Freud ha più volte contemplato la possibilitÃ* dell’esistenza di comunicazioni tra creature umane che avvengano a livello telepatico, ovvero senza bisogno dell’uso della parola. Nel 1932 scrive: “Il fenomeno dell’induzione del pensiero è molto vicino alla telepatia...Esso dÃ* per certo che processi psichici in una persona...possano trasmettersi attraverso lo spazio libero a un’altra persona, senza valersi delle vie conosciute di comunicazione fondate su parole e su segni” 1.
Dopo aver riferito alcuni casi, da cui potrebbe essere dedotta l’esistenza del suddetto fenomeno, conclude:
Il processo telepatico consisterebbe nel fatto che un atto mentale di una persona suscita il medesimo atto in un’altra persona. Ciò che sta tra i due atti mentali può benissimo essere un processo fisico, ove lo psichismo a un’estremitÃ* si trasforma appunto in questo processo fisico, e quest’ultimo, all’altra estremitÃ*, si trasforma nel medesimo psichico. L’analogia con altre trasformazioni, come quella del parlare e dell’ascoltare al telefono, sarebbe allora evidente [Omissis]...E’ noto che rimane un mistero come venga a formarsi la volontÃ* collettiva in grandi comunitÃ* di insetti. E’ possibile che si formi per mezzo di questa trasmissione psichica diretta. Nulla vieta di supporre che questo sia il mezzo originario, arcaico di comunicazione tra gli individui, e che nel corso dell’evoluzione filogenetica esso sia stato sopraffatto dal metodo migliore di comunicare che si avvale di quei segni che gli organi di senso sono in grado di captare. Ma chissÃ* che il metodo più antico non sia rimasto nello sfondo e si affermi ancora in certe condizioni, per esempio nel caso di una folla eccitata dalle passioni. Tutto ciò è ancora incerto e denso di insoluti enigmi, ma non vi è ragione di spaventarsi
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