Ebbene sì... fortunatamente al di qua delle Alpi la situazione è migliore
Ma anche nelle valli, prima e durante il Fascismo, c'è stata una bella italianizzazione di toponimi e cognomi, con risultati a dir poco ridicoli.
Il migliore penso sia stato Sauze d'Oulx, italianizzato in "Salice d'Ulzio" (e la cosa incredibile è che viene chiamato ancora così, alla maniera "italiana" perché "è in Italia") non capendo che "sauze" è una parola antichissima - dal significato di roccia, poggio - che nulla ha a che vedere con la pianta. E così Salbertrand diventò Salabertano, Roure diventò Roreto Chisone, Vayes divenne Vaie, Sampeyre divenne Sanpeire, ecc.ecc. ... Fortunatamente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, gran parte dei comuni ha ripreso la toponomastica originaria.
Sull'uso della lingua, anche il Fascismo, ovviamente, scoraggiò il più possibile l'uso dei dialetti, che siano stati essi occitani o piemontesi. La cosa positiva è il fatto che non sia riuscito a cancellarli, e vi sia stata una grande rinascita culturale dagli anni Settanta![]()
Lou soulei nais per tuchi
Lou soulei nais per tuchi
In realtà de jure sarebbero tutelati anche in Francia, de facto sono massacrati.
E comunque sono parlati sempre meno anche da noi.
Ci sono miseri tentativi di standardizzazione e insegnamento, ma come si fa a standardizzare e insegnare dialetti che cambiano da paese a paese, talvolta alcuni sostantivi anche da frazione a frazione?
Difficile standardizzare parlate locali che non hanno nessuna tradizione scritta (per lo scritto tutti usano, da secoli, l'italiano)
Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
Come Ponzio palato nessuno non ha la colpa, si lavano le mani.Le mie foto su Flickr:
http://www.flickr.com/photos/14667436@N02/
Il mio fotoalbum:
http://fotoalbum.virgilio.it/fabrizio.binello
e comunque:
vado!: on! (meno usata però del più comune "vago")
nervoso: zispo
persona lenta: petola
rospo: ciavat
ciabatta: zopela
tuono (di un fulmine a distanza ravvicinata): crèp
persona grassa: borèl
Ultima modifica di wtrentino; 08/01/2015 alle 17:12
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Ne scrivo qualcuna:
Domani = craj (dal latino cras)
Dopodomani = pscraj
Andare = scè
Spingere = vutt
Settentrionale = ciaonè (ormai solo over 60)
Prezzemolo = acc
Persona grassa (in senso dispregiativo)= chiattòn
Persona grassa (in senso amichevole)= tòn tòn
Bambino = criatour
Bue = vuv
Parlare in italiano invece che in dialetto = nduschj (ormai andato in disuso)
L'erba di alter l'è semper la pussee bona = L'erba del vicino è sempre più verde.
El Signor prima ja fa e poeu ja combina = Il Signore prima li fa, poi li mette insieme
Non sempre le ciambelle escono con il buco, così pure le famiglie. Quando i due sposi manifestano dei limiti, di qualsiasi genere, le malelingue si scatenano e le più delicate si limitano a questa considerazione.
La bocca l'è minga stracca se la sa nò de vacca = La bocca non è stanca se non sa di vacca
Il detto sta a indicare, nel modo in cui anticamente il formaggio costituiva la portata finale del pasto, che il senso di fame non può essere placato finché non si è gustato qualche tipo di latticino come dessert.
Fa via la nev e mazaà la gent a l'è un laura' per nient = Spalare la neve ed ammazzare la gente è un lavoro inutile
Tanto la neve si scioglie da sola e la gente muore naturalmente
Te seet andaa a scoeul de giovedì = Sei andato a scuola di giovedì
Alcuni decenni fa il giovedì non si andava a scuola, e per questo dire a una persona che è andata a scuola solo di giovedì è come dire che è un ignorante.
Voeuja de lavorà saltom addòss che mì me spòsti = Voglia di lavorare saltami addosso che io mi sposto
Usato nei confronti di persone scansafatiche che cercano sempre di evitare il lavoro.
Zucca e melon, a la soa stagion = Zucca e melone, a ognuno la sua stagione
È utilizzato quando si vuole indicare di fare qualcosa in tempi opportuni
Quand gh'è scappaa el porscell, sarren el stabiell = Quando è scappato il maiale, chiudono il porcile
È indicato in situazioni in cui si sottolineano rimedi presi troppo tardi
Gatta inguantada la ciappa minga i ratt = Gatta coi guanti non prende i topi
Indica che spesso coi metodi gentili e cauti si ottiene poco
In agost el Sô el va in del bosch = Ad agosto il sole va nel bosco
Indica la possibilità di avere brutto tempo nel mese di agosto
Offelee, fa el tò mestee = Pasticciere, fa' il tuo mestiere (esortativo)
Ogni ofelè al fa el so mestè = A ciascun pasticciere la sua specializzazione
Chi vusa püsé la vaca l'è sua = La mucca è di chi urla di più (durante la compravendita del bestiame)
Usato nei confronti di coloro che si vogliono occupare di materie o discorsi che non li riguardano
L'acqua l'ha faa i oeuv, el gh'ha inscì de pioeuv = L'acqua fa le uova, ne ha ancora tanto per piovere
Utilizzato in condizioni acquazzoni, ove le "uova" non sono altro che le gocce grosse di pioggia al momento della loro "esplosione" al contatto con il terreno
Te gh'ee l'oeucc pussee grand del boeucc = Hai l'occhio più grande dello stomaco
Detto di chi serve di più cibo di quanto ne può mangiare. In alcuni casi è utilizzato per definire chi fa il passo più lungo della gamba.
A Milan i murön fan l'uga A Milano i gelsi fanno l'uva, ricalcato sul detto I murun fan minga l'uga (i gelsi non fan l'uva per dire che a Milano ogni cosa è possibile.[3]
Fa minga la figüra del cicculatée = Non far la figura del cioccolataio.
Làsel in del so broeud = Lascialo nel suo brodo equivalente all'espressione idiomatica Làsel faa de luu
Cent co, cent crap; cent cu, dusent ciap = Cento menti, cento teste; cento culi, duecento chiappe. Indica la moltitudine dei modi di vedere delle persone.
Tucc i can menan la cua, tucc i cujun vor di la sua = Tutti i cani scodinzolano, tutti gli sciocchi vogliono dire la propria opinione.
Volti el cuu a Milan, volti el cuu al pan = Volti le spalle a Milano, volti le spalle al pane
Usato per dire che solo a Milano ci si guadagna da vivere.
Frasi in dialetto milanese con traduzione,fonte wikipedia.Comunque io nella mia famiglia ho sempre parlato italiano,mentre mia madre sa qualche parola del veneziano(causa padre veneto),mio padre penso che conosca abbastanza il milanese ma,visto che oramai qui non si usa praticamente più il dialetto,ha perso quasi totalmente la pronuncia.Discorso diverso per i miei nonni,ogni tanto li sento parlare in dialetto,soprattutto quando sono adirati(),e ogni tanto cercano di insegnarmi quelcosa,anche se la mia conoscenza si ferma a 2 o 3 parole.Mio nonno penso che parli un misto di bergamasco e milanese,mentre mia nonna quando parla dialetto parla solo milanese
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Qui siamo più che altro specializzati nel chiamare una cosa con il nome di un'altra. Ad esempio, dal livornese all'italiano abbiamo:
Granata = Ramazza
Dattero = Cozza
Canino = Cucciolo di cane/cane di piccola taglia
Boccia = Varichina
Torta = Cecìna
Ragno = Branzino
Frate = Ciambella di pasta zuccherata
Batuf(f)olo = Piccola porzione di polenta
... e così via![]()
"La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili" (A. Baroni)
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