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  1. #291
    Tempesta L'avatar di Fede85
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Ehi, questo è uguale anche in Piemonte! Buco = Pertùs
    Anche l'arancio è simile al piemontese

  2. #292
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Asciugamano : Suamàn
    Domani: Dumàn
    Dopodomani: Aprè-dumàn
    Ieri : Hier
    Mattino : Matìn
    Pomeriggio: Dommesdì
    Colazione : Culasiùn
    Pranzo: Disnè
    Cena : Sino
    Spingere: Pussè
    Tirare : Tirè
    Lui: Cièl
    Lei: Cèla
    Lunedi: Lunes
    Martedi: Martes
    Mercoledi: Mercu
    Giovedi: Giobia
    Venerdi: Vendre
    Sabato: Saba
    Domenica: Duminica
    Settimana: Smàna
    Gennaio: Genè
    Febbraio: Fervè
    Marzo: Mars
    Aprile : Avril
    Maggio : Mai
    Giugno : Juhn
    Luglio: Lui
    Agosto: Agout
    Settembre : Stèmber
    Ottobre : Otòber
    Novembre : Nuèmber
    Dicembre: Disèmber
    Pera: Prus
    Mela: Pum
    Arancia: Portugal
    Albicocca: Armugnòn
    Fragola: Frola

    Lou soulei nais per tuchi

  3. #293
    Brezza tesa L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    sarebbe interessante, nei vari dialetti, fare una selezione dei termini completamente diversi, come radice, rispetto a quelli che derivano invece dalla medesima radice, e sono solo "deformati" nelle varie lingue locali.
    In genere, sono quelli più soggetti a estinzione, perché i parlanti delle nuove generazioni tendono a dialettizzare il termine corrente italiano, mentre sono solo i "vecchi" che ricordano e usano ancora i termini più peculiari.

  4. #294
    Burrasca forte L'avatar di luca95
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Ecco qualche altra parola:

    Bambini: masna' o matoc
    Tavolo: taula
    Tovaglia: mantila
    Bicchiere : bice'
    Ghiaccio: giasa
    Frddo: frec
    Lavorare: travaja'
    Insegnare: musta'
    Chiesa: gesia
    Zucchine: sicot
    Calcio (sport): fulba
    Vecchio: vec
    Nuovo: nev
    Buttare via: campa' via
    Asxolta: da-da ment
    Pezzo: toc

  5. #295
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da luca95 Visualizza Messaggio
    Ecco qualche altra parola:

    Bambini: masna' o matoc
    Tavolo: taula
    Tovaglia: mantila
    Bicchiere : bice'
    Ghiaccio: giasa
    Frddo: frec
    Lavorare: travaja'
    Insegnare: musta'
    Chiesa: gesia
    Zucchine: sicot
    Calcio (sport): fulba
    Vecchio: vec
    Nuovo: nev
    Buttare via: campa' via
    Asxolta: da-da ment
    Pezzo: toc

    Bambini: Masnà/Matòt
    Tavolo: Taul
    Tovaglia: Tuaia
    Bicchiere : Bicer
    Ghiaccio: Gias/Giasa
    Frddo: Freit
    Lavorare: Travajè
    Insegnare: Mustrè
    Chiesa: Gèisia
    Zucchine: Cusòt
    Vecchio: Vej
    Nuovo: Nou
    Buttare via: Campè via
    Ascolta: Escouto

    Per alcune cose abbastanza simili...
    Lou soulei nais per tuchi

  6. #296
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da Welfl Visualizza Messaggio
    Il mio e il tuo dialetto sono davvero molto simili. solo che il vostro "gio" diventa tipo un "szo"o ad es bruciacchiato: citolà noi 'ncitolà

    petola è una persona delicata, ma qui le petole sono anche le palline che si formano sulle maglie con l'usura.
    siraca: bestemmia
    entrek: poco agile o abile
    smarloss: lucchetto
    seciar: lavandino

    meteo
    crèp: è un fulmine vicino
    tonada: un tuono vicino.
    sfaliva: sfavilla
    el fioca: nevica
    schneregna: acqua mista a neve
    slavaia: acquazzone
    regna: piove
    el sol scioca: il sole picchia
    ecc..
    qui 'ntrek vuol dire intero, mentre acquazzone è sguaz
    i giorni sono:
    luni
    marti
    mercol
    zobia
    vendro
    sabo
    domenega

    buttare: tràr
    tronco (grande) bora ("o" chiusa) e taglialegna->boràr
    devo andare: gai da nàr
    solo: demo'
    bambino: bocia, matelòt, putel e altri che non ricordo
    escremento di volatile: sghìt ( stupenda)
    omelette: fortaie
    toilette: croset
    gatto grasso e poltrone: gat pantalon o pantac (non so se è un termine coniato qui a casa ma lo sento da parecchio tempo)
    secchio: celet
    legno per mescolare la polenta: canarola
    pranzo: disnàr
    pomeriggio: dopodisnàr
    andare di matto gridando: sgorillàr
    mela: pom melo: pomar
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  7. #297
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    A metà Ottocento il sig. Bernardino Biondelli girò in lungo e in largo tutto il Nord Italia e si fece tradurre, pressoché ovunque, la parabola del figliol prodigo. La parabola dovrebbe recitare, in italiano, pressappoco così:

    Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la mia parte", il padre divise [l'eredità] e gli diede la parte che gli spettava. Poco tempo dopo, preparato tutto, il figlio più giovane partì per un paese lontano, dove sperperò tutto quel che aveva nei vizi e con le donne. E dopo che aveva speso tutto, in quel paese venne una grande carestia e lui iniziò a patir la fame. E così si mise al servizio di un signore, a fare il guardiano di porci. E aveva fame, i porci mangiavano e nessuno a lui gliene dava. Poi tornò in sé e si disse "Quanti servitori in casa di mio padre hanno pane fin che vogliono, e io qui muoio di fame! Io tornerò da mio padre e gli dirò ' Padre, ho peccato contro Dio e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servi!' ". Partì e ritornò, e mentre è ancora per strada, il padre lo vede e gli corre incontro, abbracciandolo e baciandolo. Il figlio allora dice al padre: "Padre, ho peccato contro Dio e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio!" Ma il padre lo interrompe e ordina ai suoi servitori: "Portate il suo più bel vestito e metteteglielo, mettetegli l'anello al dito e le scarpe ai piedi, e prendete il vitello grasso e ammazzatelo, mangeremo e staremo allegri, perché questo mio figlio era morto e ora è rinato, era perso e ora è ritrovato". Ma il figlio più vecchio, che era in campagna, tornando sentì musica e festa, e chiese ad un servo cosa fosse successo, e il servo rispose: "Vostro fratello è tornato, e vostro padre ha ucciso il vitello grasso, perché lui è tornato sano e salvo". E allora lui si arrabbiò e non volle entrare, ma il padre uscì pregandolo. Ma lui disse al padre: "Ma guarda! E' da sempre che vi servo, non ho mai disobbedito ai vostri ordini, e non mi avete mai donato neanche una capra per potermela mangiare con i miei amici, mentre per l'altro vostro figlio, che ha sperperato tutto in donne e divertimenti, avete ucciso il vitello grasso!" Ma il padre disse al figlio: "Figlio, tu sei sempre con me, e quel che è mio è tuo, ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
    Lou soulei nais per tuchi

  8. #298
    Vento fresco L'avatar di Welfl
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Buongiorno: Cruscòtt, bondì
    Un rompi scatole: desfakokele
    Salute "cin cin": zun Wohl
    Euro: òiri
    niente: nix
    shottino: Schtamperle
    grappino: Schnappserle
    ci siamo intesi?: verstanen?

    l'anno scorso: l'an pasà
    l'altr'anno: l'an delà
    tempo passato da anni: stiani
    giovedi prossimo: zobia che ven
    gallo: kikerle
    gatto: gat o kaz
    cane: caign
    zaino: prosak
    borsa: sporta
    escremento di mucca: boazza
    cestino: sesto
    motorino: ciodo
    quando un bambino tocca qualcosa di sporco, che non deve toccare gli si dice: Pfui, Bätsch, Barea.
    frase sentita oggi: chiudi il cancello che scappa il maiale: Sera il Gottr che scampa el Fock.

    Misch masch linguistico incredibile e a Bolzano dove ci sono tutti gli immigrati da tutta italia del periodo fascista è ancora peggio...


  9. #299
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Nella mia zona, i dialetti più vicini sono una via di mezzo tra quello di Caraglio e quello di Vinadio.

    Questa è la traduzione nel dialetto di Caraglio:

    Un om l'avia doi fioi. 'L pì giovo di doi l'à dit al pare: "Pare, dème lo ch'a'm ven d'mia part" e 'l pare l'a divis e j'a daje lon c'ha j tocava. E da li a quaie dì, butà ensem tutt'l fait so, 'l fiol pì giovo s'n' partisne pr'un pais lontan, dov l'a fait prà net d'tutt con vive da spensierà. E dop d'avei fogolià tutt, a jè vnuje na gran carestia n't col pais, e chiel l'à comensà a patir d'fam. E a s'andasse a fitè d'an sgnor d'col pais, e cost-sì l'à mandalo a soa campagna 'n pastura ai crin. E l'avia voja d'mpisse la pansa d'agiand ch'a mangiavo i porc, e gnun a j n'dasìa. Ma torna o' t chiel, a l'a dit: "Quanti salarià a cà d'me pare a l'an d'pan fin ca volo, e mi i son sì ch'i moiro d' fam! I m'ausrò e i andrò da me pare e i dirò ' Pare, i o fait mal contra'l cel e contra vue, son pì nen degn d'essi ciamà vostr fiol: tnime pr'un d'i voste servitor." E aussandse l'è andait da so pare, e mentre l'era ancor lontan, so pare l'a vist, e j'à faje compassion, e correundje 'n contra s'è campassje al col e l'à basalo. E 'l fiol l'a dije: "Pare, l'ai mancà contr'l cel e contra vue, son pi nen degn d'essi ciamà vostr' fiol." Ma 'l pare l'a dit ai so servitor: "Portè fitto 'l pì bel vestì, e butejlo ados, e butej l'anel al dè e le scarpe 'n ti pè, e menè el vilet gras e masselo, e mangeroma e staroma alegher, perché cost 'me fiol l'era mort e a l'è resussità, l'era pers e s'è truvasse", e l'an comensà a fè alegria. Ma 'l fiol pì vej era 'n campagna e tornandne a avsinandse a cà l'à sentì la musice e 'l bal. E a ciamà a un servitor e l'a interrogalo cosa fussa lo. E 'l servitor j' a rispost: "Vostr frel l'è tornà, e vostr' pare l'à massà un vilet gras perché ch'a l'à tornalo riavei san e salv". E chiel l'è andait 'n collera e volìa nin antrè. Ma 'l pare sortiend 'd fora s'è butasse a preghelo. Ma chiel 'n risposta l'a dit a so pare: "Beichè 'n poc, al è tant un pas ch'i v servo, e l' ai mai mancà ai vostr comand, e n'avai mai dame un cravot, perch' m lo godeisa con i mè amis. Ma da poi ch' l'è vnu sto vostr fiol ch'a s'è mangiasse l' fait so con le fomne d'mond, l'avè massà per chiel un vilet gras". Ma 'l pare j'a' dije: "Fiol, ti sos sempre con mi, e lo ch'a l'è me l'è to. Ma poi bsognava ben stè alegher e mangiè ben, perché cost frel l'era mort, e a l' è risussità, l'era perdu, e s'è tornasse truvè.


    Traduzione nel dialetto di Vinadio (questo è spiccatamente occitano)

    En ome avìa dui enfan, e lo pu giove d'achili a diç a son paire: "Paire, doname la part de ben che me tuoccio" e lo paire lor o a partì. En pau de temp après, cant agu che li vegna, lo pu giove enfan es partì, e es anà via luagn, e a mangià tut lo che avia ensemo las ciorgnias. Cant agu tut mangià, es vengu una carestia an achèl pais, e el a prinsipià a sospirar. Après s'es fittà embo un d'achel pais, e achest lo a mandà a su cassina a gardar li puerc. E per se levar la fam mangiava d'abgiantes, perché degun li donava ren da mangiar. Près d'achesta miseria s'ès diç dan'el "Canti servitor à mon paire a maison, che mangian tan de pan, e mi aissì crepo de fam! Ai pensà de m'en tornàr embò mon paire, e li direi ' Paire, mi ai peccià cuontro lo siel e cuontro vos, mi nen merito pus che vos m'a fasè do paire, ma tut un mi siau vostre enfàn, fasème como mi fosso en vostre servitor.' " E s'encamina vers la maison de son paire, era ancora de luagn de maison, son paire l'à vist venir e agu compassion de son enfan,l'is anà encontra, l'à embrassà e l'à bejsà. Allora l'enfan l'à diç al paire: "Paire, mi ai peccià cuontro lo siel e cuontro vos, mi 'n siau pus degn d'esser ciamà vostre enfan, ma prenème per vostre servitor." Allora lo paire à diç ai siu servitor: "Anà gherì al ciambro prendre lo pu bel vestì, e vestilo, butati un anel al dè, e càussalo, e anà prenèr lo pu bel veal ch'es al teç, tualo, che lo mangen e stem allegres; perché mon enfan pensavo che foghes moart, es vengu, l'aviam perdù e l'avem trobà". E'an prinsipià a star allegres con mangiar e bèure. L'enfan pu viei che era en campagna, es vengu a maison, e cant es agu procce, à auvì de sons de musico e de danso. Clamò donco un de sus servitors e li demandò ch'ere lo d'acchì. E achili gli a diç: "Es vengu vostre fraire, e vostre paire fa luar lo pu bel veal, perché lo a trobà san." Allora lo fot l'a pres, e n'en volìa entrar a maison. Son paire donco es sortì, e lo a pres a los buonos perché entrèss. Ma jel à respondu a son paire: "Como, mi j'à tanti ann che vos siervo, e l'ai sempre fa lo che m'avè comandà, e m'avè mal donà en ciabrì che mangiesso, e stesso allegre embo li miau amic. E iro ch'es tornà vostre enfan, ch'à mangià tot son ben embo las ciorgnias, li avè tuà lo pu bel veal che avia." Allora lo paire li a diç: "Mon enfan, tu sias sempre embo mi, e tut lo che mi ai es tiàu; ma cialìo mangiar, bèure e star allegre, perché ton fraire, achèl ch'ero muart, es tornà viaure, ero perdù, e s'es tornà trobar.
    Lou soulei nais per tuchi

  10. #300
    Bava di vento L'avatar di Fede 95
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    Predefinito Re: Strani nomi di cose dialettali

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Esatto
    Cièl = lui, cèla = lei
    Comunque sì, il Langarolo è molto diverso da qui... anche il Monregalese (anche se un po' più comprensibile).. capisco pochissimo il Cebano/ dialetti della Val Tanaro (per capirci: il tormentone "Peppa pig in piemontese" è in dialetto delle valli cebano/monregalesi e fatico un po' a capirlo).

    In tema meteorologico qui...
    Pioggia = Piova
    Neve = Fiocco
    Sole = Sulei
    Grandine = Tempesto

    Per dire "nevica" (nel senso "sta nevicando") si dice "ciaramàio"
    Allora non mi sbagliavo! Il tuo dialetto è molto più vicino all'occitano: infatti avete molte parole con la desinenza in -o!
    Qua diciamo in maniera un po' diversa!
    Pioggia anche qua "piova";
    Neve = fioca;
    Sole = söl (ma si legge sul);
    Grandine = Tempësta.

    Nevica invece penso sia: a l'è mentre che fioca.

    Poi tuono diciamo "ël trun" o "crêp"; i lampi "slüsi"!

    Mi ricordo mio nonno, quando stava arrivando un temporale violento, iniziava a piovere e grandinare con folate di vento, era solito dire "a-ijé!" nel senso "ci siamo" e "inizia a darci secco"!

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