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Za ho bisogno di te!
Tu che hai fatto il liceo classico eppoi sei riuscita a gettarti in studi scientificissimi, te ne prego batti un colpo qui che poi ti mando un emmepi.
Per chi volesse dir la sua in merito, faccialo pure.

Fate voi, ditemi se non son caduto in basso con una tesina così: questa è l'introduzione:
La percezione di esistere: è questo l’effetto del temporale sull’uomo.
Attraverso l’impatto emotivo che esso genera, si genera in ogni individuo un istintivo pensiero che confronta la propria condizione esistenziale con le forze della natura.
Su questo principio, che ha una base ricavata direttamente dal concetto di esserci (dasein) di Heidegger, si compie l’incontro con il fenomeno temporalesco.
Le sue immense forze sono ancora oggi incomprensibili e imprevedibili e l’unica risposta che si può tentare di dare per spiegare la grandezza del temporale è quella individuale, lirica, contemplativa.
Solo concedendosi per qualche istante alla contemplazione del temporale si può dare una risposta che sia valida aldilà dei parametri scientifici: una risposta soggettiva: un momento per arricchire la propria esistenza.
La sua imprevedibilità deve essere ancora oggi l’occasione per concedere ad ogni individuo un momento di contemplazione e di riflessione su di sé.
Il grande pregio del fenomeno temporalesco, tralasciando il suo fascino commisurato alla sua grandezza, è dunque nel saper spezzare e disgregare la quotidianità ripetitiva di ogni uomo nella società, concedendo quindi l’occasione per riflettere.
Vedremo che tutti i poeti della modernità, nonostante che si trovino sempre più distanti da un contatto più puro e diretto con la natura, lasciano spazio nella loro arte all’immagine di un temporale.
Ma ancora oggi anche con le tecnologie più raffinate, il temporale non riesce ad essere controllato dall’uomo.
Nemmeno le ultime più potenti invenzioni, ovvero gli occhi bionici del radar e del satellite, riescono a controllare e prevedere quello che sarà riconosciuto ancora per molto e forse per sempre come la più ordinata manifestazione del caos e, per l’uomo, come l’incontro con la propria natura.
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