Vostro padre parla?

[Gelicidio]

Ci ho sempre parlato poco e poco ci parlo anche tutt'ora.Durante l'adolescienza e l'infanzia, era solito tornare a casa solo di sera in quanto tutto il giorno lo dedicava al lavoro. Inutile dire che come per molti altri di voi non c'e mai stato dialogo...Anche nel mio caso appena tornato a casa la sera le "priorità" per mio padre erano TV , CIBO e LETTO dove dormire. Era già un miracolo se mi salutava appena tornato...questo non mi è mai andato giu' molto...La situazione anche adesso non è che sia cambiata un granchè.
Tuttavia, ho sempre cercato di " mettermi nei suoi panni " e non dare peso a questi suoi comportamenti. Sfortunatamente abbiamo anche opinioni molto diverse su ogni cosa e per questo, e probabilmente per qualche mio sassolino nelle scarpe che involontariamente mi sono sempre voluto togliere, anche durante i nostri tentativi di dialoghi le litigate sono l'invevitabile epilogo!!
Purtroppo anche con mia madre il rapporto che ho avuto non è e non è stato semplice, ma per motivi del tutto differenti

[4na]

Un tempo non avevo sto gran rapportone... poi dai 15 anni in poi ho iniziato a parlarci di più.. ora abbiamo un rapporto molto buono.. non direi da amici ma direi ottimo visto il carattere di lupo solitario che si ritrova...

[alb]

Negli ultimi anni la derivata del tempo che mio padre dedica a parlare è nettamente negativa. Tra 5 anni quando sarà a casa e non ci saranno ospiti sarà loquace quanto una pianta. Diverso il discorso quando in casa abbiamo ospiti.

[ibibi]

infatti io ho sottolineato che non penso che mio padre non mi voglia bene, ma che non lo sappia dimostrare...non sa gestire un rapporto da padre con me, l'ho sempre visto un po' in disparte durante la mia crescita, però era li...boh, è un discorso complicato, non so se riesco a spiegarmi come vorrei!
Risultato, ho da sempre fatto affidamento per tutto su mia madre.

Adesso la smetto di fare la logorroica, però ammetto che averne parlato qua è stato un bello sfogo, è una situazione della quale non amo parlare generalmente.

Anche io, troppi bilanci da fare, almeno per me.
Ho avuto un rapporto difficile e poco comunicativo con mio padre, e con tutta la sua esperienza di vita, anteguerra, guerra, prigionia, la vita non facile degli anni '50.
E' morto da vent'anni, e non so se mai ci rivedremo.
ci penso spesso e mi commuovo a pensare a lui.
Il tuo è vivo e vegeto, sembra che non faccia altro che lavorare tutto il tempo, cosa che a me pare una gran lode che si possa fare a un uomo.
Potresti scrivergli.
Magari non sembrerà nemmeno che abbia ricevuto una lettera,come talvolta è successo a me con mia figlia...ma si può provare.

[fuoff]

parlava poco, ma parlava...se non parlava per niente significava che il lavoro l'aveva sfiancato

[lg59]

parlava poco, ma parlava...se non parlava per niente significava che il lavoro l'aveva sfiancato

infatti a parte il carattere,bisogna considerare che il lavoro spesso tende a prosciugare tutte le energie fisiche e mentali,se uno lavora tutto il giorno quando arriva a casa la sera ha la neccessità di dedicare qualche ritaglio a se stesso,ai propri hobby o semplicemente a quelle piccole cose che ti possono interessare,come guardarsi un pò di tv o attaccarsi al pc come faccio io.Coi miei figli parlo,ma perchè sono di carattere loquace,ma spesso sono talmente scoppiato dopo 12 ore di fabbrica che ho bisogno di starmene solo con i miei pensieri o a fare le mie cose preferite che mi rilassano,come navigare su internet,può sembrare un pò egoistico magari ma se uno non riesce a ristabilire un pò di equilibrio e serenità mentale dentro se stesso non riesce neppure a relazionarsi bene con gli altri.Mio padre comunque non parlava molto,era così di carattere,ma non si può dire neppure non ci fosse dialogo,soprattutto ci beccavamo spesso su temi sociali o politici,ma questo ovviamente dall'adolescenza in poi,ripensandoci è stato un pò assente durante l'infanzia,manco a dirlo a causa principalmente del lavoro che fagocitava tutta la sua esistenza.

[balaDEnef]

infatti a parte il carattere,bisogna considerare che il lavoro spesso tende a prosciugare tutte le energie fisiche e mentali,se uno lavora tutto il giorno quando arriva a casa la sera ha la neccessità di dedicare qualche ritaglio a se stesso,ai propri hobby o semplicemente a quelle piccole cose che ti possono interessare,come guardarsi un pò di tv o attaccarsi al pc come faccio io.Coi miei figli parlo,ma perchè sono di carattere loquace,ma spesso sono talmente scoppiato dopo 12 ore di fabbrica che ho bisogno di starmene solo con i miei pensieri o a fare le mie cose preferite che mi rilassano,come navigare su internet,può sembrare un pò egoistico magari ma se uno non riesce a ristabilire un pò di equilibrio e serenità mentale dentro se stesso non riesce neppure a relazionarsi bene con gli altri.Mio padre comunque non parlava molto,era così di carattere,ma non si può dire neppure non ci fosse dialogo,soprattutto ci beccavamo spesso su temi sociali o politici,ma questo ovviamente dall'adolescenza in poi,ripensandoci è stato un pò assente durante l'infanzia,manco a dirlo a causa principalmente del lavoro che fagocitava tutta la sua esistenza.

Arrivata a 25 anni questo discorso lo posso capire, ma quando si è piccoli si percepisce solo la mancanza di attenzioni.
Poi sono comunque del parere che sarebbe auspicabile lavorare per vivere, non vivere per lavorare...

[lg59]

Arrivata a 25 anni questo discorso lo posso capire, ma quando si è piccoli si percepisce solo la mancanza di attenzioni.
Poi sono comunque del parere che sarebbe auspicabile lavorare per vivere, non vivere per lavorare...

ma hai perfettamente ragione,avevo circa 18 anni,e ricordo una furibonda discussione con mio padre,io,antesignano della decrescita,parliamo di oltre 30 anni fa,dicevo che bisognava consumare meno per lavorare meno e vivere di più.Lui,legato ad un concetto quasi ottocentesco dell'etica del lavoro,mi accusava di essere praticamente un'aspirante vagabondo.Ora,il fatto è che sulla soglia dei 50 anni la penso esattamente come allora,e forse da vecchio socialista anche lui in fondo l'ha sempre pensata così,e da lassù mi sta dando ragione.Ma non posso dimenticare che anche grazie al suo sacrificio oggi ho una bella casa senza dever essere ricorso ai debiti,e io cerco di rendere un pò il favore ai miei figli,è una questione di responsabilità.Anche se oggi la differenza tra fare qualche ora di straordinario in più o no è riuscire semplicemente a campare

[phisician]

mia figlia (20 anni) dice che parlo anche troppo

[balaDEnef]

ma hai perfettamente ragione,avevo circa 18 anni,e ricordo una furibonda discussione con mio padre,io,antesignano della decrescita,parliamo di oltre 30 anni fa,dicevo che bisognava consumare meno per lavorare meno e vivere di più.Lui,legato ad un concetto quasi ottocentesco dell'etica del lavoro,mi accusava di essere praticamente un'aspirante vagabondo.Ora,il fatto è che sulla soglia dei 50 anni la penso esattamente come allora,e forse da vecchio socialista anche lui in fondo l'ha sempre pensata così,e da lassù mi sta dando ragione.Ma non posso dimenticare che anche grazie al suo sacrificio oggi ho una bella casa senza dever essere ricorso ai debiti,e io cerco di rendere un pò il favore ai miei figli,è una questione di responsabilità.Anche se oggi la differenza tra fare qualche ora di straordinario in più o no è riuscire semplicemente a campare

Guarda mio padre ha 51 anni (è del 58, quindi siete quasi coetanei) da quando sono nata non mi ha mai fatto mancare nulla e so perfettamente che è grazie alla sua dedizione al lavoro.
Lui ha una piccola attività in prorpio che prima era di suo padre (quindi per un certo periodo hanno lavorato assieme)...se quando ero più piccina qualche volta avesse smesso di lavorare mezzora prima od avesse saltato qualche sabato (no dico tutti ma qualcuno) sarei stata più contenta, tutto qui.

Alla luce delle mie esperienze credo di poter dire che il suo "rapporto" col lavoro e il suo non saper gestire un rapporto con me sia un fattore caratteriale.
Insomma è una persona tendenzialmente introversa e me lo devo tenere così!
Anzi, adesso che sono più grande ho anche imparato a scorgere nei suoi comportamenti alcuni gesti, alcune "attenzioni" che ha solo nei miei confronti a dimostrazione del fatto che comunque a me tiene (e ribadisco che non è una cosa che io ho mai messo in dubbio!).

Per chi non lo conosce invece mi rendo conto che non è di semplice lettura; Matteo (Lioz) per esempio pensava di non andargli molto a genio mentre io ho notato fin da subito che invece lui piaceva a mio padre

Riassumendo, ora posso capire tante cose (ed il nostro raporto è un po' migliorato) ma non riesco a giustificarlo per quando ero più piccina e cercavo le sue attenzioni.