"ha destabilizzato la zona del donbass"...forse dovresti informarti su cosa sta succedendo laggiu',su come i patrioti ucraini hanno preso il potere....la russia cosa deve fare?i nazisti stanno facendo una guerra etnica,uccidono russi in quanto tali....cosa penseresti se l'italia restasse indifferente se in svizzera la maggioranza tedesca prendesse il potere con un colpo di stato e sterminasse gli italiani del canton ticino?...
il regime ucraino uccide i russi nel donbass....ti pare poco? e stiamo parlando di eccidi che avvengono praticamente sul confine....ma nonostante questo la russia non e' scesa in guerra contro l'ucraina...si limita a dare armi(ma nno ci sono prove) e forse qualche volontario...non capisco cosa dovrebbe fare secondo te putin,secondo me fa anche poco...
Sì, va beh. Heil Adolf.![]()
ma tu guarda...
I servizi segreti francesi accusano gli Stati Uniti: "Menzogne sull'Ucraina" - IlGiornale.it
I servizi segreti francesi accusano gli Stati Uniti: "Menzogne sull'Ucraina"
Di fronte alla camera bassa del parlamento francese, il generale Gomart punta il dito contro i servizi americani: "Pesano troppo all'interno della Nato"
Il generale francese Christophe Gomart, a capo della Direction du Renseignement Militaire, ovvero i servizi segreti francesi, ha lasciato tutti di stucco quando, di fronte alla camera bassa del parlamento francese, ha pronunciato queste parole: "Il vero problema all'interno della Nato è che l'intelligence Usa è predominante, a differenza della francese.
La Nato ha infatti annunciato falsamente che i russi avrebbero invaso l'Ucraina, mentre, secondo le informazioni del Drm (servizi segreti francesi) non vi era alcuna evidenza a sostegno di questa ipotesi".
E sulla questione ucraina il Generale non ha usato mezzi termini: "Dalle nostre osservazioni era chiaro che i russi non avevano mai dispiegato alcun comando o logistica - compresi ad esempio ospedali da campo -, come nessun battaglione di movimento, tali da poter prendere in considerazione un inizio di invasione militare. La realtà dei fatti ha dimostrato che avevamo ragione. Se poi dei soldati russi sono stati effettivamente visti al di là del confine ucraino è stato più che altro uno stratagemma per far pressione sul presidente ucraino Poroshenko che un tentativo di invasione".
Come Don Chisciotte - JE SUIS KALASHINKOV. I DELITTI POLITICI IN UNA KIEV SEMPE PIU' NAZISTA
DI PINO CABRAS
megachip.globalist.it
Europa, abbiamo un problema. Tre dissidenti uccisi in casa negli ultimi giorni, in aggiunta a una lista sempre più lunga. Ucraina, cuore nero dell'Europa
In Ucraina i nazisti danno una caccia spietata e assassina agli oppositori più eminenti, con un una cadenza sempre più intensa. Appena nelle ultime 72 ore sono tre le personalità uccise in agguati ben organizzati, vere esecuzioni, con un messaggio inequivocabile: vi ammazziamo casa per casa.
Nomi pesanti: Oles Buzina, un giornalista molto noto, assai efficace in televisione, ucciso davanti a casa dopo mesi di minacce; Oleg Kalashnikov, un ex deputato, freddato sull'uscio; Sergej Sukhobok, un altro operatore dell'informazione che gestiva un sito e un giornale indipendenti. Tutti personaggi troppo fastidiosi per il regime di Kiev nel suo momento più delicato.
Il giornalismo occidentale non si è ancora accorto che siamo di fronte a una svolta politica drammatica. Il blocco di potere ucraino vuole risolvere le sue enormi difficoltà eliminando fisicamente le voci contrarie perché troppo pericolose in questa fase. Il regime non vuole permettersi nessun contropotere che gli possa far pagare il prezzo dei suoi gravi insuccessi militari e finanziari, né vuole che maturino vie alternative alla crisi permanente delle istituzioni ucraine. Ha in mano uno Stato indebolito, predato da appetiti locali, atlantici e polacchi, incapace di chiudere il cerchio della divisione etnica che esso stesso ha fomentato, privo di risorse che assicurino un futuro credibile a una qualsiasi azione di governo, già nei prossimi mesi.
In questo quadro esplode del tutto apertamente il nazismo, cioè quel che le istituzioni europee, i governi, il giornalismo occidentale, la maggior parte dei politici e degli intellettuali, tappandosi occhi e orecchie e forse anche il naso, non avevano voluto percepire come elemento costitutivo dell'indigesto pasticcio ucraino. Oggi non ci sono più scuse, nel momento che i dirigenti ucraini fanno a gara per esprimere dichiarazioni di giubilo e commenti del tipo "se lo è meritato" (come riferisce oggi la Repubblica a pag. 19).
Eppure i segnali c'erano tutti, sin dal momento in cui le proteste di Euromajdan sono state totalmente egemonizzate in funzione di un colpo di Stato che ha rovesciato un governo regolarmente eletto, mentre alla guida degli apparati repressivi si insediavano esponenti di partiti nazisti. Le testate occidentali minimizzavano: "i nazisti-nazisti prendono pochi voti", dicevano. E a molti ciò sembrava una garanzia sufficiente. Non avevano voluto capire che quella minoranza determinata era l'ingrediente fondamentale del nuovo regime: nella polizia, nei servizi segreti, negli unici reparti delle forze armate non soggetti a diserzioni di massa e pertanto lasciati liberi di compiere massacri e crimini di guerra, da Odessa al Donbass, sotto l'occhio benevolo degli addestratori NATO.
Tutta l'ideologia ufficiale del nuovo regime è stata conformata a una dose crescente di valori e metodi nazisti, in modo inesorabile, con la copertura decisiva degli USA e l'acquiescenza codarda degli europei.
Non è un caso che ora gli assassini nazisti lavorino di più. Si sta infatti avvicinando il 70° anniversario della sconfitta del nazismo durante la Seconda guerra mondiale, e le solenni celebrazioni previste avrebbero messo comunque a nudo la loro natura. In una situazione normale non ci sarebbe posto per i nazisti e nessuna narrazione potrebbe assegnare loro un ruolo compatibile con l'Europa post-1945.
Perciò hanno dapprima forzato ogni forma di revisionismo storico ufficiale, elevando le castronerie nazistoidi a nuova verità di Stato (il premier Yatsenyuk dichiara alla tv tedesca che «l'Unione Sovietica invase Ucraina e Germania durante la seconda guerra mondiale. Dobbiamo evitare che si ripeta»), poi hannoinserito il revisionismo come premessa della nuova legislazione che mette fuori legge il partito comunista, infine hanno moltiplicato le relazioni incrociate con il nuovo "cuore nero" dell'Europa, che batte sul Baltico, dove si cumulano i revanscismi e le ambizioni territoriali della Polonia, le sfilate di nazisti in Estonia e Lettonia, l'espansione delle attività permanenti della NATO a un passo dalla Russia e fin dentro l'Ucraina stessa.
Si tratta di una miscela politica pericolosissima - pronta a espandersi in un territorio vasto e composito in seno all'Europa - e inevitabilmente portata a generarefortissime opposizioni e profonde revisioni della postura nucleare di Mosca. A Kiev non basta più la sfilza di strani suicidi e incidenti che hanno eliminato dalla scena sette politici di opposizione solo da gennaio in qua, cui si aggiungono almeno altri otto dissidenti eliminati. Non basta più uccidere tanti giornalisti, chiudere canali televisivi, ritirare in massa gli accrediti giornalistici ai "filo-russi".
Ora si gioca a carte più scoperte, si uccide con un messaggio. I giornalisti sono nel mirino, proprio nel momento in cui i nazisti stanno migliorando le loro carriere, ormai azionisti di riferimento di quella nuova forma di Europa non più antinazista tanto cara alla sottosegretaria USA Victoria Nuland. Nessun quotidiano italiano oggi racconta questa mattanza in prima pagina, e questo "sopire e troncare" ci consente di misurare il diverso peso che invece fu dato alle pallottole che colpirono la redazione di Charlie Hebdo a Parigi e l'agnello sacrificale Boris Nemtsov a Mosca.
Lo scandalo trova posto solo a pagina 19, dove finalmente riescono a disgustarsi per le dichiarazioni di Anton Gerashenko, consigliere del ministro dell'interno ucraino, che sul suo sito fa scrivere di Buzina: «bersaglio annichilito». Lo stesso sito che tre giorni fa pubblicava una lista di proscrizione con gli indirizzi dei dissidenti, compresi gli ultimi tre "bersagli annichiliti", incluso Oleg Kalashnikov.
Certo, suonerebbe strano dire "Je suis Kalashnikov". Ma suona strano anche dire soltanto "Je suis Charlie", o "Je suis Nemtsov", e fermarsi lì, dove in troppi si fermano. Tra l'altro, nella mattanza di Kiev, i delitti politici sono molto più leggibili, abbastanza da togliere alibi a quei larghi settori delle élites occidentali che si sono fin qui schierate (tranne significative e lodevoli eccezioni, specie in Germania) con il buco nero neonazista di Kiev.
Pino Cabras
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