vent'anni fa

**Logger** · 21/01/2010, 19:09

Capisco Fabry e tutti gli altri che hanno ricordi simili.
Il ricordo è sempre vivo. L'unica differenza è che non senti più lo strazio di quei momenti, rimane una specie di tristezza di fondo.

Sapemmo che mio padre aveva male ai bronchi nel 1989; non abbiamo mai saputo con certezza se e quando l'avesse capito e alle ore 23.45 del 24 dicembre 1992 morì in ospedale. Da allora il Natale ha un significato diverso dal solito.

Ogni sera prima di andare a letto ancora lo saluto guardando la foto che ho sul comodino e che ha fatto insieme a mamma nell'ultima vacanza dell'estate 1992 a Ussita sui Sibillini.

**ibibi** · 21/01/2010, 19:29

Originariamente Scritto da C.R.

da dove viene il cognome "BOURNENS" ?

Cmq riguardo questa storia non so che dire, se non esprimere solidarietà....

so che prima o poi dovrò affrontare anche io la perdita dei miei (spero il più tardi possibile)
anche perchè le cose sono due.... o muori prima TU o prima o poi dovrai affrontare la morte
dei tuoi genitori.... è nell'Ordine Naturale....

ma non sono pronto, manco con L'IDEA....

C.

Non credo che qualcuno sia mai pronto a veder morire persone che sono così importanti nella sua vita, forse è peggio solo veder morire dei figli, e a pensarci bene il mondo è pieno di dolore, solo che per qualche sistema di protezione, fin che le cose non colpiscono proprio vicino, restiamo indifferenti o quasi.
Il mio cognome deriva da un avo che nel sei settecento venne come graduato pontificio a Roma, sembra proveniente dal nord della Francia o forse dalla Svizzera, dove effettivamente esiste un Comune di nome Bournens. O forse prese questo nome non avendone altri, "Bourn" seguito da qualcosa è molto comune.... di sicuro gli vennero affidati compiti di amministratore in questa zona, un palazzo Bournens esiste ancora a Castel di Tora. Sembra fosse anche capace di preparare rimedi farmacologici dalle piante ed altro, certo mio nonno paterno era un bellissimo uomo, alto, biondo, tutto fuor che mediterraneo, uno del nord. La famiglia probabilmente perse la sua influenza colla fine del Regno Pontificio, conservando però una qualche osservanza papalina, anche in condizioni difficili e nell'emigrazione in Brasile e poi nel ritorno.
In qualche modo, anche io mi sento un po' estraneo in Patria, quando si parla di immigrazione, mi vien da pensare ai tanti apporti nella mia famiglia.

Ps
l'immagine dell'uomo che porta in spalla il padre è naturalmente Enea che fugge da Troia,col padre Anchise, nel racconto di Virgilio. Credo se ne parli anche nei testi di psicologia, ma non ricordo bene dove....c'è anche un grande gruppo marmoreo.
del Bernini
http://www.scultura-italiana.com/gal...s/image29.html

Za · 21/01/2010, 23:10

**alaska63** · 22/01/2010, 07:47

Originariamente Scritto da C.R.

da dove viene il cognome "BOURNENS" ?

Cmq riguardo questa storia non so che dire, se non esprimere solidarietà....

so che prima o poi dovrò affrontare anche io la perdita dei miei (spero il più tardi possibile)
anche perchè le cose sono due.... o muori prima TU o prima o poi dovrai affrontare la morte
dei tuoi genitori.... è nell'Ordine Naturale....

ma non sono pronto, manco con L'IDEA....

C.

A chi lo dici...

Ogni sera passo da loro, porto il giornale a papà e mi fermo a cena, cerco di restarci un po' anche oltre la cena, ma nonostante ciò spesso mi sento dire "già vai via..." quando raccolgo le mie cose per andare a casa mia.
E quando uno di loro o tutti e due non ci saranno più per dirmelo (se saranno prima loro ad andarsene) ?
Non oso pensarci...
Un abbraccio a Fabry per questo suo ricordo del papà...

**Adrisessanta** · 22/01/2010, 08:14

Il prossimo 13 settembre sarà il 39mo anno dalla scomparsa di mio padre. Dunque, posso capire benissimo quale sia il tuo dolore per una ferita che, nonostante gli anni passino, non si rimarginerà mai.

**C.R.** · 22/01/2010, 14:25

Originariamente Scritto da alaska63

A chi lo dici...

Ogni sera passo da loro, porto il giornale a papà e mi fermo a cena, cerco di restarci un po' anche oltre la cena, ma nonostante ciò spesso mi sento dire "già vai via..." quando raccolgo le mie cose per andare a casa mia.
E quando uno di loro o tutti e due non ci saranno più per dirmelo (se saranno prima loro ad andarsene) ?
Non oso pensarci...
Un abbraccio a Fabry per questo suo ricordo del papà...

ecco... identica spiccicata situazione .... alla fine, i miei sono le uniche persone che ho....
si, ho gli amici, ho un fratello, certo... ma non è la stessa cosa....

ogni volta mi si stringe il cuore perchè finisco a pensare al momento in cui non ci saranno più...

che spero sia remoto nel futuro, ma che purtroppo non è detto debba esserlo
(mano sulle balle)

chi andrò a trovare poi? Chi mi telefonerà per chiedermi come sto? Chi mi dirà con aria contrita
"già vai via?", chi mi difenderà o darà ragione o esprimerà solidarietà?

Sarò solo, come un cane... dato che , lo confesso, alle donne ormai manco più mi ci avvicino
(troppe delusioni e rifiuti, ormai ho paura, non ce la faccio più a soffrire, preferisco evitarle, vorrei diventare asessuale ma non ci riesco.)

quindi il fatto di una "famiglia mia" è cosa remota come le spiagge delle isole fiji,
nemmeno la considero come possibilità (e poi, anche avessi una compagna,
non vorrei figli e famiglia in questo momento)

Ci sono i miei... e quando non ci saranno più, sarò SOLO. Basta come pensiero "angosciante" ? Avete di meglio da offrire?

Chi ha perso uno o entrambi i genitori da anni ed è sopravvissuto felicemente
(nonostante l'inevitabile dolore che si porta sempre dentro a ripensarci) gode del mio massimo rispetto...

io non sono certo di SOPRAVVIVERE, alla cosa.

C.

**Marco.Iannucci** · 22/01/2010, 14:34

la morte è la cosa più inspiegabile e ingiusta della vita. Ancora peggio quando non arriva in vecchiaia avanzata.

**alaska63** · 22/01/2010, 14:37

Originariamente Scritto da C.R.

ecco... identica spiccicata situazione .... alla fine, i miei sono le uniche persone che ho....
si, ho gli amici, ho un fratello, certo... ma non è la stessa cosa....

ogni volta mi si stringe il cuore perchè finisco a pensare al momento in cui non ci saranno più...

che spero sia remoto nel futuro, ma che purtroppo non è detto debba esserlo
(mano sulle balle)

chi andrò a trovare poi? Chi mi telefonerà per chiedermi come sto? Chi mi dirà con aria contrita
"già vai via?", chi mi difenderà o darà ragione o esprimerà solidarietà?

Sarò solo, come un cane... dato che , lo confesso, alle donne ormai manco più mi ci avvicino
(troppe delusioni e rifiuti, ormai ho paura, non ce la faccio più a soffrire, preferisco evitarle, vorrei diventare asessuale ma non ci riesco.)

quindi il fatto di una "famiglia mia" è cosa remota come le spiagge delle isole fiji,
nemmeno la considero come possibilità (e poi, anche avessi una compagna,
non vorrei figli e famiglia in questo momento)

Ci sono i miei... e quando non ci saranno più, sarò SOLO. Basta come pensiero "angosciante" ? Avete di meglio da offrire?

Chi ha perso uno o entrambi i genitori da anni ed è sopravvissuto felicemente
(nonostante l'inevitabile dolore che si porta sempre dentro a ripensarci) gode del mio massimo rispetto...

io non sono certo di SOPRAVVIVERE, alla cosa.

C.

Sarà durissima Claudio, sarà durissima, anch'io ci penso sempre.
Ma se così sarà (cioé se noi sopravviveremo ai nostri genitori) dovremo farcela proprio per loro che (almeno i miei) già si angosciano al pensiero di me che non troverò più un pasto caldo al mio rientro dal lavoro, la mia casa pulita, le lenzuola del letto cambiate, le bollette pagate e via di questo passo.
Se non ce la facessimo procureremo loro una delusione.
Forza amico mio