firenze e' superiore...........la passione che abbiamo noi la puo' avvicinare solo il napoli...................noi lo stadio pieno lo abbiamo anche in c2
Originariamente Scritto da pio
..mauro
...german
....CAMORANESI!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La casa è venuta giù!!!!!!!!!!!!!!!!!
E vi risparmio le 4 pappine fresche fresche!!![]()
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Predazzo Wunderground
always looking at the sky
Nivofilo-Precipitofilo-Perturbazionofilo-Depressionofilo-Ostrosciroccofilo-Anticaldofilo-Antianticiclonicofilo
ma tu sei matto!!ma cosa centra una partita di calcio con 248 milioni di euro presi dalla juve da mediaset per i diritti tv..squadre come la fiorentina e simili li prendono in 20 anni sti soldi!!Originariamente Scritto da Gravin
ti sembra giusta una cosa simile!!Bisognerebbe regole tali entrate e contratti!! i 3 cancri del calcio italiano sono GOBBA, MILAN E INTER...tutti mafiosi e pieni di soldi!!20 anni fa, verona, napoli etc. vincevano scudetti...ora ed in futuro non ci saranno mai contrasti di altre squadre perchè tra diritti tv, favoritismi arbitrali etc, vinceranno solo i 3 cancri!!
un vero schifo!!
Storm chaser for Thunderstorm Team
UG 69
Originariamente Scritto da Andrerus
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Sono Juventinissimo, ma un campionato a due è una palla. Del resto così sta avvendendo in tutta Europa: in ogni nazione emergono tre/quattro squadre che ogni anno partono per la vittoria. A queste, a volte, si aggiunge una sorpresa: un Chievo, per esempio, che fa qualche buon campionato e poi sparisce. E' così, ed è stata la Champions a fare questo. Per cui non pigliamocela sempre con InterMilanJuve, come se solo da noi succedesse questo: è una legge, la legge dell'accumulazione che fa sì che i più ricchi diventano più ricchi (di tifosi, di giocatori, di trofei e di soldi) e i più poveri diventano più poveri.Originariamente Scritto da leon
Della Valle può aver ragione su qualcosa: discutiamone pacatamente. Ma non dimentichiamo che la Juve e il Milan, da svariati anni, non militano nel campionato di Treviso e Empoli, ma in quello di Real e Chelsea e saranno costrette, ogni anno, a trovare fondi e risorse per competere con Real e Chelsea. Quindi quello dei diritti TV è solo un piccolissimo tassello. La realtÃ* vera è che la disparitÃ* fra queste squadre esiste, esisterÃ* e si allargherÃ*.
Per finire, mi è parso molto pacato e condivisibile l'articolo di ieri di Tosatti. Ve lo ripropongo integralmente:
I diritti del pallone, tra realtÃ* e illusione
Si discute su come ripartire le risorse della serie A ma solo con una
strategia aziendale si possono eliminare caos e demagogia
È mortificante notare con quanta ignoranza, demagogia e
superficialitÃ* si tratti il problema dei diritti tv nel calcio. Sui
quali sarÃ* opportuno ricordare alcuni punti fermi.
1 La teletrasmissione in diretta di una partita è, di fatto,
l'estensione dello stadio reale. Invece di vendere abbonamenti e
biglietti ai tifosi presenti nell'impianto, li cedi a chi non potendo
recarvisi (per lontananza e altri motivi) la guarda sullo schermo.
2 Nessuno in nessun Paese ha mai chiesto che i proventi degli incassi
allo stadio venissero divisi equamente fra tutte le partecipanti al
campionato. Perché la loro proprietÃ* è di chi organizza l'evento.
Perché chi ha circa 170 mila spettatori in un anno (come Brescia e
Siena nel 2004-05) non può pretendere di fare a metÃ* con Milan
(1.216.000), Inter (1.083.000) e Roma (850 mila). Proprio il seguito
del pubblico ha consentito ad alcuni club (Napoli in testa) di
competere con rivali finanziariamente più ricchi.
3 Ciò nonostante in Italia il 18 per cento degli incassi viene dato
alla squadra con meno clienti. In tutti gli altri Paesi chi organizza
si tiene tutto.
4 Per logica assonanza lo stadio televisivo si basa sugli stessi
principi e premia chi ha più utenti. Anche qui viene riconosciuto il
18 per cento agli ospiti. Percentuale che sarÃ* aumentata - c'è giÃ*
un abbozzo di accordo - al 19 e poi al 20 per cento. Legittimo
discutere una ripartizione ancora più favorevole per i club
medio-piccoli. Ma senza dimenticare che essi nel 1999 depauperarono la
serie A, destinando ben 200 miliardi (lire) alla B. Decisione presa da
chi preferiva - pur partecipando alla A - garantirsi un paracadute
economico in caso di retrocessione. Comprensibile con 4 bocciate
all'anno su 18. Ora sono solo 3 su 20. Ma fu quella scelta a
dissestare il sistema, togliendo risorse alla A e ingigantendo i costi
della B. Il modello Premier League non prevede nessun finanziamento
alla B. Anche negli altri Paesi europei essa riceve aiuti molto
ridotti. Non è giusto, quindi, sostenere che nel nostro calcio manchi
una forte mutualitÃ* interna. Anche per i diritti tv, quale che sia il
modo di venderli, all'estero non si riconosce una percentuale agli
ospiti.
5 Sono favorevole alla cessione collettiva dei diritti tv specie per
due motivi: stabilire una comune strategia di vendita e uniformare le
scadenze contrattuali. Ma è semplicistico dire: abroghiamo la legge
D'Alema per cancellare la soggettivitÃ* dei diritti. Essa fu il
prodotto di tre situazioni. L'Antitrust proibì la vendita
collettiva, minacciando Carraro (allora presidente della Lega) di
rinviarlo a giudizio se proseguiva su quella strada. Fu concessa una
deroga solo per i diritti in chiaro, previo accordo unanime di tutti i
club. Diverse sentenze europee stabilirono che i diritti relativi a uno
spettacolo sono di chi l'organizza. Si cercò di equilibrare il
mercato, ponendo dei limiti (il 60 per cento) al possesso dei diritti
tv. Ciò non impedì il monopolio di Sky e l'attuale caos. Solo in
Italia e Grecia la materia è regolamentata da una legge, in entrambi i
Paesi si vuole abolirla. Giusto. Ma sarebbe assurdo sostituirla con una
legge che imponga la vendita collettiva dei diritti. Perché la
Costituzione garantisce la proprietÃ*. Come imporre una cessione
forzata a s.p.a. con fine di lucro e persino quotate in Borsa? Si
codificherebbe una sorta di esproprio. Come annullare contratti
sottoscritti nel rispetto della legge esistente? Un simile intervento
non resisterebbe alla prova dei tribunali. Solo una scelta condivisa da
tutti i club e un accordo rispettoso del diritto può risolvere il
problema. Né una legge più sbagliata di quella attuale, né la conta
dei voti.
6 Conviene sgombrare il campo da tesi non suffragate dalla realtÃ*.
«Il sistema con cui vengono ceduti i diritti tv non incide sulla
competitivitÃ*». In Francia vendita collettiva: il Lione ha giÃ* in
tasca il quinto scudetto consecutivo. Idem in Germania: il Bayern ne ha
conquistati sei negli ultimi dieci anni e ha ipotecato il settimo. Chi
cita la Premier League, come perfetto esempio di equitÃ*, dovrebbe
almeno leggerne l'Albo d'oro. Da quando esiste, il Manchester ha
vinto 8 campionati, l'Arsenal 3, il Blackburn uno. Poi Paperone
Abramovich ha ucciso il torneo. In Italia vendita soggettiva, tranne la
tv in chiaro: nell'ultimo decennio 5 titoli alla Juve (avviata verso
il sesto), 3 al Milan, uno a Roma e Lazio. Ci sarebbe più
competitivitÃ* senza l'anomalia Inter: mai vinto, pur incassando
quanto le altre due grandi. Il problema non è solo di risorse, ma di
come le si gestisce. Ciò riguarda anche il Real Madrid: solo 3
scudetti in Spagna (vendita soggettiva con qualche variazione)
nonostante un investimento economico senza pari nel mondo. Va verso il
quarto il Barcellona, due sono andati al Valencia, uno a Deportivo e
Atletico. Come si vede, una discreta alternanza. Cessione individuale
in Portogallo e dominio (6) del Porto. Vendita collettiva in Olanda (ma
alcuni club hanno una fetta più grossa): Psv 5, Ajax 4, Feyenoord 1.
In Grecia l'Olympiacos ha vinto 8 titoli, nella Repubblica Ceca lo
Sparta Praga 7.
7 Ciò dimostra che non è il sistema di vendita e neppure la
ridistribuzione delle risorse nei vari campionati a ridurre la
competitivitÃ*. Intendiamoci: ovunque ha sempre vinto lo scudetto un
piccolo gruppo di club. Ma lo squilibrio si è accentuato. «Colpa
dell'Uefa e della Champions». Fin quando c'erano la Coppa
Campioni, la Coppa Uefa e la Coppa delle Coppe (tutte a eliminazione
diretta) il calcio europeo è cresciuto in modo equilibrato: moltissimi
club avevano la possibilitÃ* di mettersi in luce, di avere spazi
televisivi liberi, introiti dovuti ai risultati e abbastanza equamente
divisi. Poi l'Uefa, per tener buoni i grandi club in rivolta, ha
abolito la Coppa delle Coppe, svilito la Coppa Uefa confinata al
giovedì, requisito martedì e mercoledì per una Champions a gironi,
creando un'élite europea che ha letteralmente ricoperto d'oro,
consentendole di prendere un vantaggio incolmabile (economico e
agonistico) sulle rivali interne. Una ventina di club hanno un posto
quasi fisso nella Champions, sono quelli che dominano i rispettivi
campionati, grazie ai soldi dell'Uefa, la quale vende i diritti
collettivamente: i partecipanti son ben felici di consentirglielo,
visto i ritorni. Ma la maggioranza dei club, quelli fuori dal giro, ne
hanno ricevuto un danno enorme. Ci rifletta chi ritiene la vendita
collettiva una sorta di panacea. La Champions sta togliendo
competitivitÃ* ai campionati: basta leggerne le classifiche. Eppure in
Germania le grandi vogliono ridiscutere la ripartizione interna in
senso più meritocratico per poter meglio competere a livello europeo.
8 Si discute, giustamente, di come ripartire le risorse in serie A.
Nessuno affronta il problema più importante: il confine fra i diritti
soggettivi e quelli collettivi. Mi spiego. La Lega vende
collettivamente i diritti in chiaro su A, B e Coppa Italia. Soldi che
vanno a pagare (con giochi, sponsor e altre voci) l'enorme mutualitÃ*
concessa alla B. Ma, se il vecchio «Novantesimo Minuto» e l'attuale
«Serie A» appartengono a tutti, perché similari trasmissioni fatte
sul satellitare o sul digitale vengono realizzate acquistando diritti
soggettivi? La trasmissione della partita appartiene al club, i
programmi sul campionato (dagli highlight alle interviste, da tutte le
gare vendute insieme agli approfondimenti) appartengono a chi organizza
il campionato, cioè alla Lega, cioè alla comunitÃ*. In Inghilterra
questa divisione è chiara, da noi no. Non esiste proprio. Ecco perché
ci vuole un dirigente esterno che difenda gli interessi di tutti. GiÃ*
ponendo dei limiti fra ciò che è cedibile dal club e ciò che va
ceduto insieme, si riequilibrerebbero le risorse. Non basta: ci vuole
(e manca) una strategia di vendita. Perché il diritto di proprietÃ*
non significa diritto di cessione. Il digitale terrestre svuota gli
stadi, abbassa il valore del prodotto, gli nuoce? Non lo si vende. O si
fa una sperimentazione a tempo. Idem per i telefonini, per Internet
ecc. Ma chi ha mai pensato in modo strategico? Si litiga
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Magari fosse a due...Qui a quanto pare quest'anno è un campionato a uno!
Originariamente Scritto da Andrerus
tipo il rigore+espulsione di ieri non dati al Parma?![]()
Residenza: Altavilla Vicentina (VI)
Lavoro: Brendola - casello di Montecchio Maggiore (VI)
http://meteoaltavillavicentina.altervista.org/
il calcio e' uno dei tanti specchi della societa' che cambia................ma la gente non e' stupida avete visto come sono vuoti gli stadi?ci vuole un radicale cambiamento senno' tutto finira'...la equa distribuzione delle risorse deve essere solo un punto di partenza.............
E' vuoto anche per il decreto Pisanu.Originariamente Scritto da pio
In attesa che negli anni futuri le famiglie ripopolino gli stadi come un tempo ... i biglietti nominali sono negativi a breve termine, ma nel lungo termine possono essere redditizi ...![]()
L'alba del 29 Dicembre 2005...
...questa meraviglia della natura, colori che sembrano dipinti da una mano divina...questa alba è un soffio che ti entra nell'anima e non può che farti respirare felicità.
purtroppo i signori mediaset e sky stanno uccidendo il calcio...distribuendo palate di soldi ai soliti noti...chiaro che queste emittenti guardano più che altro il bacino d'utenza delle squadre...a loro che i tifosi vadano a non vadano allo stadio non può fregar di meno....poi la storia dei biglietti nominali...altra grana...sembra tutto facile...si..provatelo su di voi! provate per una volta di questi tempi ad andare allo stadio...code chilometriche ai cancelli e alle biglietterie(anche a torino)...nessun rispetto per i tifosi...esempio..mercoledi ero al mio mitico delle alpi insieme ad altri 8350 fratelli gobbi...avevo giÃ* il biglietto in scirea...vado al cancello...sembra veloce..entro...slato la perquisizione..poi ad un punto arriva uno...mi mostra un cartellinoe mi dice:questura! favorisca biglietto e carta d'identitÃ*...prende tutto e ci mette 15 e dico 15 minuti per verificare il tutto al computer...mi ha schedato...poi alla fine mi fa...vabbè va...puoi andare...mi ha liquidato come un delinquente...dopo la gente si chiede perchè c'è sempre meno gente allo stadio...con sto schifo a chi viene più voglia di andare???
ps:per non ricordare i mitici 50 euro per Juventus-Inter(vergogna)...fortuna che sono abbonato...![]()
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