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  1. #1
    Uragano L'avatar di Marco.Iannucci
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    Predefinito Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Attenzione al conflitto generazionale dell

    Attenzione al conflitto generazionale dell’italia
    Articolo di Società cultura e religione, pubblicato mercoledì 14 luglio 2010 in Gran Bretagna.
    [The Guardian]

    Con una gerontocrazia che esclude i giovani dall’economia e dalla politica, l’Italia potrebbe rappresentare un segnale allarmante per gli altri Paesi.

    Tra gli innumerevoli effetti devastanti dell’attuale crisi finanziaria, uno dei più perniciosi nel mondo industrializzato è costituito dalla curva ascendente del tasso di disoccupazione fra i giovani, salito di sei punti nell’area OCSE fra il 2007 e il 2009, con la Spagna che ha visto un allarmante 42% di disoccupazione giovanile nel 2010. Quando i giovani cessano di essere il motore di un’economia, la crescita economica a lungo termine viene messa in pericolo, ed i conflitti sociali diventano una effettiva minaccia per l’ordinamento politico democratico.

    In questo senso l’Italia rappresenta un caso limite, dal momento che persino giovani lavoratori altamente qualificati, benché solitamente oltre la soglia di età relativa al tasso di disoccupazione giovanile (in Italia pari al 29,5%), vengono emarginati. Tuttavia la comprensione di questo fenomeno e delle sue conseguenze politiche fa luce su quanto altri Paesi OCSE potrebbero trovarsi a dover affrontare in futuro.

    In quanto una delle società di più rapido invecchiamento al mondo, con un’economia ed un sistema politico inaccessibile ai suoi giovani, l’Italia presenta tutte le caratteristiche di una gerontocrazia. Stando a uno studio dell’Università Luiss, metà dei dirigenti di vertice nel campo degli affari e della politica hanno 60 anni o più. Inoltre l’istituto statistico nazionale, Istat, mette in rilievo che nel 2009 circa il 60% degli individui fra i 18 ed i 34 anni (ed il 30% di quelli fra i 30 e i 34) viveva con i propri genitori in conseguenza della propria incapacità a mantenersi da sé. Due milioni di persone nella stessa fascia di età venivano catalogati come “disoccupati, studenti o apprendisti”.

    Il sistema scricchiola, ed i giovani italiani rischiano di diventare la prima generazione della storia moderna che sta peggio di chi l’ha preceduta. Non sorprende che il 79% della disoccupazione prodotta dalla crisi finanziaria è attribuibile a giovani lavoratori precari. Anche se il Paese è pur sempre lontano dagli impulsi radicali del 1968, la preclusione dell’Italia nei confronti dei propri giovani prepara il terreno per una rivolta generazionale.

    Nel corso degli ultimi 30 anni l’Italia è caduta in una trappola da vecchiaia – un meccanismo auto-rafforzantesi per cui aspiranti pensionati (vecchi) si sono serviti del controllo del sistema politico per impedire alle nuove generazioni (la parte più dinamica ed innovativa della popolazione) di ottenere una fetta della torta. I giovani erano soliti credere che, da vecchi e con accesso al potere, il loro tenore di vita sarebbe stato almeno altrettanto alto di quello delle precedenti generazioni. Invece la gerontocrazia ha semplicemente realizzato i sogni di uguaglianza e sicurezza sociale delle vecchie generazioni a spese della gioventù attuale, che è stata caricata di uno schiacciante fardello di debito pubblico.

    Generosi favori, andamenti demografici ed assenza di serie politiche familiari garantivano il mantenimento del contratto sociale, ora in pericolo. In primo luogo, gli alti livelli di debito limiteranno tanto i benefici sociali quanto la capacità dei futuri governi di scambiare favori con voti. In secondo luogo la globalizzazione, un sistema d’istruzione di bassa qualità ed istituzioni deboli generano incertezza ed insicurezza per i giovani, mettendo così in pericolo le prospettive di crescita dell’Italia – e quindi la prospettiva che le future generazioni verranno compensate in vecchiaia per una vita di sacrifici e duro lavoro.

    Il processo per sfuggire alla trappola da vecchiaia e permettere alle giovani generazioni di assumere un ruolo chiave nell’economia può essere o graduale e relativamente indolore, oppure brusco e relativamente traumatico. Nel primo caso i politici realizzano riforme strutturali volte a ridistribuire costi e benefici fra le generazioni. Nel secondo ci troviamo di fronte ad uno scontro fra generazioni.

    Questa situazione somiglia a quella di quelle organizzazioni in declino descritte nel pionieristico trattato di Albert O. Hirschman “Exit, Voice and Loyalty”. Quando la qualità di un’istituzione o di un sistema politico si abbassa, i suoi membri possono ritirarsi (“exit”), migliorare la situazione intervenendo direttamente (“voice”) oppure accettare passivamente il declino delle condizioni esistenti (“loyalty”).

    In Italia prevalgono “ritiro” e “accettazione passiva”. Il primo può essere fisico (in base a certi studi, l’Italia è il solo Paese europeo che sta vivendo una “fuga” piuttosto che uno “scambio” di cervelli) o silenzioso (per esempio, bassa partecipazione al voto). Ma la difficoltà di avere un pensiero critico in un contesto di scarsa libertà di stampa, unitamente a trasferimenti di ricchezza interfamiliari a vantaggio dei giovani, mantengono la maggioranza fedele al sistema.

    L’”intervento diretto” è in Italia quasi assente, perché l’insoddisfazione, per quanto diffusa, rimane di gran lunga insufficiente per poter far nascere un movimento di protesta organizzato. Invece “ritiro” e “fedeltà al sistema” allontanano la possibilità di crescita di quella coscienza collettiva di cui l’Italia ha bisogno per sfuggire gradualmente alla trappola da vecchiaia. Una volta che tutti i cittadini si renderanno conto della situazione sarà troppo tardi: il sistema sarà crollato e l’”intervento diretto” diventerà tanto forte che un conflitto intergenerazionale diventerà inevitabile.

    Sarà un conflitto pacifico o violento? Nel primo caso, un eventuale partito dei giovani potrebbe servirsi delle istituzioni democratiche per far pressione in vista di radicali tagli ai benefici goduti dai vecchi. Nel secondo caso, delle proteste violente potrebbero portare a un’ondata rivoluzionaria simile a quella del 1968. Allora si trattò di contestatori che volevano liberare le classi svantaggiate dall’oppressione del capitalismo; ora invece essi potrebbero cercare di liberare le generazioni svantaggiate dalle pastoie della gerontocrazia.

    Sfortunatamente, le tendenze demografiche rendono più probabile il secondo scenario, dal momento che i giovani saranno una minoranza, incapaci di conquistare il potere con mezzi democratici. Solo adottando serie politiche familiari, ovvero emancipando nuovi immigrati – che di solito sono abbastanza giovani – una transizione economica di tipo democratico sarebbe più probabile.

    I leaders dei Paesi OCSE dovrebbero guardare all’Italia e riconoscere i pericoli che emergono da quei suoi giovani abbandonati a sé stessi. Invece in Italia è più urgente che mai che le vecchie generazioni comincino ad agire con saggezza.

  2. #2
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da Marco.Iannucci Visualizza Messaggio
    Invece in Italia è più urgente che mai che le vecchie generazioni comincino ad agire con saggezza.
    Articolo bellissimo con un finale che calato nel nostro contesto ha quel che di umoristico ...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  3. #3
    Uragano L'avatar di Marco.Iannucci
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Articolo bellissimo con un finale che calato nel nostro contesto ha quel che di umoristico ...
    Non bisogna mai perdere le speranze. C'è un malcontento forte che cova e si alimenta di giorno in giorno sempre di più. Ci dobbiamo appellare a queste forze nascoste. Che il conflitto scoppi sul serio a questo punto

  4. #4
    Vento forte L'avatar di Gdr
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Articolo bellissimo con un finale che calato nel nostro contesto ha quel che di umoristico ...
    Ma non è una contraddizione nei termini ?

    Oh beh, ironizzando sulla nostra gerontocrazia direi che i casi sono due; o li si droga o si sopende loro l'assunzione di droga, a seconda della situzione specifica. Altrimenti nutro ben poche speranze in un ravvedimento, in un diffuso sgorgare di saggezza a smentire una vita fatta di morale civica ineistente.

    Io lo dico sempre, bisogna intervenire sulle giovanissime generazioni. Ma se lo dici due volte vieni preso per pedofilo o per un fautore delle scolaresche vestite con la camicia grigia. E allora ? E allora andatevene a fanculo, compatrioti.


  5. #5
    Uragano
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Prima o poi i vecchi andranno in pensione, e ci saranno i giovani

  6. #6
    Banned L'avatar di pio
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Prima o poi i vecchi andranno in pensione, e ci saranno i giovani
    lo si diceva negli anni 60.....e ancora piu' ironico il fatto che i grandi "rivoluzionari di quel periodo che oggi occupano le sfere piu alte dell'informazione,economia e in qualche caso politica sono i piu reazionari a qualsiasi cambiamento....eh si qualcuno diceva che prima di voler cambiare il mondo ,bisognava cambiare gli uomini...

  7. #7
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da Marco.Iannucci Visualizza Messaggio
    Non bisogna mai perdere le speranze. C'è un malcontento forte che cova e si alimenta di giorno in giorno sempre di più. Ci dobbiamo appellare a queste forze nascoste. Che il conflitto scoppi sul serio a questo punto
    Un malcontento di cui quasi nessuno è a conoscenza,dato la perfetta imparzialità dei nostri telegiornali

    "Ma la difficoltà di avere un pensiero critico in un contesto di scarsa libertà di stampa, unitamente a trasferimenti di ricchezza interfamiliari a vantaggio dei giovani, mantengono la maggioranza fedele al sistema."

    Questa frase è da incorniciare e riassume tutto perfettamente.
    Lou soulei nais per tuchi

  8. #8
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    ma infatti anche il mio capo ormai c'ha 60 anni, perchè non va fuori dalle balle, non riesce manco a accendere un pc, se noi "giovini" dello studio di colpo dovessimo andarcene lui non combinerebbe più niente, è un abominio dai

  9. #9
    Banned L'avatar di pio
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Un malcontento di cui quasi nessuno è a conoscenza,dato la perfetta imparzialità dei nostri telegiornali

    "Ma la difficoltà di avere un pensiero critico in un contesto di scarsa libertà di stampa, unitamente a trasferimenti di ricchezza interfamiliari a vantaggio dei giovani, mantengono la maggioranza fedele al sistema."

    Questa frase è da incorniciare e riassume tutto perfettamente.
    giudico errato far pesare sull'informazione la poca reattivita' delle nuove generazioni alle ingiustizie di cui sono vittime....oggi non ci sono scusanti per chi nno vuole conoscere ,ci sono tanti sistemi per prendere coscienza di quale e' il ruolo che ognuno di noi ha nella societa',in una parola prendere coscienza di quello che si e' e lottare per il proprio futuro dipende dal singolo individuo.

  10. #10
    Burrasca L'avatar di jacksinclaire
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    Predefinito Re: Italia dall'estero: gerontocrazia e conflitto generazionale

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Prima o poi i vecchi andranno in pensione, e ci saranno i giovani
    si,nel frattempo però i giovani che dovrebbero essere coloro che portano avanti l'economia in virtù della loro lunga carriera lavorativa,o si parano le chiappette restando a casa coi genitori fino a 40 anni oppure tirano a campare magari lavorando 3 mesi all'anno per quatto soldi,o non lavorando affatto.
    gran bel quadretto,non c'è che dire.
    Ci vuole l'Atlantico!
    "Per quanto io sia paziente di perturbata con clacson a prescindere, tu mi hai veramente ovombolato il cipollotto aspergicato." Ciao Tub!

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