Senza redistribuzione-intesa come circolazione della ricchezza e suo fluire fino agli strati più bassi della società-alla lunga si cade in una sindrome russa,intendendo per tale il caso della Russia dal 2003 al 2013,dove c'è stata una crescita economica sostenuta(soprattutto intorno al 2005/07)ma la disuguaglianza sociale è persino cresciuta,cosicché le classi sociali medio-basse e basse hanno un potere d'acquisto che è aumentato in termini di frazione dell'aumento conseguito dall'upper class.
Il che in soldoni significa:"Li voglio vedere quando il prezzo del petrolio si abbasserà o aumenterà la produzione dei loro concorrenti,se non fanno la fine dell'Ucraina quanto a disordine sociale".
Questi poveracci intanto torneranno al baratto entro Pasqua?
Due pesos, due misure - Argentina - The Post Internazionale
Cameron è una persona seria ed una testa pensante (anche se dall'applicazione pratica della sua politica economica della Big Society mi aspettavo di più)ma per esigenze elettoralistiche e per far concorrenza all'anti-UE Farrage si è imbarcato in questa lotta senza quartiere all"'UE=URSS",probabilmente senza esserne nemmeno tanto convinto.Per fortuna le due Camere lo stanno seguendo poco,almeno finora.
http://www.eunews.it/2014/02/21/i-da...munitari/12886
Rimane un dato di fatto. La scuola, come qualunque altro servizio, è pur sempre un servizio. Nel quale esistono produttori e consumatori (nel nostro caso sono rispettivamente lo Stato e genitori). Il "produttore" può agire in monopolio coercitivo come fa lo Stato oppure in libera concorrenza. Che non sarà mai perfetta perchè quella purtroppo esiste solo nei modelli che ho studiato io, ma che di fatto tende a premiare comunque il consumatore. Per diversi motivi: l'abbassamento generale del livello dei costi (costi che comunque ESISTONO e devono essere sostenuti, visto che a differenza di quanto sostiene Barnard il denaro non si inventa), dovuto alla maggiore concorrenza, da un lato, e la libertà di scelta dall'altro.
Per cui: vogliamo dire che i genitori sono incapaci di decidere cosa è meglio per i propri figli? Diciamolo, ma poi bisogna spiegare perchè invece un manipolo di ministri è maggiormente capace di decidere cosa è meglio non per i propri figli ma x milioni di figli italiani.
Anche perchè non sta scritto da nessuna parte che il ministro dell'Istruzione sia sto tuttologo che salta fuori da un incrocio fra la Treccani e Wikipedia, anzi, visto il passaggio riportato dal Bassini (un ministro che pochi anni fa ha vaneggiato di un tunnel tra Gran Sasso e Ginevra), le possibilità che non sia così sono meno elevate di quanto sembri.
Con questo ribadisco una cosa che ha importanza: la scuola pubblica potrebbe continuare a esistere lo stesso anche col metodo dei buoni scuola, semplicemente subirebbe una concorrenza esterna. Ma per carità concorrenza è una parolaccia in Italia
Sono d'accordissimo, ma ti dirò di più: penso che la filosofia sia talmente importante che è assurdo che debba essere un ministero dell'istruzione a selezionare che cosa io debba studiare e cosa no.
Io alle superiori ricordo di aver passato un mese e mezzo tranquillo a studiare Marx e le sue teorie, che hanno prodotto solo morte e devastazione di ogni tipo (economica inclusa), mentre invece non ho MAI sentito parlare neppure per un secondo (uno) di Adam Smith, di Ludwig von Mises o di Friedrich Hayek (che pure sono stati filosofi). Per cui va benissimo quello che hai scritto, a patto che la filosofia e la storia vengano insegnate TUTTE, invece, il ministero dell'Istruzione in questo senso, decide egli cosa far insegnare e cosa no.
In un mercato concorrenziale "vince" il consumatore, in questo caso quindi i genitori. Ora, a meno che i genitori siano per la maggior parte votati alle idee che tu hai descritto, ma francamente nutro fortissimi dubbi, tali scuole di fatto uscirebbero in brevissimo tempo dal mercato.
Mah...personalmente continuo a non capire cosa c'entri tutto ciò con l'idea dei buoni scuola. L'idea dei buoni scuola è: separare il finanziamento della scuola (pubblico rivolto alle famiglie), dalla gestione (privata in concorrenza). Cosa c'entra con i "singoli che cercano di fregare lo Stato" o l' "unica entità" (concetto che peraltro in Italia non è mai esistito e non certo per colpa del turboglobaliberismo o robe del genere)?
1 Quanto al pezzo evidenziato ti invito a rileggere il mio post ed eventualmente a segnalarmi, in modo preciso, dove io auspichi qualcosa di diverso da ciò.
Ho forse detto che la scuola non dev'essere finanziata dal pubblico? Al contrario. Gestione privata, FINANZIAMENTO pubblico ai cittadini.
Ho forse detto che la scuola non debba garantire pari dignità a tutti gli insegnanti? Ti invito veramente a segnalarmi quale parte del mio post ti abbia fatto giungere a conclusioni del genere perchè davvero non era il fine del mio messaggio (anzi).
2 E' vero, quanto sottolineato è purtroppo vero, ma non c'entra un accidente (perdona il termine) con la mia idea di separare gestione della scuola e suo finanziamento.
Anzi, al contrario l'assenza di fondi proviene principalmente da due motivi:
1) inefficienza nell'utilizzo di fondi in altri tipi di istruzione, soprattutto quella universitaria, dove come ho già ribadito più volte si è creato un rapporto quantità/qualità troppo squilibrato verso la prima: ci sono troppi atenei e pochissimi di essi spiccano per qualità. In altri Paesi, che ottengono peraltro risultati migliori dei nostri sotto diversi aspetti, il numero di atenei è minore e la qualità degli stessi complessivamente più alta. Non nascondo che farei volentieri il cambio.
2) i sussidi (perchè tali sono) che vengono erogati dallo Stato alle scuole private paritarie. Cosa che appunto non c'entra un accidente con la mia idea e che anzi mi trova pienamente contrario (io sono contrario a qualunque forma di sussidio verso le imprese).
Spiegami allora un secondo per quale motivo se un paio di genitori sono totalmente incapaci di decidere quale istruzione deve possedere il proprio figlio (e solamente quello!), al contrario invece il Ministero dell'Istruzione, un'entità formata da qualche decina di persone (perchè alla fine tali sono) è perfettamente capace di prevedere e decidere che istruzione devono avere i figli non di 1 o 2 ma di 50 e passa milioni di italiani.
Se mi dai un motivo valido per cui quest'apparente assurdità logica possa avere invece un significato, io sono ben aperto alle opinioni altrui e le accetto senza problemi (e posso modificare la mia, visto che non sono certo dogmatico).
Aridaje con questa contrapposizione docenti vs. genitori. Nessuno mette in dubbio che i docenti siano molto più preparati dei genitori nell'istruzione dei figli, il problema è che i docenti debbono rifarsi a un programma deciso centralmente da un ministero dell'istruzione, un organismo che di fatto risulta composto da un manipolo di persone. Per cui si rimanda al punto sopra.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
C'è poca mobilità sociale, ma così è (purtroppo) in tutta Europa. Tuttavia, non ho mai visto un ragazzo italiano venire discriminato nell'essere indirizzato verso il liceo o l'università solo perchè proveniente da una famiglia "povera". Nè ho visto persone interessante alla famiglia di provenienza quando si tratta di entrare in buone aziende come nuove leve. Poi chiaro che chi ha l'azienda di famiglia ha la corsia preferenziale...
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
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