Non è facile parlare di queste cose, perchè riguardando la parte più intima di me stesso, ma ho deciso comunque di condividere questa esperienza, perchè so che diverse persone qua sul forum ne hanno sofferto, sono sicuro che potranno capirmi e mi piacerebbe anche confrontarmi con tutti quelli che abbiano avuto a che fare con problemi simili al mio.
Il messaggio sarà lungo, perciò se non avete voglia di leggere, vi avviso subito. :D
Comincio col dire che attualmente sto prendendo 40 mg di daparox al giorno, sono in cura da fine novembre 2011 per disturbo ansioso-depressivo.
Presentavo i classici sintomi depressivi: tono dell'umore molto basso, forte senso di inadeguatezza/sensi di colpa e vergogna in qualsiasi situazione, apatia, rallentamento psicomotorio e di pensiero, difficoltà di memoria e di concentrazione, ideazioni suicidarie e, cosa più spaventosa, alterazione della percezione della realtà (disturbi di depersonalizzazione, ossessioni, deliri, bella roba insomma...).
Tutto inizia nell'aprile 2011, verso la fine del mese: erano già alcune settimane che avevo dei momenti in cui mi sentivo strano, facevo fatica a capire chi ero, dov'ero, chi fossero le persone che conoscevo, avevo la vista annebbiata e confusione mentale...imputavo tutto ciò alla stanchezza, e infatti almeno all'inizio i sintomi erano discontinui e non fortissimi, perciò non ci avevo dato troppo peso, ma poi alla fine del mese (era il 26 aprile, non lo scorderò mai), alla sera pian piano mi sale l'angoscia, mi prende un senso di oppressione al petto e la testa comincia a pulsarmi, una sorta di attacco di panico mancato. Da lì in poi la mia vita si trasforma in un incubo a occhi aperti.
Inizio maggio 2011 rappresenta forse il periodo più brutto della mia vita, non sono mai stato così male: i miei famigliari mi apparivano come sconosciuti, i luoghi a me più famigliari mi apparivano estranei, mi sentivo solo in mezzo al nulla che mi pervadeva e non mi dava scampo.
Ho sempre fatto una gran fatica a capire il motivo per cui una persona arrivasse a mettere in atto un gesto estremo come il suicidio, ebbene, in quel periodo ho capito tutto.
Sapevo di star vivendo qualcosa di grave, perchè non ero mai stato così male per un periodo di tempo così lungo, eppure non dissi nulla ai miei per il primo mese e mezzo, tale era la vergogna che provavo nell'ammettere che stavo così male.
Non avevo più la cognizione del tempo: tutto era immobile, tutto era presente, un immutabile presente grigio e pieno di sofferenza.
Con gran fatica mi trascino avanti e continuo ad andare all'università e a cercare di continuare la vita di sempre nella maniera più normale possibile: vado in escursione sulle Dolomiti dal 21 al 24 giugno, sperando che il cambiamento di ritmo cambi le cose, speranza purtroppo vana.
Arrivo in hotel, passa la serata, altro attacco d'ansia pesante alla sera, sono disperato.
Telefono a mia madre piangendo e dicendo che avevo bisogno di vedere un medico...lei, cercando di tranquillizzarmi, mi disse che appena sarei tornato a casa ci sarei andato.
Gli altri giorni passano in maniera sorprendentemente normale, alla fin fine i giorni via sono serviti a qualcosa, quando torno a casa sto un po' meglio, ma vado comunque dal medico: gli dico i sintomi, ma non riesco a fargli capire quanto sono stato male e quanto ancora stia male. Era il 30 giugno.
Non avevo idea di ciò che avessi, ero terrorizzato.
L'unica cosa che mi ha dato è stato lo Xanax, che io non ho preso, mentre ho preso la Valeriana, presa in farmacia.
Passo gli esami con buoni risultati, l'ansia un po' se ne va, ma non del tutto, torno dal medico a fine luglio: l'ansia è ancora presente anche se meno di un mese prima, la sensazione di estraneità rimane, ma il medico decide di non darmi nulla.
Va detto che il tono dell'umore non è sempre stato basso all'inizio, diciamo che avevo dei giorni non così cattivi e dei giorni in cui stavo proprio male, ma riuscivo a tirare avanti tutto sommato, ma purtroppo il brutto doveva ancora arrivare.
Da agosto a ottobre, sebbene rimanga un po' d'ansia e confusione mentale, non sto così male e mi convinco che ormai il peggio è alle spalle, poi riprendo ad andare all'università. Verso inizio novembre per il tirocinio con di petrografia: è il panico.
Senso di inadeguatezza a mille, ansia, umore bassissimo, ci sono di nuovo dentro peggio di prima.
Vado di nuovo dal medico, gli presento la situazione e, visto come stavo male, mi prescrive subito il daparox, da prendere a dose 20 mg, dose piena.
Dicembre 2011-Febbraio 2012, il periodo in assoluto peggiore.
All'inizio gli effetti collaterali si fanno sentire e sto peggio, ma col tempo comincio a migliorare, ma non abbastanza: ho ancora un senso di confusione mentale bestiale, un'aridità affettiva pazzesca, allora si affacciano i pensieri suicidari.
Tutto è grigio, tutto è privo di significato, sono indifferente a tutto, il suicidio è l'unica via d'uscita, mi dicevo.
Grazie al cielo non ho mai preso seriamente in considerazione questa possibilità, ho sempre avuto un qualcosa che mi diceva che ce l'avrei fatta, ma il pensiero di farla finita era lì, 24 ore su 24 che covava nella mia testa.
La situazione stenta a migliorare, mi vedo costretto ad abbandonare temporaneamente l'università perchè non riesco più a studiare, tale è il senso di distacco dalla realtà e la difficoltà di concentrazione.
Limito al minimo i contatti sociali, solo venerdì e sabato con gli amici, ai quali non dico nulla e non lascio trasparire nulla, indosso la maschera della risata il più possibile per non far vedere lo stato di angoscia in cui stavo.
Da gennaio a marzo trascorro le giornate tra il letto e il divano, faccio fatica ad alzarmi, mi trascino per casa, persino il respiro appare faticoso talvolta.
Vado a controlli periodici dal mio medico, che decide poi di aumentare la dose a 40 mg, data l'assenza di miglioramenti.
E' il miracolo: da inizio maggio RISORGO. Mi sento un'altra persona.
Tutte le cazzate che hanno impregnato la mia testa fino lì scompaiono, tutto.
In poche settimane mi sembra di essere passato dall'inferno al paradiso, non mi ricordavo come ci si sentisse a stare bene, mi viene da piangere di gioia per quanto sia riuscito a migliorare in così poco tempo.
Ed eccomi qua, come dire...barcollo ma non mollo.
Non tutto è passato, non ho ancora ripreso a studiare, sono stato troppo male fino a non tanto tempo fa.
Non ho detto nulla ai miei amici, non sono riuscito a farlo, chissà magari un giorno lo farò, ma non adesso, devo ancora elaborare quanto accaduto, adesso che ho ritrovato la lucidità mentale per farlo.
Ai miei amici universitari che mi chiedono dove sono scomparso, non so cosa dire, butto lì scuse campate per aria, non ho il coraggio di dire cosa ho avuto, sembra strano ma devo ancora accettare anch'io il fatto di essere stato così male.
Io e il mio medico siamo anche in dubbio se farmi cominciare un percorso psicoterapico, per mantenere i miglioramenti acquisiti, su questo non so cosa dire, sono molto in dubbio, ci devo ancora meditare su.
Sono stato decisamente troppo prolisso, lo so, ma avevo bisogno di scriverlo, per raccogliere le idee e per sfogarmi, grazia a chi ha voluto leggere fin qua.
Ciao.![]()
So che probabilmente non servira' a nulla, ma un lungo e grosso abbraccio virtuale TELO faccio ugualmente !
A 23 anni hai ancora TUTTA la vita davanti a te: resisti e "combatti", alla fine ne uscirai sicuramente e totalmente vincitore, e tali momenti ti sembreranno dei ricordi sempre piu' lontani !
Dai, dai !!!!
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letto tutto d'un fiato
forza !!!![]()
Non saprei cosa dire...però vedo che hai preso coraggio e ne hai parlato; e questa è, senza se e senza ma, una gran cosa...positiva![]()
Non è bello ciò che è bello, figurati ciò che è brutto
Di solito salto i messaggi più lunghi di una decina di righe perché, dal mio punto di vista, a molti manca la capacità di sintesi. Nel tuo caso, invece, la lunghezza è più che giustificata .... e quindi non darti del prolisso.
Non ho esperienza diretta per darti validi consigli, però mi sento di farti i complimenti per aver condiviso il tuo racconto, forse utile ad altri amici del forum che magari non se la passano bene.
Per me, il fatto che tu ne abbia parlato può essere sintomo che tu abbia davvero individuato una via d'uscita da questi mesi bui
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Stazione meteo: Davis Vantage Vue; Luogo: Molino del Piano, 12 km a NE di Firenze; Alt.: 120 m; Sito web: www.firenzemeteo.it
Solo il fatto che tu ne abbia parlato può solo significare che sei sulla via giusta per fare in modo che tutto il dolore che hai passato diverrà solo un brutto ricordo!
P.S. Come già sai in Associazione c'è sempre posto![]()
Marco Giazzi, Presidente MeteoNetwork
Esiste quindi la possibilità di creare una realtà completamente nuova partendo da zero ma con forze nuove che abbiano voglia di divertirsi e lavorare. (Marco Giazzi, 27 Marzo 2002)
Mi raccomando: visto che sei giovane e un giovane degli anni 2000 inizia a pensare che la depressione o gli attacchi di panico sono malattie, esattamente come la polmonite, e vanno curate.
E se uno non si vergogna di una polmonite non capisco perchè debba farlo per un'altra malattia; il passo nello scriverlo mi pare che denoti consapevolezza di questo e ciò è bene.
Coloro che devono vergognarsi solo quelli che nel 2000 hanno problemi ad accettare cose come questa. Ma gli sfigati sono loro perchè per tale demenza non c'è cura ...
In bocca al lupo anche se mi sembra che il peggio sia passato.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Vi ringrazio davvero tanto.
Sì, il peggio è sicuramente passato, non c'è neanche paragone rispetto anche solo a due mesi fa...almeno adesso riesco a vivere senza ansia e in maniera tranquilla, del futuro se ne parlerà un po' più avanti.![]()
FORZA SIMO!!! SU....SU !!!!!!
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Mare e spiagge i miei incubi peggiori
Winter Forever
Innanzitutto complimenti per aver scritto di una simile esperienza, non è da tutti; anzi è da pochi.
Sebbene abbia quasi il doppio dei tuoi anni non saprei cosa dirti, anzi sì: non mollare, credi in qualcosa e vai avanti anche se sembra difficile, impossibile.
La mia ricetta (perchè ho avuto anch'io dei momenti bui....) sarà banale ma è l'unica che mi ha dato e mi da qualche risultato: l'ottimismo.
e quando non riesci a dartelo da solo, guarda i portatori sani di ottimismo...
Io ho mio padre che a 83 anni e mille acciacchi vive ogni giorno come una nuova sfida x il futuro....
è lui che mi tira su nei momenti difficili, anche se dovrebbe essere il contrario...
Coraggio!
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Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
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