....del fatto che la reazione della troposfera al violento riscaldamento non sia stata "massiccia" e che probabilmente lo stop alle velocità zonali potrà avere un andamento sinusoidale con periodi di stasi o di AO negativo probabilmente più ampi e decisi nella terza decade di febbraio e nella prima decade di marzo.
Grosse difficoltà anche per i GM nel riuscire ad interpretare proprio queste fasi e lo stiamo ben vedendo anche con ECMWF fino a ieri sera improntato al più completo immobilismo zonale... non più così nei run odierni.
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Matteo
Quindi, caro Matteo, a fasi alterne ripresa delle westerlies?
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"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Anche in questo caso ciò si deve allo scarso coupling tropo-strato (che a dicembre-gennaio ci ha giocato a favore, invece in questo caso potrebbe aver impedito effetti dirompenti anche in troposfera)?
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Dicevo un andamento sinusoidale come grossomodo evidenzia il grafico dell'AO index che, nel brevissimo, bene evidenzia il crollo delle velocità zonali.
Sul piano sinottico, questa fase di stasi delle velocità zonali è ben visibile da questa carta a breve termine:
La fase di ripresa zonale, coincidente con la nuova fase di ascesa dell'AO index dovrebbe coincidere con il periodo che grossomodo va dal 14 al 18-19 febbraio, in cui infatti e visibile una certa ripresa dell'attività del vortice polare :
La nuova fase discendente dell'indice AO dovrebbe coincidere proprio con l'inizio dell'ultima decade di febbraio e verosimilmente avere carattere di maggior persistenza rispetto ai precedenti periodi.
Naturalmente l'ultima carta non è da considerarsi per la sinottica rappresentata nel dettaglio bensì per la linea di tendenza che mostra proprio la nuova fase di stop delle correnti zonali.
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Ultima modifica di mat69; 12/02/2009 alle 00:01
Matteo
Eh già...infatti queste prospettive erano emerse già in sede di stesura dell'outlook.
Tuttavia dal confronto con gli anni a loro volta caratterizzati da QBO+ e basso flusso solare, emerge come spesso sia venuto a mancare un forte coupling tra stratosfera e troposfera, desumibile dal segno dell’AO che appare piuttosto indipendente dal quadro termico stratosferico e più legato alle SSTA pacifiche nell’area ENSO.
La previsione di una stratosfera più fredda della norma è invece andata a farsi benediregrazie al MMW record, e rappresenta un importante eccezione rispetto alle precedenti 7 casistiche caratterizzate anch'esse da QBO+ e solar min in cui, nel periodo NDJF, 27 mesi su 28, erano risultati molto più freddi della norma a 30hpa (Ripeto...27/28
).
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[CENTER]--> Marco <--
***...Always Looking At The Sky...***
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[B] Don't panic. But if you panic, be the first.
[/B]
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Personalmente continuo a pensare ( e naturalmente è solo un'opinione la mia) che i motivi di questo disaccoppiamento strato/ tropo vadano ricercati più nella troposfera piuttosto che nella stratosfera e siano, in questo specifico caso, ascrivibili al mancato forcing bilaterale oceanico Atlantico/Pacifico che si è realizzato nel primo e non si è verificato nel secondo.
Forcing che, stando alle proiezioni strato fino a 70 hpa si è realizzato generando 2 maestosi blocking oceanici Atlantico/Aleutinico ma che in basso invece ha visto il compimento solo del primo.
Di conseguenza lo split realizzatosi fino a tale quota, si è di fatto concretizzato in un desplacement al di sotto, prova ne è il fatto che il cuore del vortice polare anzichè frammentarsi in 2 grosse porzioni di cui una sulla Siberia centrale e l'altro invece sugli States, si è di fatto spostato, nella sua più significativa porzione fino sulle coste nord occidentali del Pacifico, abbandonando qua e là solo piccoli frammenti.
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Matteo
Per maggiore chiarezza e completezza aggiungo qualche elemento e mi chiedo se possiamo forse valutare il fatto che la risposta, benchè parziale della troposfera, sia stata favorita o forse persino sbilanciata da una situazione bipolare in capo alle SSTA atlantiche e caratterizzata dal dipolo +/- mentre tale dipolo, presente fino a fine novembre, si sia stato di fatto completamente annullato a favore di una diffusa e sensibile anomalìa negativa in tutto il nord Pacifico.
Tale ultima situazione trova piena analogia con quella dello scorso inverno, quando gli effetti della Nina furono assai ben più devastanti compromettendo l'inverno in toto o quasi e condannando di fatto alla più piatta zonalità il comparto pacifico e non solo.
Ecco quindi che, andando a scovare le cause di questo parziale fallimento, ancora una volta rimango convinto che la troposfera possa essere il luogo maggiormente imputato ad una certa resistenza nei confronti dei giochi stratosferici invece assai ben realizzatisi non solo a 30 e a 50 ma fino a 70 hpa.![]()
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Matteo
Alcuni clusters odierni in seno agli spaghi dell'AO index, mostrano bene, dopo la temporanea ripresa zonale, il nuovo calo/crollo delle velocità in seno al Vortice Polare.
Questo potrebbe preludere ad alcune "uscite" modellistiche anche estreme sotto il profilo della sinottica ma come sempre del tutto da vagliare e verificare con estrema prudenza.
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Matteo
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