Nel suo interessantissimo blog, il colonnello Giuliacci, ha citato le tre importanti forzanti in generale sul clima attuale e futuro ovvero: la QBO (il cui 3d è stato già aperto a suo tempo: http://forum.meteonetwork.it/meteoro...ratosfera.html ), il Sole e il fattore ENSO.
Questa volta parla del sole:
sole articolo colonnello.pdf
Ultima modifica di mat69; 28/09/2010 alle 11:34
Matteo
C'è un'affermazione che non mi è chiara
"la Niña, l’anomalo raffreddamento delle acque del Pacifico equatoriale, la quale raggiungerà valori moderati-forti proprio nel prossimo inverno, ma che non dovrebbe avere ripercussioni nelle vicende invernali del nostro emisfero"
Nell'articolo precedente, sulla nina, afferma questo:
"La Niña ha scarsa influenza sul vortice polare. Studi recenti (2005) indicano che in presenza di Niña gli eventi di Stratwarming si riducono in media della metà rispetto a quelli riscontrati con il Niño. Questo potrebbe stare a significare che nelle vicende climatiche europee del prossimo inverno la Nina avrà scarse ripercussioni.
Ne consegue che tra le anomalie climatiche in atto a livello planetario le uniche che potrebbero influenzare l’inverno a scala europea saranno quelle relative alla QBO e all’attività solare in termini di sunspot number."
Non mi è molto chiara l'affermazione in grassetto. Se gli stratwarming sono dimezzati mediamente con Nina, un'influenza ce l'ha eccome sul nostro clima no? Le probabilità di avere stratwarming diminuiscono, e bisogna peciò contare su altri fattori per avere stratwarming (quindi attività solare per esempio, come ha indicato nell'articolo)
D'altronde c'è anche un thread apposito dove si controlla la nina e si discute sugli effetti che potrebbe avere su di noi, e sugli anni in cui gia c'è stata.
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Magistrale l'intervento di Giuliacci.
A tal proposito avevo analizzato anni fa alcune correlazioni tra indice NAO e SST oceaniche con risvolti anche in questo caso interessanti![]()
OSCILLAZIONI DELLA NAO E RIPERCUSSIONI SUL CONTINENTE EUROPEO DAGLI ANNI '50
La NAO(North atlantic oscillation ), ha una grandissima importanza ed è uno dei registi della circolazione atmosferica nell'area Europea.
La fase positiva si distingue con una forte depressione islandese e un altrettanto forte anticiclone sub-tropicale oceanico. La forte differenza pressoria provoca un'accelerazione della corrente a getto con le perturbazioni atlantiche che colpiscono il nord europa favorendo inverni miti e piovosi, mentre sull'Europa centro-meridionale il clima è caldo e secco.
La fase negativa, viceversa, vede le due figure antagoniste indebolirsi. Il gradiente pressorio si attenua e la corrente a getto rallenta. Ne derivano ondulazioni più accentuate con possibili i blocking atlantici. In particolare, la fase negativa, prevede un abbassamento del flusso atlantico con tempo umido sull'Europa centro-meridionale e spesso freddo ma secco sul nord Europa.
Se andiamo a verificare le anomalie nel periodo 1950/1970 nell'intervallo DJF(dicembre/gennaio/febbraio),appare lampante che la configurazione dominante fosse il pattern NAO-
Con inverni molto umidi sull'Europa centro-meridionale alle prese con una zonalità bassa.
Andiamo invece a plottare le anomalie nel periodo 1970/2000 e il pattern dominante sarà invece NAO+
Con viceversa inverni secchi e più caldi a causa di un innalzamento della zonalità.
Il motivo è da ricercarsi nella ciclicità della NAO,un indice che presenta molte variazioni durante l'anno ma tecnicamente anche di bassa frequenza e collocabile in un periodo di circa 30/35 anni...
Quindi non c'è stato tanto un innalzamento della zonalità,quanto una variazione del pattern configurativo.
Ora,cosa influisca l'indice NAO nella sua oscillazione di bassa frequenza, è ancora poco chiaro.Andando ad esaminare le SSTA nel periodo 1960/1970 è cmq evidente la disposizione del tripolo atlantico secondo il pattern NAO-....
Con un AMO in fase calante fino a valori negativi a metà degli anni '60.
Andiamo a verificare le correlazioni con gli indici AMO e PDO
PDO
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AMO
Si nota che la progressiva negativizzazione dell'indice NAO coincide con la fase negativa della PDO .
La NAO infatti è iniziata a calare in maniera vistosa a inizio anni '50(quindi durante la fase positiva dell'AMO ma negativa della PDO).
Statisticamente dovremmo entrare nella fase negativa in questi prox anni.Ci sono quindi buone probabilità che,visto anche il graduale raffreddamento dell'oceano atlantico,l'Europa centro-meridionale vada incontro ad inverni potenzialmente molto più freddi e ricchi di precipitazioni, con progressivo nuovo passaggio ad un pattern configurativo tipico degli anni 50/70.....
***cloover
Filippo Casciani membro del CSCT TEAM
scrivo anche qui, magistrale intervento del colonello!!
che porta anche buone nuove!!
cloover, interessante il tuo post, in relazione anche al discoros che facevi sul nuovo corso climatico che si sta aprendo.
No spoken word....Just a scream
stazione meteo di casa: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITAGLI6
Grande Cloover!
Abbiamo detto più o meno le stesse cose nell'altro post del Super Inverno. Gli anni 50/70 hanno PDO- AMO+ in fase calante..in più noi avremo dalla nostra parte un "minimo" solare pluridecennale(SF<100/110 per almeno i prossimi 20 anni da previsione e forse anche meno) contraramente agli anni 50/70
ap-index-1932-2008.png
Probabilmente a forzare una NAO- contribuisce sia la PDO- con la modulazione del getto in uscita dall'atlantico, sia, come ci ha detto benissimo il Colonnello, l'AP index..forse così "si spiega" il fondoscala dell'AO dello scorso anno...vedremo.
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Secondo il mio punto di vista, è evidente come sia la NAO che la PDO siano fortemente influenzate dell'attività solare.
Difatti così come per la NAO, anche per la PDO è possibile effettuare un piccolo confronto tra il grafico relativo a quest'ultimo segno e quello relativo all'indice ap. Ebbene anche in questo caso si possono notare somiglianze piuttosto sorpendenti.
Per questo sono scettico ad attribuire le forzanti di un determinato indice ad un altro indice a lui correlato. Es: a contribuire alla nao- è la negatività della pdo.
Piuttosto è necessario individuare una causa esterna al sistema (il sole in questo caso) che faccia in modo di evitare una regressione all'infito nella ricerca delle cause (nel caso precedente, cos'è che a sua volta forza la PDO?).
Discorso "elicoentrico" forse, ma non lontano dalla verità
Si,siamo sulla stessa lunghezza d'onda!Giusto anche quanto espresso da Snow86 sulla ricerca delle cause,ma devo dire che anche il sole,almeno da parte di tutti i longer,è visto alla stregua di un indice nell'analisi teleconnettiva.
Il ragionamento è giusto,ma l'indice NAO in realtà ha iniziato il proprio calo già da diversi anni
Quando il sole era ancora nel pieno della sua attività.La correlazione con la PDO è invece schiacciante, da cosa possa dipendere la sua ciclicità pari a circa 20/30anni,credo sia una di quelle domande al momento senza risposta![]()
Filippo Casciani membro del CSCT TEAM
solo un appunto; il regime che porta ad anomalie negative gpt centrate sul mediterraneo non è propriamente la caratteristica principale della nao negativa
Nao_dic_gen-1950-1970.gif
Bellissimo l'articolo del Colonnello! Molto interessante, fra le tante cose, la riduzione del gradiente termico latitudinale nella bassa stratosfera in concomitanza con una irradianza solare più debole e che - in associazione agli effetti sul trasporto di ozono - tende modulare il modo anulare boreale. Il meccanismo è stato osservato anche all'opposto, in occasione di importanti eruzioni vulcaniche esplosive in aree tropicali che - a causa della forte immissione nella bassa stratosfera di aerosol solfati - tendono a produrre un riscaldamento della stratosfera delle basse latitudini e, parallelamente, a produrre depletion dell'ozono nella stratosfera polare. Ergo: aumento del gradiente termico latitudinale -> rafforzamento del vortice polare -> tendenza ad avere AO+.
Sulla NAO avevo scritto, alcuni anni fa, diversi post che adesso però non riesco a ritrovare. L'effetto della modulazione solare (via irradianza e soprattutto attività geomagnetica, soprattutto associata allo stato della QBO) è comprovato da molta letteratura scientifica e da verifiche sperimentali.
Starei però attento a 2 aspetti inerenti le caratteristiche della NAO:
1) la correlazione con le SST nordatlantiche: c'è (vedi Tripolo) ma a lag nullo, soprattutto d'inverno, è più il frutto degli effetti idrodinamici del pattern sulle SST oceaniche che l'opposto. Sono le SST delle regioni tropicali ad influenzare maggiormente l'atmosfera, alle ML la cosa non è così evidente e diretta (nonostante il Tripolo, l'area RM e il Nordpacifico). A lag di qualche mese, la correlazione cross fra SST sul NATL e NAO del successivo inverno, invece, mostra che forse qualche influenza in effetti c'è, pur se abbastanza debole (l'oceano delle ML non ha molta "memoria", soggetto come è a rimescolamenti delle sue acque meno profonde e a vari effetti di divergenza).
2) la frequenza è importante. È vero che sembrerebbero esserci alcune correlazioni con i cicli oceanici multidecennali, ma potrebbero anche essere correlazioni spurie. Tuttavia, proprio per il fatto che la NAO (a differenza ad es. del PNA) è un pattern che nasce da processi non lineari essendo frutto della rottura d'onda del jet in uscita dal Nordamerica/in entrata sul NATL, l'azione teleconnettiva del Pacifico (via PNA, per es.) può forzare la frequente emergenza di uno stato o dell'altro della NAO. Poi, ovviamente, la tendenza generale della circolazione (influenzata dai modi anulari) può favorire o meno la persistenza della NAO. L'anno scorso, per es., oltre all'azione della combinazione sole/QBO, avevamo un inverno che potenzialmente poteva veder favorito un NAM negativo (e in effetti così è stato, AO--) dato ad es. dalla combinazione Nino CP / QBO- / buona copertura nevosa euroasiatica autunnale / forte flusso di calore autunnale dall'oceano artico all'atmosfera sovrastante (che hanno rafforzato la dispersione di ampie onde Rossby nel verso dei meridiani). Questo, appena le condizioni erano pronte, ha reiterato/amplificato la struttura circolatoria bloccata in area euro-atlantica (da metà dicembre circa in avanti) e la caduta dell'indice NAO.
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