Vero, però in quel caso quelle medie non servono a fini previsionali, solo statistici, ed in quel senso diventa ancora meglio usare le trentennali perchè rende l'idea del cambiamento in atto. L'ENSO invece serve a fini previsionali, quindi usare medie più recenti per aggiustare il tiro (rispetto alle canoniche trentennali) in un clima in rapido mutamento ha un senso pratico e utilitaristico.
Le medie sono state introdotte per fini previsionali, come riferimento e non per misurare il cambiamento, che avviene di conseguenza ed in altri modi. La linea rossa negli spaghi di wetterzentrale è purtroppo utilizzata ancora nel forum come un valore atteso e/0 di riferimento.
https://www.isprambiente.gov.it/file...a_19082022.pdf
I normali climatici sono definiti come i valori medi di una variabile climatica su un periodo di riferimento di 30 anni (WMO, 2018) e rappresentano i valori rispetto ai quali confrontare le osservazioni e monitorare l’andamento del clima. Definiti dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization - WMO) all’inizio del XX secolo, con l’obiettivo di fissare una base climatica standard rispetto alla quale calcolare le anomalie (scostamenti dai valori normali) per consentire il confronto tra le osservazioni dei servizi meteorologici dei vari Paesi del mondo, i normali climatici hanno acquisito un impiego più esteso nel corso del tempo. In particolare, i valori normali vengono attualmente largamente utilizzati anche con la finalità di fornire i valori medi rappresentativi del clima attuale o del passato recente, utili a dare indicazioni sul clima atteso in un determinato luogo, per considerazioni di pianificazione a lungo termine (energia, impatti, etc.). Come sottolineato da Arguez e Vose (2011) l’utilizzo dei valori normali con questa seconda finalità, si basa sull’assunzione che la migliore stima dell’andamento futuro sia il comportamento del passato, che presuppone una situazione di clima stazionario, caratterizzato da variabilità naturale ma privo di trend statisticamente significativi delle variabili climatiche. I limiti di questo approccio sono stati illustrati da diversi studi, che ne hanno discusso l’accuratezza in un clima non stazionario (Scherrer et al., 2006; Livezey et al., 2007; Krakauer e Devineni, 2015), evidenziando che i valori medi su periodi recenti, di durata anche inferiore a 30 anni, possono essere più rappresentativi delle condizioni climatiche in corso e che trascurare il cambiamento climatico in atto porta a una stima delle condizioni climatiche attese potenzialmente imprecise o distorte (Rigal et al., 2019).
Funziona solo per gli oceani tropicali poichè c'è una relazione fisica tra RSST e le precipitazioni (e quindi le teleconnessioni associate), ora a causa del rapido riscaldamento dell'ultimo decennio abbiamo questa situazione assurda percui le sst rispetto alla 1991-2020 sono appena da la nina (o neppure se si usano le soglie del bom di 0.8) mentre la risposta atmosferica è decisamente forte. Infatti è anche più di quanto atteso dalle sst relative, può essere una casualità poichè c'è maggiore variabilità nell'atmosfera o una risposta alle ssta nell'oceano atlantico anche se sono meno anomale che durante il nino 2023-24.
Intanto continuano i venti deboli e riscaldamento dell'oceano/precipitazioni ad est e sopramedia ad ovest.
u.anom.30.5S-5N.gif
Segnalibri