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Auto gennaio 2006
Contrordine sui punti compagni!
Per finire, concludiamo ricordando altri "regalini" accessori. Come il "decreto salvapunti", che conteneva alcune importanti modifiche al Codice della Strada, che era passato alla Camera il 16 novembre scorso, ed è stato bocciato al Senato il giorno successivo. Quindi niente più restituzione automatica dei punti perduti quando non si denuncia l'autore dell'infrazione, confisca totale dei motorini per guida a due o senza casco, niente più divieto dei vigili urbani di fare multe con l'autovelox fuori cittÃ*. Poi, c'erano altre innovazioni come il foglio rosa a 17 anni, la guida delle minicar a 16. Ora si pensa di salvare le norme più importanti inserendole nella finanziaria. Vedremo.
Tuttavia, le capriole del Parlamento sono servite a mettere in luce il sacrosanto allarme di numerosi deputati: i Comuni stanno utilizzando l'autovelox in modo vessatorio, destinato più a far cassa che a prevenire gli incidenti. E, quindi, la proposta - un po' ingenua e un po' garibaldina - di destinare allo Stato l'80% delle multe dell'autovelox, anche se non è passata, ha perlomeno messo il dito sulla piaga: in alcuni tratti di strada i limiti sono assurdamente bassi, improponibili, troppo al di sotto della velocitÃ* media del traffico, al punto che sembrano stabiliti solo allo scopo di tendere trappole agli automobilisti. La verita è che, in genere, il funzionario che deve intervenire su un'arteria dove si ripetono troppi incidenti ricorre - per comoditÃ* e per mancanza di fondi - alla facile soluzione di abbassare progressivamente i limiti di velocitÃ*.
I comuni volevano soltanto i soldi
Tuttavia la reazione della lobby che in Parlamento rappresenta i Comuni, è stata così rapida e violenta che ha bloccato il tentativo del fisco di incamerare l'80% dei proventi da autovelox. Ma nel bloccare il provvedimento la lobby ha scoperto le sue carte. Oscene. Ecco i suggerimenti proposti da introdurre nella conversione in legge del decreto n. 184/2005:
- elevare a 250 euro la sanzione per chi circola con vetture non in regola nei giorni di targhe alterne o di blocco della circolazione (art. 7 Codice della Strada) e - come se tale sanzione non bastasse - introdurre anche la sospensione della patente per i disobbedienti. Inaudito. L'Italia è l'unico Paese d'Europa che impedisce la circolazione a "vecchi" modelli (gli "Euro 3" hanno solo un anno di vita) in virtù di supposti motivi ambientali. Ma nessun Comune è mai riuscito a provare che quei veicoli erano la causa primaria della sostanza che si voleva ridurre. E nessuno è mai riuscito a dimostrare che grazie a quei blocchi la situazione è "guarita". Tant'è vero che ogni inverno si ricomincia daccapo. Per fortuna la norma non è passata. Ma abbiamo corso che i vari blocchi per motivi ambientali (e demagogici), di per sè illegittimi per carenza di motivazione, sarebbero diventati ancora più vessatori e ingiusti per eccesso di sanzione;
- eliminare la pena accessorie della sottrazione di punti sulla patente, fino a sforamenti di 20 km/h. Si mostrava così un atteggiamento clemente verso gli automobilisti e si dava un contentino ai parlamentari che volevano frenare i Comuni;
- in compenso - si fa per dire - la sanzione pecuniaria per tale infrazione veniva raddoppiata e portata anch'essa a 250 euro. Come dire: "A noi basta che ci diate i soldi, i punti potete tenerveli". Indecente.
Ma la proposta indecente dei Comuni conteneva anche una rivelazione: "Invece di sottrarli ai Comuni, i proventi dell'autovelox, suggeriamo di sottrarli alle autostrade e agli altri enti che oggi riscuotono i balzelli".
Come? Alle autostrade? Non sappiamo se abbiamo capito bene. Ma, se facciamo due più due, i conti tornano, purtroppo. E vorremmo essere smentiti.
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