Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
Per forza di cose è stato così quando dopo l'unificazione la scelta strategica fu di delocalizzare tutte le attività produttive e le industrie nel Nord. Caso celebre fu quello di Gragnano. Una città in provincia di Napoli che viveva di fabbricazione della pasta esportandola in tutto il mondo. Fu messa a quel punto una tassa sul grano elevatissima e ammazzata l'imprenditoria locale.
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credo che la proprietà privata,ed il diritto di disporne liberamente,trovi dei limiti nell'interesse generale della collettività,seguendo il principio generale che la mia libertà finisce dove comincia quella del mio vicino(ossia se non lede i suoi interessi legittimi).
Nel caso dell'edilizia,le norme urbanistiche dovrebbero garantire questo principio,ma nel passato(e temo anche nel futuro)questo principio è stato aggirato o disatteso(lo testimoniano gli "ecomostri" in giro per l'Italia.Forse però il danno maggiore,è costituito dall'edilizia di molte nostre periferie,che pur essendo costruita secondo le regole vigenti al momento del costruire,tuttavia ha deturpato il paesaggio(che è un bene della collettività,e quindi di interesse prevalente rispetto al diritto della proprietà privata del singolo).
Tuttavia ci sono zone in Italia dove questo non è accaduto(o è accaduto in maniera marginale);ad esempio andando in Alto Adige(ma non solo) si ha l'impressione di una regione dove si è costruito,(residenze,infrastrutture viarie ecc.) ma il paesaggio,pur antropizzato,conserva una sua gradevolezza complessiva ed un buon livello di conservazione.Quindi anche senza dividerci su posizioni "ideologiche" esiste un buon modo di urbanizzare il territorio.
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 28/10/2013 alle 12:15
Oddio, ci sono certi palazzoni nella periferia di Bolzano e Trento che sembrano Quarto Oggiaro...![]()
Io credo che ogni città o piccolo paese ha la sua pecora nera. . .
Sestriere 8/12/14
Fede http://webgis.arpa.piemonte.it/webme...DTOT=001191902
si ok
un conto è trovare singoli casi censurabili,ma allo stesso tempo un buon livello generale(come nell'esempio del Trentino-Alto Adige,e di altre regioni);un conto è trovare una bassa qualità del costruito complessiva e preponderante come avviene in alcune regioni "maglia nera" per abusivismo e scempi ambientali.Diamo a Cesare quel che è di Cesare,con onestà intellettuale(L'Italia non è tutta un'eccellenza e nemmeno tutta una schifezza,ci sono realtà tanto diverse tra di loro,è inutile girarci intorno,piaccia o no).
Ad esempio magari non tutte le periferie toscane sono uno splendore,ma la Toscana è un esempio di una buona politica del territorio con intere aree che il mondo ci invidia per l'esemplare connubio di paesaggio naturale ed antropizzato(una vera eccellenza di cui essere fieri).Ci sono poi alcune aree in altre regioni,svendute alle ecomafie,dove si riscontra la distruzione del territorio(in partenza bellissimo),ed un alta percentuale di mortalità per tumori(è un caso di attualità in questi giorni).
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 28/10/2013 alle 12:55
Revello - CN 353 m slm
e poi fossero solo i privati che investono in case: a siena abbiamo l'esempio del palazzo della provincia, che già solo il progetto di un palazzo della provincia è un assurdo, visto che le province sono destinate forse a sparire... come se oggi che c'è l'i-pod e il digitale terrestre mi venisse voglia di investire in una fabbrica di mangianastri o di televisori senza decoder... un privato non lo farebbe mai, un ente pubblico invece lo fa a quanto pare, perchè non sono soldi suoi, non rischia direttamente sulla sua pelle e soprattutto ci può "magnare" sopra grazie ai finanziamenti
la cosa più ovvia e scontata di questo mondo, che certe volte stento a credere come si sia arrivati a combatterla fino a livelli assurdi (vedi russia a suo tempo, ma andrebbe fatto ancora oggi secondo qualcuno)...
rendere pubblico il privato- ricordiamocelo- significa stuprare l' essere umano nella sua più intima ragion di vivere... se la ricchezza manca ne va prodotta di nuova, non va attinta da chi n'ha di più
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