Ciao.
Si parte da due punti assai differenti; l'indice discusso parla in termini emisferici sia di casi NAM--, sia casi NAM ++, mentre se trattiamo l'area geografica del Sud Europa, per di più in termini d'avvezioni fredde, si entra in una specificità che ha risvolti dettati da uno spettro variegato di situazioni.
Parlare d'avvezioni fredde significa innanzitutto chiedersi di che che tipo di massa d'aria fredda si vuol discutere, ma se parliamo di stratosfera e troposfera accoppiate in termini di NAM --, il sottinteso classico è evocare l'aria artica continentale.
In tal senso, l'accoppiamento stato/tropo in condizioni èdi NAM-- suggerisce l'antizonalità dei moti troposferici e, dunque, la possibilità dell'arrivo d'aria artica continentale sull'area mediterranea.
Ma, si intende, ciò è solo una possibilità, poiché poi dipende sempre dalla dinamica e direzione della colata stessa.
Tra l'altro, esempio l'inverno del 1955/1956, tale dinamica può realizzarsi (cosa tuttavia non canonica) in sostanziale situazione di disaccoppiamento tra startosfera e troposfera,
Quindi, la risposta alla tua domanda non può discendere solo dal valore di quell'indice, ma quell'indice rimane interessante poiché la probabilità di avere situazioni di grande gelo sull'Europa (apro un po' il campo), eventi che non di rado rimangono di spicco negli annali della meteorologia, acquisiscono possibile concretezza nel caso in cui quell'indice suggerisca l'accoppiamento in situazione di NAM -- della stratosfera con la troposfera.
Credo che una domanda che possa in un certo senso intrecciare con la tua sia: "La distribuzione delle onde troposferiche, quale caratteristiche induce in termini d'infrangimento d'onda in stratosfera"?
Domanda per cui non ho risposta, ma che mi piacerebbe provare ad esplorare (se il mio tiranno, il tempo, me lo consentirà).
Ho pensato e ripensato se pubblicare il documento di cui di seguito propongo il link (prodotto a novembre dell'anno passato e dato in visione ad un ristretto numero di osservatori), perché so di espormi su un tema delicato e sensibile per molti. Il nocciolo del problema sta nel fatto che ad oggi non c’è un espressione numerica che avvalori l'idea per la quale la dinamica Ottobrina sia un concreto precursore della successiva dinamica invernale. Vi sono vari indizi, ma al momento nessuna validazione.
Il risultato proposto è dunque di natura sostanzialmente speculativa, un tentativo d'interpretare ciò che Ottobre si suppone suggerire. Per questioni di tempo non posso offrire nemmeno un’analisi retrospettiva degli anni trascorsi, che sarebbe di certo interessante sia in sede d’analisi, sia in ottica predittiva.
La farò, ma prima, con un nuovo compagno di viaggio, vorrei puntare su un ultimo tentativo teso a dimostrare il legame tra la l’attività Ottobrina e il NAM invernale.
Il lavoro su questa faccenda nasce da lontano ed in origine, e per lunga data, fu svolto con Alessandro Pizzuti (primo ispiratore dell’idea) e Riccardo Valente; una bella avventura durata a lungo, che ha fatto maturare, tra abbagli e comprensioni, una visione d’insieme del sistema Vortice Polare.
Quindi, senza alcuna pretesa, per chi fosse interessato di seguito metto il punto di vista ottenuto per l’anno che fu, in ottica di tentare la produzione di un analogo documento per l’inverno che verrà.
https://www.arasky.it/pdf/Inverno_ch..._2024_2025.pdf
Ci siamo!
Ecco il primo vagito del Vortice Polare stratosferico che ci accompagnerà per tutto il semestre freddo 2025/2026.
download.png
A proposito di ciò che scrissi riguardo alla fattura di un indice simile all' U60 N, ho rilasciato online i dati relativi agli inverni dal 1951/1952 al 2023/204 dell'indice che ho battezzato come WCI (Winter Coupling Index) .
Il link alla pagina dati e: - ARA
Ora non "resta" che automatiizare il processo di calcolo per l'inverno che verrà...
P.S. Ho scelto un nome troppo evocativo!
Anche quest'anno è ripartito il monitoraggio degli eventi di calore
download.png
io volevo segnalare un evento di calore importante e poco frequente nel emisfero meridionale.
479.png
Se avessi tempo, sarebbe carino fare il medesimo monitoraggio dei flussi di calore per l'emisfero meridionale
Ma, data la proverbiale stabilità della cella polare antartica, credo sarebbe piuttosto monotona la situazione.
Tuttavia, sarebbe di sicuro interesse vedere la dispersioni dei valori nel corso dell'inverno
Segnalibri