Beh ma è ovvio, il famoso latino volgare, da cui nei secoli sono nate le attuali lingue romanze.
Il latino classico che si parlava nei palazzi romani, tra la popolazione non lo parlava quasi nessuno, anche nella epnisola italiana.
In Francia, comunque, è stata non indifferente più l'influenza del francone, ossia la lingia dei franchi, che poi abbandonarono una volta insediatosi nella Gallia romana, che quella degli antichi Galli
L'antico inglese (diciamo quel che il popolo parlava fino alla fine del XI secolo) possedeva sicuramente le declinazioni, probabilmente un sistema a quattro casi simile a quello dell'olandese e del tedesco, poi si è perso abbastanza velocemente e l'unico residuo è il genitivo sassone. Le antiche lingue indoeuropee presentavano tutte sistemi di declinazioni, basti pensare al latino, al greco o al sanscrito. Le lingue indoeuropee moderne possono aver conservato i sistemi di declinazioni oppure possono averli sostituiti con altri sistemi di marcature (es. aumentando il numero di preposizioni e introducendo articoli), sono processi avvenuti in tutti i gruppi in modo parallelo e indipendente, ad esempio tra le lingue germaniche tedesco e olandese hanno conservato un sistema di declinazioni a 4 casi, l'inglese lo ha perso completamente, svedese e norvegese lo hanno perduto in gran parte, tra le lingue slave abbiamo casi di conservazione del sistema delle declinazioni (es. russo, polacco che hanno un sistema a 7 casi) e il bulgaro che ne coserva solo qualche traccia, la maggior parte delle lingue romanze ha perso il sistema delle declinazioni, che però si è conservato nel rumeno.
La pronuncia del francese è cambiata parecchio dal '600 a oggi, c'è questa scena famosa del Borghese gentiluomo di Molière in cui il maestro d'ortografia illustra al protagonista come pronunciare in modo corretto le lettere dell'alfabeto. Siccome il maestro è un conservatore-pedante, lo fa utilizzando una pronuncia arcaicizzante, tardo cinquecentesca, che ai tempi di Molière era superata da quasi un secolo... da notare come le vocali finali siano pronunciate (in parte come schwa), il dittongo "oi" sia pronunciato "ue", la "s" del plurale sigmatico sia ancora talvolta udibile e la "r" non sia la consueta "r" uvulare francese ma una "r" vibrante che ricorda quella dello spagnolo sud-americano.
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Ultima modifica di galinsog@; 20/04/2020 alle 07:46
Bellissima soprattutto la "r" bella vibrante alla spagnola.Sarà anche per quello che io tendevo un po' a farla così, mentre nel francese attuale/parigino è un'uvulare come poche.
Comunque senza pronunciare la "s" dei plurali e delle parole terminanti con essa, io in Francia parlavo abbastanza come l'attore. E mi viene/veniva sempre da dire oué anziché oui, ma quello è un altro discorso.
E già, quello che consideriamo un carattere assolutamente proprio del francese in realtà è un tratto acquisito solo in tempi abbastaza recenti, affermatosi diciamo dall'inizo del '700.
P.S. il parigino è una cosa orrenda... anche dal punto di vista grammaticale... una lingua semi-agglutinante... che al confronto gli italiani regionali più sgrammaticati sono perfetti e pulitissimi... però è anche la parlata della capitale più presuntuosa del mondo.
Però notavo una cosa, a proposito degli articoli:
Nel tedesco esistono, sia determinativi che indeterminativi, come in italiano, e vengono usati normalmente, anche se declinati.
Mentre in russo, quelli determinativi almeno, mi pare che non esistono, come anche nell'ucraino nel bielorusso , che sono pure lingue che hanno le declinazioni
Io credevo, erroneamente, che tutti gli articoli non esistessero nelle lingue che conservano casi e declinazioni, invece mi sbagliavo, perchè nel tedesco esistono invece.![]()
Come da titolo, butto li un:
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