il MESTOLO assume varie forme nei vari dialetti, a quanto pare anche u cazzu.
Tale oggetto, fra Ornaro e San Giovanni Reatino (RI) , dove è cresciuta mia
nonna materna prima che a 16 anni venisse a vivere a Roma, si chiama
"U PICCARU", con l'accento sulla "I", pìccaru.
C.
"S'è la notizia fossi confermata sarò zio."
Ma dove ?
Qui li chiamano gislùn !
Altre che mi vengono in mente ora (dialetto di Albosaggia, al piu'):
patate: tartifoi
fagioli (le cornette): guati
la palla della verza: gabùùs
il topo di campagna (quello piccolo): ratùpii
i banchi di nebbia/nubi bassi: scighèra
quando pioviggina/pioggia debole: el roosna
lampi: somèleg
il mestolo grande: la cazza
il mestolo piu' piccolo: el cazzòl
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premesso che scrivere in piemontese è un'impresa molto ardua posso citare alcune parole...
cadrega= sedia anche da noi.
le altre scriverò come si pronunciano...
fafiuchè ("colui che fa nevicare".....)= persona sciocca, poco attenta....chissà perchè
ratavouloira= pipistrello
teasta da 'ncuisu= (ossia testa di incudine)= persona testarda, poco incline al ragionamento
braije= pantaloni
fioca= neve
meria= mais
arcicioc= carciofo/i
arbra=pioppo
sautisa= salsiccia
pulast= pollo
tumatica= pomodoro
andè a cantè an 'nauta cùrt= andare a cantare in un altro cortile (dicesi di chi abbandona il luogo in cui si sta parlando...modo simpatico per dire: mi ritiro, vado a casa...)
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Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
A proposito di dialetti, ho scoperto che soffro di "spirantizzazione dell'affricata post-alveolare sorda". Detto in parole povere, non so pronunciare correttamente
parole come "DIECI", lo pronuncio alla Romana, ovvero quasi "dièsci"
Dialetto romanesco - Wikipedia
eppure, sono poco influenzato dal Romanesco, molto più dall'abruzzese....
C.-
"S'è la notizia fossi confermata sarò zio."
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