta frequenza che in qualche modo ne disturbano la continuità.
Qui si vede molto bene attraverso dei massimi convettivi in contrasto con la condotta media di uno stato di El Nino.
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La divergenza dei venti in alta troposfera tra l'oceano indiano ed il continente marittimo rappresenta una fase convettiva che non è in linea con il segnale a bassa frequenza e ne interrompe quindi la continuità come del resto anche gli EWB (forti alisei in prossimità del meridiano del cambio di data) sono in contraddizione con lo stato di el nino
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Per concludere quindi la carrellata di segnali in controtendenza aggiungo la forte risalita del SOI e la fase di calo abbastanza vistosa del PNA rispetto il trend fin qui assunto.
L'analisi su base teleconnettiva quindi non serve a fare previsioni di dettaglio ma soprattutto a spiegare lo stato attuale e il comportamento dell'atmosfera distinguendo il trend portante (bassa frequenza) dalle varianti che ne nascondono (temporaneamente) gli effetti.
Ora se abbiamo chiaro questo punto di partenza (osservando la luna e non il dito), abbiamo chiaro che ci troviamo di fronte a due situazioni da valutare le quali commentano e spiegano la condotta attuale dell'atmosfera:
- l'incremento del livello medio delle fasce tropico equatoriali che consta della linea media più avanzata della Cella di Hadley locale che verosimilmente viene sollecitata attraverso il Nino ad incrementare il Monsone del Sahel e tutto questo concorre ad incrementare il gradiente e quindi anche la circolazione zonale;
- la fase ondulatoria attuale che si sovrappone agli effetti del Nino portando la corrente a getto ad ondulare coprendo di conseguenza aree molto più a nord della linea mediana imposta dalla salita delle fasce tropicali.
La situazione attuale pertanto sta al confine tra queste due condotte ed è figlia di uno stato enso positivo di fondo disturbato da alcune atipicità.
Se guardiamo tuttavia la figura 1 postata, si può notare come i centri convettivi possano traslare verso est e probabilmente a quel punto anche la Mjo potrà uscire in fasi forzanti rimettendo in carreggiata una situazione connotata da un getto mediamente teso.
In un maggior dettaglio, proprio dai modelli infine, si vede come il nord italia e le regioni a nord del 42/43° parallelo siano borderline rispetto l'intensa lievitazione della Cella tropicale e che il loro inglobamento sotto la calda cupola di questi giorni sia sollecitata dalla heat wave ovvero dall'ondulazione del getto mentre potrebbe restarne ai margini in una ripresa di tensione del jet stream (e questo è un motivo di dovuta attenzione proprio per quelle zone che più facilmente potranno essere raggiunte nuovamente dal getto una volta esaurita la spinta meridiana).
Il discorso, come evidente, è molto più articolato e finalizzato a cercare di descrivere un contesto circolatorio all'interno del quale è lecito tentare di adattare la condotta dei modelli...
Lo spirito è questo...per chi lo comprende.
Matteo
Certo che si comprende lo spirito delle analisi tlc, lo ho gia scritto in precedenza.. quello che discuto è il fatto di voler contestualizzare una previsione piuttosto puntuale (quando si parla di quanto in neretto, 42/43°N etc etc) partendo da una analisi teleconnettiva che , giustamente , è fatta per un'analisi ad ampio raggio e a livello emisferico...le contestualizzazione puntuali vanno fatte, a mio modesto avviso, col determinismo, su base ens quando si va oltre i 5 gg e fino ai 15 gg...tutto qua.
Ps: l'incipit, alquanto polemico ma anche offensivo visto che 1) non ho criticato l'analisi teleconnettiva quanto più il suo uso per una definizione molto puntuale , 2) non sono in grado di fare una analisi teleconnettiva ma fino a comprendere e ad usare il determinismo, ci arrivo...dicevo che l'incipit polemico e piuttosto offensivo è alquanto fuori luogo.
Intanto segnali di ripresa della Mjo che potrebbe dare un nuovo slancio al momento angolare con influenza sulla componente zonale
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Visibile anche nei clusters dei pattern
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Matteo
Perfetto.
Ed è il motivo per cui all'analisi su base teleconnettiva, che in questo caso viene in aiuto per comprendere la circolazione così come connotata dalle attuali forzanti si può integrare con l'osservazione dei modelli.
Si vede proprio osservando i modelli deterministici ( o le ens per chi ne fatto un proprio dogma) quale possa essere la linea di avanzamento delle isoterme influenzate dal monsone meridionale occidentale africano e dove invece, con carattere di minor persistenza, vada ad incidere il forcing dinamico che genera la vera e propria heat wave che va ad inglobare anche il nord italia e oltre.
Questa è la prima heat wave a cui fa seguito la spianata zonale generata dall'incremento di gradiente:
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E' assai probabile che ne segua una seconda, che a vedere il modello, presenterebbe un asse leggermente più e-shiftato e a seguire ancora una nuova spianata.
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In soldoni si vede bene proprio dai tanto decantati modelli dove si trovi ( a livello di latitudine ) una linea di discontinuità tra la persistente presenza dell'area delle calme estive nel mediterraneo e dove invece sia maggiormente discontinua e condotta dal comportamento del getto (osservate grossomodo i gradi di latitudine all'interno dei quali persiste una componente anticiclonica nonostante lo spianamento zonale).....
Questi elementi sono quindi integrati dall'analisi su base tlc. che opera su linee generali, basta capirlo o volerlo capire a seconda dei casi.
Torniamo un attimo ora più propriamente sull'analisi del ITCZ la cui maggiore influenza, per quanto ci riguarda, si esplica maggiormente nella sezione del W- ITF.
Questo viene sollecitato a livello teleconnettivo dal Monsone meridionale del WAM (ovvero della linea più avanzata delle precipitazioni monsoniche verso il deserto del Sahel) ed è pertanto una sua conseguenza.
La Mjo e la condotta della corrente subtropicale agiscono da "trigger" e danno quindi libero sfogo ad un'area molto calda che è rimasta compressa e che coglie, come sua occasione per esplodere verso latitudini più elevate, anche la circolazione delle medie latitudini (poi, se vogliamo, possiamo anche aggiungere le anomalìe delle sst mediterranee come concausa)
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La linea climatologica più avanzata delle precipitazioni monsoniche, per il periodo, è sui 18°N mentre osserviamo che la spinta monsonica la fa andare anche oltre i 19°N invadendo Mali, Niger e fino alla parte meridionale dell'Algeria.
Pertanto è indubbiamente più facile, da un lato, portare effetti estremi durante una heat wave anche a latitudini anomalmente elevate, dall'altro a mantenere più elevata un'area di calore più stabile anche nel momento in cui l'onda viene compressa dalla ripresa dei venti zonali.
Questo conduce infine (lo ribadisco) a pensare che quella fascia di maggior variabilità termica, soggetta quindi agli effetti del caldo generato dalla wave, sia anche la più vulnerabile dal punto di vista dei fenomeni estremi nel momento in cui la wave si ritira e il getto comincia e scorrere su aree dove l'atmosfera diventa instabile.
Un saluto a tutti
Ultima modifica di mat69; 11/07/2023 alle 10:06
Matteo
Esattamente, il quadro deterministico...ma in terza decade e dopo una decade con un gobbone bollente fino ai 46/48°N non preventivabile su base teleconnettiva che dà un quadro di insieme e generale, mentre il determinismo ci dà un quadro previsionale/tendenziale puntuale....era solo questo che volevo evidenziare nei post di cui sopra visto che spesso si "perculano" analisi basate sul determinismo ENS che è e resta l'unico valido strumento per identificare una tendenza puntuale e su porzioni di territori ben specifiche ( quando si parla , ripeto , del range temporale fra i 6 e i 15 gg) .
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