Sono diventate assai più concrete le frequentazioni da parte dei modelli e delle relative proiezioni in merito ad un segnale concreto di trasmissione di vorticità dalla stratosfera alla troposfera.
Alcune evidenze si rilevano banalmente dalle matrici dei principali modelli (per brevità mostro ecmwf) su ao e nao:
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e dalla riflessione delle Rossby verso le medie latitudini (trasferimento di momento negativo) che indica una forzante imposta da un'incremento delle PV e un trasferimento del piano isentropico in tropopausa verso altezze inferiori (abbassamento della colonna del vp)
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Ogni riferimento poi che dovesse riguardare la modalità e il livello attraverso la quale si dovesse attuare questo "condizionamento" è aprioristicamente errato e va valutato caso per caso.
Le definizioni servono per indicare la condotta media sul piano statistico dell'atmosfera in presenza di eventi estremi.
Se ci atteniamo infatti agli studi più risalenti si parla genericamente di ao (ma anche nao) mediamente positivi per 45/60 gg.
Non è scritto da nessuna parte e in nessuno studio che la massa del vp debba girare a tutto tondo senza soluzione di continuità ma può venir modellata dal tentativo, da parte delle fasi delle onde di Rossby, di interagire con il flusso zonale che soventemente, poiché troppo forte, crea delle riflessioni delle stesse onde verso i piani più bassi e verso le medie latitudini (subsidenza).
Può esserne l'esempio, dal punto di vista fisico, la massa di un piano isentropico a 800K (situato durante l'inverno in condizioni normali all'incirca a 10 hpa) dove le vorticità potenziali specifiche raggiungono nell'attuale contesto il valore elevato di 3,50 e mantengono al proprio interno valori di PV circa di 3,0.
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In casi estremi di raffreddamento infatti il piano isentropico corrispondente alla T. potenziale di 800K tende ad abbassarsi di altezza (la colonna del vortice si accorcia anche in stratosfera) portandosi dietro anche un livello di PV più elevato ( e conseguentemente anche di velocità zonali più alte).
Il piano isentropico si valuta in base alla densità della stratificazione dello stesso e dalla velocità di rotazione.
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Come possiamo notare il piano di 850K è già da tempo più basso in altezza della sua media climatologica (in questo caso hai i massimi di PV anomalmente elevati) a causa del continuato livello di bassi flussi che riceve ancora prima di inizio inverno.
Nel caso nostro attuale di interesse ora guardiamo la tropopausa (posta climatologicamente al polo in inverno poco sotto i 7000 m di altezza e con un piano isentropico di circa 360k) notando che ad oggi questa trasmissione di fatto non si sia concretizzata in modo sostanziale:
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Questo ci dà la misura del fatto che i massimi di vorticità potenziale sono rimasti piuttosto bassi a dimostrazione di un segnale non necessariamente inesistente bensì debole, frammentato e dispersivo in troposfera.
Tuttavia devo richiamarmi a quanto esposto all'inizio in merito alla frequentazione da parte di emissioni di derivazione modellistica che vanno ad ipotizzare riflessioni d'onda abbastanza evidenti le quali darebbero da pensare ad una maggior difficoltà nel trasporto di momento da parte delle Rossby waves contro velocità zonali in intensificazione.
Ci aggiorniamo tra circa una settimana per vedere se tutto questo si sarà concretizzato.![]()
Ultima modifica di mat69; 10/01/2025 alle 14:06
Matteo
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Peccato.
Irruzione modesta e troppo bassa in latitrudine per il Nord.
Ma comunque bel movimento d'onda.
Monitorerei la MJO nelle fasi 3/4, vista di buona magnitudo a cavallo tra seconda e terza decade. In accoppiata con la Nina potrebbe aprire a scenari che già si intuiscono nelle code dei modelli (ATR/SCAND+)![]()
Emerge qualche spunto di riflessione dagli aggiornamenti dei forecast del quadro teleconnettivo.
A fronte di impulsi dalla stratosfera evidenti
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rimane altrettanto evidente la debolezza e la temporaneità degli stessi.
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Una sorta di “apri e chiudi” che consente il travaso verso il basso di aria stratosferica (come dimostrano i -50 a 500hPa) ma allo stesso tempo non porta ad un condizionamento forte e continuo, lasciando spazio ad una moderata risposta troposferica.
Anche la previsione del GWO mostra qualche novità
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Lo stage 1 (fasi 2/3) sembra più debole di quanto visto in precedenza e questo potrebbe scongiurare una spianata zonale “classica”. Allo stesso tempo, rimane molto lontana e poco predicibile la possibile avanzata in stage 2 (fasi 4/5), quella necessaria per una ripresa dei flussi, che a questo punto difficilmente arriverà prima del mese di febbraio.
Prosegue invece lo spostamento verso est della MJO
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che dall’attuale fase 1 dovrebbe portarsi rapidamente verso l’oceano indiano. Queste fasi (2/3) dovrebbero portare ad un graduale abbassamento del getto tra Atlantico ed Europa occidentale, pattern che inizia a mostrarsi nel long dei GM
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Venti strato davvero impetuosi in questo inverno, in rarissimi casi si sono portati verso la media, sono sempre stati su valori da record e pare si andrà avanti così.
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Si nota infatti un nuovo forte aumento del valore Nam addirittura fin quasi il valore 3 ma che potrebbe non andare ad impattare violentemente in troposfera (pare....) .
Il condizionamento dovrebbe avvenire in questi giorni come si nota dal grafico.
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Nam che dal 19 dicembre in poi, è sempre stato sopra la soglia critica del +1.5 costantemente e proseguirà così fino a al 20-25 gennaio?
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Il trasferimento stratosferico può avvenire anche negli edges della struttura del vp e non necessariamente richiede che la massa sia compatta ed accentrata.
Del resto la coerenza nella struttura dei vari piani isentropici è facilmente verificabile proprio in base alla distribuzione dei MPV:
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Lo streching e il trasferimento di vorticità nella massa su quasi tutta la colonna (restano sostanzialmente quasi intonse le quote più alte oltre i 7 hpa non raggiungibili da una canalizzazione in w2) appare evidente attraverso dalla conformazione del vp ma altresì dai valori di t. del tutto ragguardevoli (anche fuori scala) che stanno raggiungendo le regioni ove si concentrano le PV:
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Il NAM asseconda questo movimento " a fisarmonica" salendo / scendendo di valore a seconda che il vp si contragga / allunghi in quella fase circolatoria ma è poco rilevante nel testare o nell' escludere la trasmissione stratosferica.
Ultima modifica di mat69; 13/01/2025 alle 11:56
Matteo
Meglio continuare in questo equilibrio...squilibrato...un abbassamento del jet ci treghetterebbe nella mitezza oceanica....a meno che non sia un apri e chiudi e poi una chiusura più netta...le code modellistiche intravedono tali scenari , ovvero o azioni polari marittime decise e continue o una polarata seguita poi da una netta chiusura di uno scan+ in unione a ponte con l'hp oceanico e conseguenti possibili discese fredde/ molto fredde da ENE....scongiurerei uno stage 2 a sto punto.
I centri di convezione intertropicale si sono manifestati prevalentemente in fase 1 e 5, ragion per cui la magnitudine della MJO è stata confinata nel cerchio dell'RMM. Questo ha permesso un'attività della wave2 piuttosto costante, a volte un pò più sottotraccia, ma comunque tale da rendere piuttosto fugaci i momenti di accorpamento del VP in troposfera. Essendo la porzione più pesante dell'atmosfera, la troposfera è condizionabile trasferendo in basso la vorticità, quindi veicolando il raffreddamento della stessa, e aumentando il grado di coassialità della struttura.
Il coupling inteso come puro come elemento geometrico di coassialità, se è rafforzato dalla scomparsa della wave2, può portare alla coassilità con dislocazione della struttura fuori dal Polo Nord geografico con AO che sarà positiva, anche se non a livelli sostenuti. La MJO vista uscire dal cerchio in modo molto netto verso la fase 1 tende a mantenere attività d'onda in Atlantico e approfondire il lobo canadese, che nel determinismo dei modelli è visto rafforzarsi e preparare una nuova fase di freddo intenso sugli States. La progressione dell'attività convettiva intertropicale sull'Oceano Indiano fino sul settore occidentale potrebbe portare ad un unico centro di convezione "Nina like" sull'Indonesia (fase 5), per ora lontano e/o ancora poco supportato dai modelli. La coassilità della struttura è rinforzata proattivamente dalla troposfera con l’attivarsi dei flussi sugli edge, divergenti sui contorni del VP in medio-bassa stratosfera. Una progressione verso un unico centro di convezione Nina attiverebbe i flussi che a mio avviso resterebbero divergenti in un primo momento. A metà dicembre con la stessa configurazione troposferica MJO5 e GWO+, i flussi restarono estremamente bassi e la wave2 rimase attiva sottotraccia. A fine gennaio le variabili saranno ancora di più: la stagionalità con la radiazione solare in aumento, la progressione della GWO verso lo stage 2 con Ft e mountain torque positivi, la resilienza della wave2 e lo spostamento a mio avviso “abbastanza nelle corde” della configurazione troposferica verso le fasi 4 e 5 della MJO.
Andrea
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