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Burrasca
Chi si intende di menischi, artroscopia e riabilitazione?
Premessa
Mi sono rotto un menisco a fine agosto inginocchiandomi mentre stavo facendo un lavoro. Dopo alcuni giorni vado dal mio dottore che mi prescrive una RMN. L'esito della risonanza evidenzia una "lesione a manico di secchio del menisco mediale, versamento intrarticolare, edema spongioso del massiccio tibiale mediale". Ok, il mio dottore e successivamente l'ortopedico appena vedono l'esito mi dicono subito che è da intervenire chirurgicamente per cui prenoto il ricovero (fissato il 18 ottobre, poi spostato all'8 novembre). Nel frattempo continuo ad andare a lavorare, zoppicando vistosamente nelle prime settimane per poi tornare a camminare normalmente una volta che il menisco, nella sua mobilità, rientra in sede, anche se persisteva un dolore subito sopra al ginocchio quando dovevo raddrizzarlo dopo essere stato seduto, c'era una sporgenza dolorosa come un osso che spingeva

Ovviamente mi sono sempre guardato dall'utilizzare troppo il ginocchio lesionato, caricandolo meno che potevo (nel limite del possibile) e cercando di flettere preferibilmente il ginocchio sano che non quello rotto.
L'8 novembre vengo operato in artroscopia ed il 9 mattina vengo dimesso. Il chirurgo mi consiglia di cominciare a camminare sin da subito senza stampelle e cosi, pur con ovvio dolore, mi abituo sin da subito a fare qualche passo senza ovviamente strafare.
Mi viene lasciato un foglio con degli esercizi da fare (a dire il vero solo un paio), esercizi che provvedo a fare con estrema cautela.
Dopo 5 giorni dall'operazione mi reco dal chirurgo per il primo controllo, mi trova il ginocchio un pò gonfio e mi esegue un'artrocentesi per estrarre il liquido. Ad un iniziale beneficio (precedentemente camminavo con la gambetta storta, dopo la siringata camminavo temporaneamente meglio), seguono dolori al ginocchio, in particolare nello stesso punto della foto sopra e sulle incisioni, dolori entrambi che mi impedivano di piegare il ginocchio come volevo (oltre i 90° le incisioni sembrava dovessero strapparsi).
Dopo una settimana dal primo controllo, chiedo un nuovo colloquio col chirurgo anche se la visita di controllo era prevista dopo un mesetto... Gli dico di questi dolori che non mi consentivano di muovere il ginocchio liberamente, lui mi visita e mi dice che il tono muscolare dei quadricipiti era praticamente ridotto a zero e che dovevo fare esercizi per rafforzare la muscolatura. Circa il dolore che sentivo nel punto indicato nella foto sopra quando flettevo il ginocchio, mi dice che era presente ancora un pò di versamento e che dipendeva dalla tibia che spingeva verso il femore e che evidentemente in tutto questo tempo avevo talmente evitato di piegare il ginocchio che avevo perso di elasticità per cui mi dice di sforzarmi a piegare il ginocchio il più possibile anche se doloroso (mi ha fatto fare un pò di piegamenti li in studio tra atroci sofferenze) facendo anche esercizi di stretching come quello di piegare indietro la gamba portando il tallone verso i glutei, però mi dice che il ginocchio è a posto.
Va bene, mi rassereno un pò ed una volta a casa proseguo gli esercizi. Gli esercizi di stretching erano dolorosissimi; ne eseguo di due tipi, quello dei talloni verso i glutei, e quello di portare il ginocchio al petto da sdraiato.
Ginocchio al petto. All'iniziale forte dolore nella zona della solita foto sopra con flessione limitata, segue col passare dei giorni una migliore flessione ed un dolore meno acceso anche se cmq abbastanza forte. In compenso, pur riuscendo a portare il ginocchio fino al petto, provo un dolore mostruoso se cerco di avvicinare il piede verso la coscia, dolore che si colloca nella parte laterale esterna del ginocchio, come da foto

Tallone ai glutei. In questo esercizio ho notato lievi miglioramenti in flessione (le prime volte per arrivare a prendere la caviglia con la mano dovevo aiutarmi tirando dal calzino, ora invece ci arrivo bene) anche se pure qui quando arrivo ad un certo punto non riesco a proseguire dal forte dolore che mi blocca.
Terminate le brevi premesse
veniamo al dunque: è normale tutta questa difficoltà a recuperare la flessione completa dell'arto, tra l'altro tra dolori non indifferenti?
Informandomi in internet sulla riabilitazione post meniscectomia artroscopica, leggo di tempi di recupero velocissimi, roba del tipo che si può tornare a lavorare dopo pochi giorni se si tratta di un lavoro sedentario o altrimenti, per lavori un pò più pesanti, un paio di settimane-20 giorni e di ritorno alle attività sportive dopo un mesetto, con tra l'altro riabilitazione indolore. Il mio chirurgo stesso, a mia domanda, mi aveva detto che dopo 7-10gg avrei potuto tornare ad usare la bici, senza ovviamente percorrere km su km. Io ormai sono a casa da due settimane, lunedi mi farò prolungare la malattia ma allo stato in cui mi trovo non sò se mi basterà un'altra settimana per rimettermi... Insomma mi sembra che la cosa stia diventando più lunga del normale, e vorrei capire se è "colpa mia" che non mi sono applicato a dovere con gli esercizi o se questi dolori che ho descritto possano essere sintomo di qualche altra patologia...
Ora, io capisco che nei due mesi circa che sono intercorsi tra l'infortunio e l'operazione ho effettivamente evitato di flettere esageratamente il ginocchio, cercando di utilizzare maggiormente la gamba sana e cmq non oltrepassando i 90° di flessione del ginocchio infortunato quando mi capitava di dovermi inginocchiare... capisco anche che nei primi 10gg post operazione ho anche li cercato di piegare il meno possibile il ginocchio per paura che sforzando di piegarlo sotto dolore potessi fare più danni che migliorìe... ma davvero per questi motivi il ginocchio si è talmente atrofizzato che una riabilitazione teoricamente indolore è diventata una sofferenza del genere? Qualcuno ha passato la mia stessa esperienza e può dirmi come gli è andata e se è normale che io stia trovando tutte queste difficoltà nel recupero della funzione motoria?
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