Questo non deve essere in nessun modo un thread politico ma nel suo contempo sono ben accette idee o punti di vista da approfondire l'argomento.
La grande maggioranza degli operai, impiegati ma soprattutto giovani con contratti a progetto e apprendista percepiscono uno stipendio che varia dai 700 ai 1200 euro al mese nei punti più alti.
Gli affiti variano dai 4-500 euro al mese dei mini appartamenti a 700 euro per bicamere e tricamere.
Quasi tutti pagano le rate della macchine e non solo (mutui ecc) ed ecco che altri 2-300 euro in media se ne vanno al mese.
Ed ecco le bollette di Luce, telefono, nettezza, acqua e soprattutto gas ed ecco che altri 100-150 euro che escono dai portafogli.
Poi qualcosina bisogna mangiare, anche solo pane, pasta, latte, patate e solo fermandomi qua almeno una ottantina di euro si spendono ma stando bassi bassi.
Se si deve andare a lavorare o si usano i mezzi oppure la benzina quando non è possibile raggiungere il lavoro a piedi ed ecco che almeno 30-50 euro si spendono.
E se poi se si ha familiari a carico, soprattutto figli ecco che con i pannoloni, con il latte, con le visite, le medicine le spese salgono a dismisura!!!!
Concludendo il discorso e rivolgendo un occhio particolari agli under 30, trovo ridicolo chiamarli bamboccioni o giovani senza voglia di lavorare se poi l'offerta economica del lavoro è a dir poco ridicola e per di più spesso e volentieri trattati come "schiavi".
Svegliamoci al più presto, apriamo gli occhi e osserviamo con molto più spirito critico quello che ci propongono i vari media.
Saluti a tutti e buona serata.
Marco.
Il problema del "precariato di massa" è forse il più devastante, come impatto sulla società, tra i tanti che ha questo paese.
Tutte condivisibili le osservazioni da te fatte, da applausi poi l'invito a una sveglia collettiva di cui avremmo un bisogno estremo come nazione (ammesso che questo termine sia tuttora consono all'Italia).
Sarà dura la vita di questo thread, cui faccio i migliori auguri.
Giovanni
Avatar: la grande nevicata a Peio il 20 gennaio 2009
Il futuro mi spaventa,ancora pochi anni da studente e poi sarà il momento di buttarsi nel mondo del lavoro.
La paura più grande è quella di ritrovarsi con in mano un pugno di mosche dopo aver fatto un sacco di sacrifici per costruirsi un futuro migliore,sarebbe una beffa clamorosa.
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Il problema piu' serio, IMHO, è che ci ritroviamo da una parte con servizi oggettivamente cari (frutto di una non eccelsa gestione del sistema Italia), che erodono stipendi di per sé già non eccelsi e le cui prospettive di miglioramento sono frustrate dalla 'compressione' che il mercato globale esercita sugli stessi (per capirci, nel mio campo un ingegnere indiano costa moooolto meno di un europeo, e le ditte sanno dove rivolgersi, aiutate dal fatto che ad esempio il telelavoro è una realtà che permette di gestire con relativa agilità certi tipi di rapporti). Personalmente mi sono salvato, ad oggi, costruendomi una figura certamente atipica, ma che finora mi ha reso discretamente appetibile sul mercato, ovverosia il background ingegneristico unito ad una buona dose di volontà ed adattamento a 'sporcarsi le mani' per lavori non propriamente da colletto bianco, ma che si rivelano estremamente utili nell' economia della messa a punto di progetti. Per chi puo' e vuole farlo, lo consiglio caldamente, senza ovviamente perdere di vista il dovere disciplinare ed etico di aggiornarsi continuamente, cosa del resto oggi non difficilissima. Poi magari restero' fregato lo stesso, ma il mio spirito d'adattamento mi aiuterà sempre ...... almeno finchè avrò salute!![]()
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
Si è suicidato pochi giorni fa, per la mancanza di prospettive, un dottorando in epistemologia e filosofia del linguaggio (diciamo, logica e filosofia della scienza). Con una specializzazione così è chiaro che o lavori in accademia o non lavori.
Ma è chiaro anche che l'Italia non ha prodotto posti di lavoro per lavoratori qualificati. Credo che oggi (e per il prossimo cinquantennio) sarà bene andare a lavorare appena finita la scuola dell'obbligo. Sommando anni di lavoro ed evasione fiscale, forse si riuscirà a costruirsi qualcosa di paragonabile a una pensione.
Mi sento molto tirato in causa da questo thread.
Io non mi sono laureato, per motivi anche di orgoglio personale. Non potevo accettare che qualcuno potesse permettersi di farmi domande e bocciarmi se non avessi risposto. Dopo vari litigi con i professori, alcuni anche pesanti, mi sono ritirato. Da quel momento mi sono sentito un fallito per qualche tempo, poi mi sono deciso di far fruttare l'unica capacità che avevo: la fotografia.
Pian piano mi sono inventato un lavoro e adesso, pur non guadagnando ancora abbastanza in senso assoluto (ma in senso relativo sì: sfioro i 45 euro per ora di scatto... il problema è che ne faccio poche), mi sento soddisfatto e sicuro di me.
Però io ho avuto l'ENORME fortuna di avere una base economica solida alle spalle. Senza di quella non avrei potuto certo inventarmi così, non ci sarebbe stato il tempo.
Il futuro mi fa molta meno paura rispetto a 2 anni fa: ora quantomeno ho la coscienza dei miei mezzi. Ho il carattere e le capacità che prima non avevo.
Magari è un messaggio inutile, ma ci tenevo a raccontare un pelo della mia esperienza.
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- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
Vedi all'orizzonte politiche mirate a uscire dalle sabbie mobili?
Io no. A medio termine abbiamo un futuro simile all'epoca dello sviluppo del Portogallo, che fu basato su scambi in lavoro (io ti faccio il cancello e l'inferriata e tu mi imbianchi la casa) e autoproduzione (orto, campi, ecc). Contrazione dei settori avanzati.
L'idea di incoraggiare ad andare a lavorare presto ha questa base. E' soggettivamente razionale per i singoli, che non hanno interesse a collezionare costosi titoli di studio che poi non varranno niente su un mercato del lavoro arretrato. Ma è collettivamente perverso, perché già ora che studiano non c'è lavoro per i giovani; se molti giovani mollano lo studio e si mettono sul mercato del lavoro ci sarà un disastro.
Davanti al disastro forse si sveglieranno e capiranno che bisogna investire in ricerca e nei settori avanzati, che in prospettiva producono posti di lavoro qualificati (per progettare) prima e in produzione (per metterre in pratica) poi.
Ma non credo, secondo me lasceranno che le nuove generazioni vadano in tonnara.
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