Un temporale nevoso val pur una vetta!
Da tre giorni il SO “intrappola” le nubi nelle alte valli dell’Engadina.
Non ci permette l’assalto al Piz Palù 3905 mt, sul Bernina.
Locarno Monti – Meteo, finalmente per mercoledì sera, 3 luglio, prevede il transito di un debole, ma risolutore, fronte freddo da Nord. Domani, giovedì, sarà finalmente una bella giornata!
L’ultima corsa della funivia per il Diavolezza alle 17 di mercoledì mi proietta verso il Rifugio a 2976 mt con gli amici Massimo e Michele carichi degli zaini già preparati da giorni.
Scrosci di pioggia sferzano la cabinovia in veloce ascesa, fino a diventare mitragliante gragnola ghiacciata in prossimità della stazione d’arrivo.
Approfittiamo di un improvviso squarcio nelle veloci nubi da SO per esplorare l’avvicinamento al ghiacciaio che dovremo affrontare fra poche ore, alle quattro con le pile frontali, e per scrutare con il binocolo il ghiacciaio che si mostra in condizioni “allarmanti”.
I vari ponti di neve che normalmente numerosi, permettono il superamento dei vari crepacci, sono ridotti ed esigui.
Il gestore del rifugio ci dice di non ricordare in passato un periodo simile a quello del giugno scorso, con lo zero termico sopra i 4300 mt.
Anche a mezzanotte si sentivano i boati delle slavine ed il “rombo” degli “scarichi” dei ghiacciai del Palù e Bernina.
Torniamo appena in tempo al rifugio per evitare l’ennesimo scroscio di pioggia ghiacciata.
Il mio sguardo “indagatore” e l’attenzione è rivolta a Nord a scrutare eventuali ed attesi segni del risolutore fronte freddo.
IL destino della nostra scalata è appeso ad un filo, il tutto si gioca per poche ore: al mattino alle quattro tutto deve essere fatto!
La stessa Locarno Monti prevede il successivo peggioramento già all’indomani notte.
Alle 21 si comincia a ballare!
Lampi e tuoni a ripetizione rimbombano sinistramente, vento forte da Sud e pioggia imperversano.
Questo purtroppo si protrae a lungo e le ore inesorabilmente passano.
Alle 3,15 nel fascio di luce della mia pila, costantemente puntata dal vetro della finestrella del “camerone dormitorio”, in mezzo ad un forte scroscio di pioggia, appaiono i primi fiocchi!
Alle successive rabbiose raffiche di vento, questi si intensificano, e prendono il sopravvento sulla pioggia.
La mia eccitazione cresce in misura esponenziale, come in egual modo cresce lo scoramento dei miei amici.
Che diversità di sentimenti e di “sensibilità”!
Michele e Massimo non capiscono la mia euforia, si stava andando incontro ad una sconfitta totale, irrimediabile.
La conquista del Piz Palù per il versante ENE è l’occasione dell’anno per noi tre “pesci di mare” dopo mesi di sogni e giorni di studio e preparazione su guide CAI e notizie da amici che già avevano fatto quella cima.
Un paio di lampi abbaglianti, ma soffusi dalla precipitazione crescente, precedono le prime forti raffiche da Nord.
Ora i fiocchi, diventati finissimi e leggeri, sfrecciano in orizzontale, addirittura a volte verso l’alto.
Le mie esclamazioni, soffocate e represse, non sfuggono agli altri 15 alpinisti ospiti della “camerata”, anche per loro, come per i miei due amici, è predominante lo scoramento e la rassegnazione man mano che le ore passano. Sono ben 4 gg che la vetta si rende impossibile per le avverse condizioni meteo.
Tutti speravamo nel miglioramento prima delle 4, ora “canonica” per affrontare le 7/9 ore di ghiacciaio.-
Con il primo chiarore dell’alba lo spettacolo prende forma in tutta la sua bellezza e forza.
Tubinii improvvisi ed il susseguirsi incessante di fitte “onde nevose” nascondono a tratti le vicine pareti rocciose.
I lampi cominciano a diradarsi, ed affievolirsi i tuoni.
Con stupore alle 6,45 sbucano nella tormenta, sullo spiazzo del rifugio due ombre.
Soni i due ragazzi Olandesi che imprudentemente alle 3,30, con le pile frontali si erano avventurati nel temporale.
Sono abbondantemente incrostati di gelo e neve, e dalle poche parole che a stento capiamo, non sono neppure riusciti a raggiungere il ghiacciaio che si trova a 30 minuti dal rifugio.
Le 7!, verso Est si nota un debole color rosa che tinge la ancor fitta nevicata.
Alle 8 il primo raggio di sole riesce a fendere le nere nubi che si addensano contro la “nostra” vetta.
E’ troppo tardi ormai, ed i 20/30 cm di neve fresca che ricopre i crepacci sconsiglia l’avventura.
Non ci resta che gustare il superbo spettacolo che il sole risalta con i suoi già caldi raggi.
Il ghiacciaio che nella parte inferiore, ieri sera, era di un brutto grigio, ora è di un bianco immacolato ed uniforme, le rocce sovrastanti davano bella mostra con un inusuale abito invernale.
Le vette sopra i 3300 mt ancora nella bufera si nascondono al nostro sguardo.
Torniamo giù, facciamo ancora in tempo a non sciupare il “bonus” accordatoci dalle famiglie, per unirci alle mogli e figli per la “passeggiata” giornaliera.
Raggiungiamo la funivia, il termometro alle pareti dell’impianto segna ancora –2!!!
Quattro ore più tardi siamo seduti con i famigliari ad addentar panini, su pietre affioranti all’estremità della lingua glaciale del Morteratsch(ritirata negli ultimi 100 anni di ben 1950 mt!), sotto un sole abbagliante che rende sfavillante la recente neve, un cielo più blu che azzurro, un aria frizzante e tonica.
Sopra di noi: a destra la cima del Bernina con il suo “biancograt”(la sua tipica, lunga ed affilata cresta nevosa che precede la vetta verso N), ed il “nostro” Piz Palù, affiancato sia a E che ad O dalle sue due anticime che gli fanno da sentinella.
Io, Michele e Massimo ci scambiamo uno sguardo pieno di parole:
Siamo qui a “baciarti” i piedi, fra un anno ti “concederai” a noi fino ad arrivare a baciarti in fronte?
Nonno Giorgio
Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
In Fassa una corsa verso la neve:
Inviato da: giorgio1940
09/24/2002, 18:14:02
La pioggia della notte è stata insistente.
Il tetto in lamiera della mansarda dove dormo ne esaltava la forza.
A tratti il tambureggiare si affievoliva, alle 3,45, refoli di neve seguita da altra pioggia; così fino alle 9,30
Alle 9,45 la temperatura si porta a +1,8 e la neve bagnata cade a larghe falde.
Tutt'intorno, 100 mt sopra, gli abeti sono bianchi.
Non resisto, non sopporterei un ritorno della pioggia.
Calzamaglia, calzoncini, Kw, guanti,, papalina, scarpette da podismo ai piedi e sù di corsa per la stradina per il rifugio Catinaccio/Gardeccia(1945) e Vaiolet(2245)
Alle 10 parto, se la mia forma fisica non si è molto "deteriorata" dalle precedenti simili esperienze, dovrei ritornare per il pranzo.
I 760 mt di dislivello in salita li facevo normalmente in un' ora.
Grossi fiocchi bagnati ben presto colorano di bianco la nera calza maglia, l'erba a sua volta s'imbianca.
A 1600 mt la stradina è già bianca, i fiocchi sono di una grandezza impressionante:4/5 cm!
A 1800 mt, già 10 cm.
A 1945(rif Gardeccia/Catinaccio) 20 cm!
La neve si infittisce e si assotiglia.
Passati i 2100 è una bufera fittissima, visibilità 150 mt.
Lo spessore cresce a vista d'occhio.
Non sento la fatica, la mia mente come in trance annulla lo sforzo della corsa sul sentiero con pendenza al 20%.
Gli ultimi tornantini in prossimità del Vaiolet sono problematici, non si riesce a tenere gli occhi aperti, e la piccola fessura lasciata aperta dalle ciglia non evita il continuo "bombardamento" agli occhi della fittissima precipitazione.
Al Rifugio(2245mt), dopo un ora e 12 minuti di corsa mi avvicino ai tavolini esterni per misurare con i palmi lo spessore della neve: 35 cm in rapida crescita.
Mi precipito in discesa, la neve spostata dal veloce "mulinello" delle gambe, sollevava "onde" simili a quelle di un catamarano.
Ero letteralmente inebriato da tanta bellezza.
Di passaggio ancora dal rif Gardeccia, la neve era cresciuta di ben 6/7 cm, in 30 minuti!!!
La nevicata sotto i 1900 mt si faceva grandiosa, vere e proprie "palle di Neve" soffici e fitte.
Gli alberi (sorbo degli uccelli, frassino) ancora carichi di foglie, piegavano i rami fino a terra.
Due ore scarse(15 minuti in più dei "bei tempi andati") il ritorno a Ronc, ritrovata con 5 cm di neve e la temperatura a +0,3
Dalle 13 alle 15 una schiarita con sole, riporta la temperatura a +4
Alle 16,50 in auto per raggiungere la postazione internet di Vigo, la nevicata riprende alla grande, grossi fiocchi che in un quarto d'ora imbiancano ancora i prati.
E nevica ancora!!!!
Ancora una volta ringrazio il Buon Dio che regala splendide "perle" a questo vecchio dal cuore di bimbo.
Giorgio
Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
La notte più bella della mia vita.
Quel mattino del 13 agosto 1994 ci svegliammo presto al bivacco Slataper, a mt. 2610, sotto la vetta del Sorapiss(mt. 3205), raggiunta la sera prima.
Le prime luci dell'alba facevano malapena intravvedere le sagome scure delle pareti circostanti.
Subito un occhiata al tempo, qualche stella ancora resisteva al giorno nascente.
Verso SO si notavano delle nubi lenticolari, segno che con l'arrivo di venti da SO in quota, qualcosa si stava preparando.
Dovevamo scendere per circa 1000 mt, per il rif. S.Marco e poi risalire di altri 1500 per raggiungere la nostra meta prefissata per la sera, pernottare sotto la cima dell'Antelao mt. 3268, al bivacco Cosi(il più alto delle dolomiti a mt 3111).
Arrotolati in fretta i sacchi a pelo,e fatta colazione con latte condensato e gallette, rivolgiamo insieme un breve ringraziamento al Padre che ci stava regalando ancora, una meravigliosa giornata da vivere intensamente.
Partimmo quando già il sole nascente illuminava con i primi raggi le vette più alte, regalandoci una meravigliosa "enrosadira"; termine usato in dolomiti per descrivere il bellissimo colore che tinge le rocce di dolomia al primo ed ultimo sole della giornata.
Il tempo man mano si guastava. Alle nubi orografiche che di solito si formano da mezzogiorno in poi per la condensazione dell'aria umida riscaldata dal sole sui versanti esposti con vere e proprie correnti ascensionali, si aggiungevano degli strati da SO poco rassicuranti.
Ma nel complesso si manteneva discreto.
Solo un "patito" di meteo andava annotando, con preoccupazione quei segni premonitori.
Sollecitavo i miei tre compagni a mantenere alta l'andatura per arrivare in anticipo al bivacco.
Per due ragioni: una per trovarlo libero e potervici dormire, seconda per arrivare prima del temuto peggioramento.
I bivacchi sono strutture di alta quota, per alpinisti o escursionisti, sono senza custode.
Consistono in un vano di legno 2 per 3 mt, coperto da lamiera dipinta di rosso.
All'interno in così poco posto, ben 9 "posti letto", ricavati in tre serie da 3 a castello, su tre lati escluso quello della porta.
L'arredo: uno sgabello, 2o3 candele, un badile,
e qualche scatoletta alimentare per le emergenze.
Dopo il rif. S.Marco, saliamo al Galassi, mt 2020.
Il tempo peggiora sensibilmente le nuvi arrivano da tutte le parti, ed in breve si è nella nebbia,
qualche goccia comincia a cadere.
Ci consultiamo, e dopo avere preso una bevanda calda, decidiamo di proseguire per il bivacco più di 1000 mt sopra di noi. Erano le dodici.
Conoscevo l'itinerario, perfettamente descritto da amici che vi erano già stati, non presentava difficoltà alpinistiche, solo una salita faticosissima sui "lastei dell'Antelao".
Così viene chiamata la parete inclinata(lastra), che termina ai 3111 mt del bivacco.
La salita è dura per il dislivello da vincere, non impegnativa dal lato tecnico, infatti gli esperti, "con piede saldo" riescono a percorrerla senza usare le mani per l'equilibrio.
Era come andare di notte, una calma ovattata e scura ci avvolgeva.
Speravo che il tempo non peggiorasse repentinamente, confortato anche dall'assenza del vento, la mancanza di tuoni.
A quota 2700 circa, scrutando verso l'alto, noto un leggero chiarore a sud.Impercettibile, ma indicativo. Man mano il chiarore tendeva dal grigio al rosa. E' fatta, dico ai miei, frà 10 minuti abbiamo il sole!
Dopo essermi preso qualche sorrisino ironico, 100 mt più sù, d'incanto siamo sbucati sopra lo strato di nubi. Una meraviglia!
Le vette circostanti spuntavano dal mare di nubi: Le Marmarole, il Sorapiss, la Croda da Lago, e un pò più a sud il Pelmo, semicoperto dalle nubi più alte provenienti da SO sembrava volersi nascondere ai nostri sguardi indagatori; dovevamo salirlo dopo 2 giorni.
Panorama esaltante!
Guardavo quegli strati scuri che avanzavano velocemente da Sud e pensavo: l'importante è arrivare al bivacco, dopo, peggio è meglio è.
Ebbi la spudoratezza di comunicare il mio pensiero agli altri tre. Non l'avessi mai fatto! Mi coprirono di male parole(scherzose).
Il bivacco è disposto sul versante NNE della bellissima piramide che contraddistingue questa bellissima montagna, proprio sotto quel "bitorzolo" roccioso che solo in prossimità della vetta interrompe la bella geometricità del cono. E' situato, quasi sospeso, incastrato frà un roccione sporgente e la parete principale.
Un nido d'aquila,stupendo!
Lo si vede solo 20/30 mt prima.
Sono le quattro del pomeriggio, lo troveremo vuoto, pensiamo visto il tempo e l'ora.
Un vociare molto nutrito ci dà un panico improvviso.Ben undici ragazzi Polacchi armeggiavano,stipati dentro, con attrezzature alpinistiche e sacchi a pelo.
Posti strettissimi= 9 . Occupanti = 11, e noi?
Quì si fà brutta davvero. Li salutiamo, cerchiamo di farci capire, qualcuno, come me mastica qualche parola di francese, e finalmente dai miei salti di gioia, i miei amici capiscono che sono in procinto di partire, lasciando il bivacco tutto per noi.
Dopo un'oretta riuscimmo ad entrare infreddoliti per l'attesa e ci si sitema.
Io non riuscivo a darmi pace, entravo ed uscivo per controllare il tempo che cambiava continuamente.
Grossi cumuli si stavano avvicinando da tutte le parti, il vento rinforzava da sud, la temperatura era scesa a 5 gradi. Poi una buona schiarita mi fà intravvedere i primi lampi a nord, sulle Tofane e Cortina. Ero eccetatissimo, mentre gli altri tre mangiavano seduti sui loro"loculi", io addentavo qualcosa su una roccia li vicino, come un soldato in vedetta.
Dalle 10 alle 11 lampi e tuoni sempre più vicini, una scorribanda pazzesca di nubi, grossi cumuli sprigionavano bagliori accecanti. Ero come in trance. Stretto nel mio giaccone termico con papalina e cappuccio, avevo solo gli occhi fuori, che roteavano da un lampo all'altro. Un mio conpagno mi portò, quasi di forza, dentro.
Ero intirizzito, la temperatura era scesa a tre gradi, il vento fortissimo, sembrava facesse gemere la montagna.
Appena dentro dissi:Questa notte vedremo la neve!che bello rimanere bloccati per un paio di gg. anche se dobbiamo razionare i viveri.
Rischiai grosso,non mi picchiarono, se non altro per la riconoscenza che provavano in ricordo delle mie previsioni a vista e a breve quasi sempre azzeccate ed utili nelle precedenti esperienze.
Mi scelsi il posto in alto, vicino all'unica piccola finestrella che tassativamente vietai l'oscuramento della persianetta.
A mezzanotte si cominciò a ballare.
Due fulmini, con bagliori accecanti, a distanza di pochi minuti colpirono il bivacco, le lamiere esterne ed i tiranti metallici fecero da parafulmine ottimamente. La struttura teemò violentemente, come colpita dalla clava di un gigante. Qualcuno di noi ebbe veramente paura.
Io non pensavo alla paura, mi sembrava di essere già in Paradiso!
Con la pila puntata nel vetro (passai tutta notte sporgendomi dalla brandina di più di mezzo metro),riuscivo a vedere nel fascio di luce proiettata nell'oscurità, evidenziati i vari tipi di precipitazione:pioggia battente polverizzata dal vento violentissimo,poi un fracasso che copriva quello forte del vento:per 10 minuti la grandine scagliata dalla bufera mitragliava la lamiera esterna.Alle 2 circa, un refolo veloce ed irregolare si staglia nel raggio della mia pila.
Nevica!!! fu l'urlo incontenibile che uscì dalla mia bocca, già spalancata per l'emozione.
I miei amici sobbalzati dalle brande, non capivano la mia gioia ed eccitazione, erano solo preoccupati di tornare sani e salvi.
Per un'ora circa si alternò la neve alla pioggia,alla grandine.Poco dopo le 3 tutto si calmò.La neve non attecchì,sciolta dalla pioggia, solo qualche chiazza e cumuli nelle fessure delle rocce, mista a grandine.
Riuscì a dormire un'oretta.
All'alba tutti in piedi a prepararsi per raggiungere la vetta a 150 mt sopra di noi.
Lasciamo gli zaini e l'attrezzatura pesante al bivacco e su a vedere spuntare il sole in vetta.
Proprio ad est vi era una fessura libera da nubi,la temperatura con il fronte da nord passato, era calata a -2,-3 gradi.
Abbiamo avuto qualche difficoltà a superare un passaggio di secondo grado (semplicissimo in condizioni normali), per il ghiaccio formatosi dal congelamento della neve bagnata.
Bellissime stallatiti di ghiaccio pendevano dalle rocce.
In vetta stupendo!
Verso sud e sud/est,all'orrizzonte in lontananza
si scorgevano ancora i bagliori del temporale, già sul Friuli e Istria.
A nord ed ovest era scuro da strati neri e cirrostrati più alti.
L'aurora tingeva di colori mozzafiato il cielo e le rocce. Il sole appena spuntato nella fessura ad est contrastava con il nero ad ovest.
Un'Enrosadira da sogno! Le crode più alte sembravano tante fiammelle sullo sfondo di un caminetto nero di fuliggine. Ci vorrebbe un pittore od un poeta per descriverlo.
Giù nella valle di S.Vito e Cortina un mare di nubi stupendo arrivava fin quasi a 3000 mt.
L'ombra del "nostro" Antelao disegnava sul soffice tappeto di nubi grigio chiare, sottostanti
un cono d'ombra perfetto, che si andava accentuando man mano che il sole saliva.
La fine del mondo!!!
Non abbiamo potuto fare a meno, tutti e quattro, di inginocchiarsi e lì sulla vetta, dire un bel grazie a Chi ci stava regalando tanto.Scusate se mi sono lasciato prendere la mano, ma non potevo non raccontare, agli amici, la notte più bella della mia vita!
(metereologicamente è ovvio!)
Ciao Giorgio
Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
Grazie Giorgio!!!!!!!
Quei fulmini che ci hanno colpito me le ricordo bene, come il tuo entrare ed uscire dal bivacco.![]()
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