Recentemente 2 interessanti studi, attraverso metodologie diverse, giungono a simili conclusioni, sottolineando il ruolo forse finora un po’ trascurato dei feedback positivi (retroazioni autorafforzanti).
Il primo, fresco di stampa, fa capo alla climatologa M. Rebetez:
“Monthly air temperature trends in Switzerland 1901–2000 and 1975–2004”
di M. Rebetez e M. Reinhard
http://www.wsl.ch/personal_homepages...d-TAC-2007.pdf
A partire dagli anni 70 la temperatura registrata in Svizzera è aumentata mediamente di + 0.57 °C ogni 10 anni, un valore doppio rispetto a quello registrato in altri punti dell’emisfero nord.
Secondo i ricercatori, il fenomeno, anche se misurato nel solo territorio elvetico, può essere esteso a tutto l’arco alpino.
Cause? Almeno 2, di tipo geografico:
- la relativa lontananza del territorio elvetico dal mare, che assorbe una parte del calore presente in atmosfera;
- la posizione latitudinale della Svizzera, sufficientemente elevata da subire il trend di riscaldamento maggiore e più rapido a cui soggiacciono le regioni polari artiche rispetto a quelle tropicali: qui entra in gioco il forte feedback + dovuto alla progressiva scomparsa di una parte delle nevi e del ghiaccio che fino a qualche decennio fa, nelle regioni artiche, erano in grado di riflettere gran parte dei raggi solari e che oggi contribuiscono invece a riscaldare l’atmosfera (anche se altri studi mostrano come, negli ultimi anni, una maggior copertura nuvolosa nell’Artico tenderebbe a bilanciare la diminuzione dell’albedo causata dalla scomparsa di neve e ghiaccio, vedi qui http://earthobservatory.nasa.gov/Stu...flector4.html).
Altre regioni che stanno subendo un’evoluzione simile a quella Svizzera: il nord della Svezia, l’Ucraina e il nord della Cina.
Questo primo studio è corroborato da un’altra ricerca da poco pubblicata che, in sintesi, conferma il trend generale.
“Anthropogenic greenhouse forcing and strong water vapor feedback increase temperature in Europe”
Fra gli autori dello studio il prof. di climatologia del Politecnico di Zurigo Atsumu Ohmura (è stato mio prof.!), esperto soprattutto di bilanci energetici e uno dei primi a studiare il fenomeno del global dimming.
http://www.agu.org/pubs/crossref/2005.../2005GL023624.shtml
Questo secondo studio, benché focalizzato sul periodo 1995-2002 e su scala europea, si avvale cmq di un’analisi del budget radiativo superficiale a partire da misure effettuate in un network di 6 stazioni alpine di superficie.
Lo studio mette dapprima in risalto il fatto che elevate temperature alla superficie, causate da altri gas a effetto serra, hanno aumentato l'evaporazione e costruito così un circolo vizioso che aumenta ulteriormente la temperatura atmosferica.
In secondo luogo, esaminando l'aumento della copertura nuvolosa a nord delle Alpi e la sua riduzione a sud, e in considerazione del netto aumento della temperatura tra il 1995 e il 2002 verificatosi su tutti e due i versanti delle Alpi, i ricercatori giungono alla conclusione che, alle medie latitudini, il raffreddamento delle nuvole causato dalle radiazioni solari a onda corta è in pratica annullato dal riscaldamento causato dall'evaporazione dalla superficie.
Perciò, in queste zone, il forcing radiativo primario che guida l’incremento termico superficiale è dato da un aumento del contenuto di vapore acqueo nella parte bassa dell’atmosfera.
Sorprendentemente, dunque, i cambiamenti del budget radiativo superficiale causato dall’incremento dei gas serra di origine antropica sono così profondi da poter essere osservati direttamente su scala regionale (in questo caso le Alpi) e in un breve lasso di tempo (in questo caso 7 anni). Ma forse non è poi neanche così sorprendente, se si pensa a cosa ci dice la basilare fisica dell’atmosfera.
Ultima modifica di steph; 01/07/2007 alle 23:40
~~~ Always looking at the sky~~~
Interessante. Peccato per il campionamento, ristretto a stazioni di bassa e media quota e per la graficizzazione, riferita alle medie e non alle temperature reali.....
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Chi vive nelle Alpi e si interessa un pò di clima, se n'era purtroppo accorto, e questi studi non fanno che confermare le sensazioni.
Le siccità e i calori anticipati che stiamo vivendo negli ultimi anni non hanno eguali per frequenza e intensità in epoca storica conosciuta.
Spero che la ciclicità naturale, pur non potendo invertire ovviamente la rotta, possa almeno smettere di penalizzarci in maniera esponenziale e colpire altre zone. Forse una cosa simile è successa nell'ultimo anno in Alaska..
Per l'appunto:
http://www.repubblica.it/news/ired/u...ml?ref=hpsbdx1
CLIMA: GHIACCIAI ALPI CALATI DEL 20%, DIMINUIRANNO ANCORA
I ghiacciai alpini hanno perso negli ultimi 20 anni il 20% della loro estensione. Ma il fenomeno della deglaciazione e' destinato a peggiorare con l'avanzare dei mutamenti climatici. Il futuro delle nostre montagne e' stato al centro di un workshop ("Cambiamenti climatici e ambienti nivo - glaciali: scenari e prospettive di adattamento") organizzato dall'Apat (Agenzia per la protezione dell'Ambiente e per i servizi tecnici) e dell'Arpa Valle d'Aosta, in vista della Conferenza nazionale sul clima che si terra' a Roma a settembre prossimo. Secondo gli esperti riuniti a Saint Vincent, gli 800 ghiacciai italiani si sciolgono ed il caldo cresce sulle Alpi ad un ritmo doppio rispetto alle pianure e alle coste europee: tra 1,5 e 2 gradi nell'ultimo secolo, contro meno di un grado (0,95°) del resto del continente.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
idem sulla pianura romagnola,climaticamente inserita nella zona climatica adriatica settentrionale che secondo la classificazione nazionale potremmo definire sub-continentale,anche se non posso quantificarlo esattamente non essendo in possesso di dati precisi.Da qualche parte ho un libro che avrà una trentina d'anni,dove si afferma che le zone che avrebbero dovuto vedere un'incremento di temp maggiore rispetto alla media globale,e si faceva riferimento alle aree a clima più continentale e più settentrionali.Se ciò è vero su scala planetaria,es maggiore gw sulla russia centrale rispetto ad irlanda o scozia ,maggior gw nelle zone polari rispetto ai tropici,è senz'altro vero anche su scala locale:maggior incrementi in zone a clima freddo come alpi e continentale.Sarebbe interessante ad esempio vedere l'incremento nei decenni di zone come il savonese costiero,a clima marittimo,e zone interne,come conche riparate dagli influssi marini,o le zone del cuneese a clima decisamente più freddo in inverno e continentale.
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
articoli interessantissimi!
soprattutto il primo è veramente un must per il sottoscritto )O/O(
tra l'altro conferma in pieno alcune cose delle quali sono convinto da tempo ma che non trovavano ancora un riscontro solido![]()
osservatorio meteo dei Burnigui di Andalo Valtellino www.meteovaltellina.it
http://www.youtube.com/elnibi
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