C'è da dire che in un mercato normale l'antitrust esiste e funzione. E mi pare che, più o meno ufficialmente, persino la nostra si sia già espressa al riguardo.
Qui però non si parla di mercato, ma di un misto di paraculaggio/sciacallaggio politico della peggior specie.
Rigorosa in c... pardo, a danno, del contribuente.
Beh... A posteriori almeno ha portato in cassa un sacco di soldi (cosa che per le altre mediamente non è successo).
Certo... Avessero separato rete e gestione, come ad esempio fatto in ambito elettrico...
Ci sono stati sicuramente degli errori (anche gravi), ma che per fortuna non inficiano l'impianto base della disciplina previdenziale. Che magari fosse stata così fin dall'inizio... O per caso stiamo rimpiangendo i tempi in cui si poteva versare 100 e ricevere mediamente di pensione 150? O le promozioni dell'ultimo anno, pubbliche e non, per avere assegni previdenziali molto più alti guarda caso dall'anno successivo? O la vergogna delle pensioni baby?
Oppure vogliamo dire che l'aumento dell'aspettativa di vita non deve impattare sull'età del pensionamento? Perchè magari fosse...![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Il dato che chiedevo era una domanda retorica in quanto lo conoscevo perfettamente.
La spesa corrente al netto degli interessi (in percentuale di PIL) passa dal 31.8% del '70, al 36.9% dell'80, al 43.2% del '90, al 41% del 2000, al 46.7% del 2010.
Interessanti sono la dinamica fino al '90 e poi quella a seguire.
Dinamica che fa crollare una sarabanda di luoghi comuni su argomenti vietati dal manifesto...![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Non ho detto che tali servizi siano chiusi ai privati, dico che pur operando privati in tali settori, non operano affatto in un regime di libero scambio, perché comunque il cittadino che volesse usufruire dei servizi offerti da un fondo pensione privato o di una scuola privata dovrà comunque pagare con i contributi pensionistici o con le imposte rispettivamente anche il servizio offerto dal pubblico.
Manca quindi il requisito fondamentale per avere un mercato concorrenziale in tali settori, cioè la non obbligatorietà dello scambio. E in conseguenza di ciò il fatto che ci siano comunque privati a operare in questi settori non cambia molto (infatti guarda caso si rivolgono quasi tutti a un pubblico di elitè: il perché è brillantemente spiegato in questo articolo Perché i servizi del settore privato sembrano costare di più - Ludwig von Mises Italia).
Io guarda che non dico mica che i servizi come istruzione, pensioni, televisione pubblica, ecc. non debbano essere offerti dal pubblico, dico semplicemente che non ci dovrebbe essere l'obbligo, la coercizione di pagare tali servizi per tutti, quello che io trovo sbagliato non è la gestione statale in se ma la gestione statale in un regime di monopolio garantito dalla coercizione.
Ma tu pensi davvero che automaticamente un settore privatizzato sia un settore lasciato al mercato?![]()
Se un settore viene privatizzato ma la politica ne mantiene comunque il controllo indiretto come è stato per Alitalia (visto che la questione dell'accordo con Etihad non mi sembra sia stata portata avanti da privati) la privatizzazione è una farsa perché il settore rimane comunque strettamente vincolato da barriere legali all'entrata e appoggi politici di vario tipo.
Ergo non c'è concorrenza e il settore è privato ma non liberalizzato (che sono due cose decisamente diverse...le privatizzazioni fatte negli anni '90 in Italia in gran parte non sono state accompagnate da liberalizzazioni del settore, e i risultati sono evidenti).
Ah poi magari parliamo dei grandissimi numeri che aveva Alitalia quando era interamente pubblica, del perché nel 2006, alla vigilia dei primi tentativi di privatizzazione, aveva una perdita di esercizio (finanziata indovina da chi) pari a 160 milioni di euro e un indebitamento netto di 830 milioni di euro.
Boh intanto io qualche dato lo posto...sto ancora aspettando invece dati che mi mostrino lo smantellamento dei servizi pubblici in atto da 50 anni e che continuo a non vedere (se mai invece, come scritto, vedo l'inevitabile crisi di un insieme di servizi finanziariamente insostenibili).
Sulla Thatcher: cpsa c'entra esattamente cosa penso io di lei e del suo decennio di governo in Gran Bretagna (e non nel mondo, giacchè non si capisce perché secondo il tuo ragionamento un governatore inglese dovrebbe cambiare il mondo quando il suo potere è limitato alla nazione che governa...ma tant'è)? Io ho usato l'espressione thatcheriano come termini di paragone, in quanto unico governo che abbia attuato politiche veramente liberiste, e l'ho usato per dire che in Italia queste politiche non si sono mai manco lontanamente viste. Non confondiamo le opinioni con i dati oggettivi, altrimenti non se ne esce.
Questione INPS e debito pubblico. Che un sistema pensionistico a ripartizione generi debito pubblico con il passare del tempo, se la popolazione è in progressivo invecchiamento, non lo dico io ma la matematica. Tramite il sistema pensionistico a ripartizione chi andava in pensione prendeva un ammontare maggiore dei contributi versati (dico prendeva ma potrei usare il presente perché molte delle attuali pensioni sono ancora erogate in tale regime), in quanto l'ammontare era pari circa agli ultimi contributi versati, che sono sempre quelli più alti della carriera lavorativa (quando si ha 55-60 anni si ha uno stipendio più alto che a 25-30-40 anni).
Finchè la popolazione del Paese è sostanzialmente giovane il sistema pensionistico a ripartizione può comunque riuscire a mantenersi, se la popolazione complessivamente invecchia - a meno che la matematica non sia un opinione - il sistema progressivamente mostra la sua insostenibilità.
La Fornero si è trovata a dover gestire una situazione che sarebbe benissimo potuta risolversi in precedenza, se non fosse per i continui rinvii a scopo elettorale della soluzione al problema. La sua riforma ha semplicemente preso atto dell'insostenibilità del sistema precedente e ne ha consegnato uno nuovo che è quantomeno sostenibile nel lungo periodo. Qual è il problema? Il problema è che per via dei soliti diritti acquisiti col sedere degli altri e sulla pelle delle giovani generazioni, si
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Completo il post precedente visto che dovevo scappare a pranzo. Il problema è che per mantenere diritti acquisiti e intoccabili sulla pelle delle giovani generazioni non si sono ricalcolate le pensioni di chi c'era andato col sistema a ripartizione con il nuovo sistema a capitalizzazione. Cioè oggi abbiamo pensionati che sono andati in pensione versando 200 e pigliandosi 250 complessivi e che nonostante la riforma continuano a beccarseli, e al contempo abbiamo nuovi pensionati (o meglio persone che andranno in pensione a breve) che hanno versato 200 e si beccano 200. Questo si è stato un errore, non la riforma in sé che invece è stata financo troppo tardiva.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Riepiloghiamo un attimo gli estremi della questione.
Sono millenni che l'uomo risponde alla pressione dell'ambiente associandosi in comunità, più o meno articolate, organizzate secondo regole più o meno condivise.
Nell'ambito di queste comunità, si è sviluppato molto presto il principio che il gruppo deve anche sopperire, in un modo o nell'altro, alle necessità dei più deboli o meno adatti all'ambiente circostante.
In nuce, questo è il concetto di "stato", ovvero individui riuniti in una comunità regolata, che agisce per il bene di tutti.
Riportato a oggi, lo stato sociale ha (avrebbe) la funzione di regolare i rapporti fra gli individui, tutelando i diritti di tutti e sostenendo i più deboli.
Per fare ciò, deve avere dei fondi, ovvero raccogliere, da tutti gli appartenenti alla comunità, i soldi necessari a svolgere questo compito.
Questo nell'interesse di tutti. Nel senso che, se ci sono persone al di sotto del minimo di sopravvivenza, posto che non possono nè essere abbattute nè essere espulse, per la sicurezza di tutti è meglio, conviene, soccorrerle anche economicamente.
Esemplifico: un fancazzista nullatenente malato è comunque un pericolo per gli altri, e ce lo dobbiamo puppare e curare, volenti o nolenti, prima che diffonda il contagio.
Oppure, si abbia il coraggio di dire "homo homini lupus" e lo si butti giù dalla Rupe Tarpea prima che faccia danni.
Questo è un principio che era già stato capito nelle comunità antiche, con forme "statali" molto meno strutturate di quelle odierne.
Nell'antica Roma, l'evergetismo dei patrizi in un modo o nell'altro teneva a bada una massa di diseredati che altrimenti, lo sapevano bene, poteva divenire un pericoloso serbatoio di rivoltosi, strumentalizzabili dai nemici politici.
Nel Medioevo, la medesima funzione è stata assunta dalle strutture della Chiesa, che gestiva ospedali, ospizi e mense dei poveri, finanziate con i soldi di tutti i buoni cristiani che volevano salvarsi l'anima dopo morti, e la pelle da vivi, ovvero preferivano che il numero dei morti di fame pronti a prenderli per il collo fosse il minimo possibile.
So che sembra non giusto, e nemmeno a me proprioproprio piace... però il dato di fatto è questo.
Nelle culture umane, la selezione naturale del meno produttivo è vista come "non adeguata".
Quindi, tornando al punto di partenza:
Se si potesse scegliere di contribuire allo stato o meno, molto probabilmente, tutti quelli che hanno i soldi sceglierebbero servizi privati, mentre rimarrebbero quelli che non hanno soldi, e quindi non sono in grado di contribuire.
Di questi, molti finirebbero per cedere e autoestinguersi; ma molti, probabilmente, lotterebbero per prendere ai "ricchi" ciò che i ricchi hanno deciso di tenere per loro, anziché redistribuire.
La redistribuzione, e i meccanismi attraverso cui attuarla, è sempre stata uno degli elementi cruciali nell'equilibrio e nella stabilità delle società umane.
Quando si è inceppata, il sistema in genere è poi saltato. Questo mostra la storia...
Anche qui, comunque si tiri la coperta, i conti sono gli stessi.
Aumentiamo l'età pensionabile, e così non si liberano posti di lavoro.
Oppure, riduciamo le pensioni degli anziani, che sono di fatto pagate con i contributi dei giovani.
Però a quel punto i giovani si trovano, come nelle società preindustriali, ad accollarsi personalmente anche il mantenimento dei propri anziani, dal vitto e alloggio sino alle spese mediche.
Il problema non sono le pensioni in sé, ma un'ampia fetta di pensioni "fuori mercato", che vanno di pari passo con stipendi anche attuali "fuori mercato" che si trovano nell'ambito di chi governa lo stato.
Persino per i pensionati-baby, la frittata fatta ai tempi è difficilmente recuperabile: che fai, gli tagli i viveri? restituire il maltolto? li reinserisci nel lavoro a guadagnare quanto devono indietro allo stato e ai giovani?
Purtroppo, molte belle teorie devono fare i conti con la realtà...
3 semplici osservazioni:
1) Che ci siano servizi pubblici va bene. Che lo stato intermedi metà del PIL no
2) La cd staffetta generazionale é largamente un mito
3) Puoi benissimo ricalcolore con il contributivo tutte le pensioni introducendo una soglia sotto alla quale non si può tagliare (per esempio 1500€)
vero Massimo, ma è proprio questo il nocciolo del problema
possiamo privatizzare pure l'aria, ma se si fanno le cose a "coda di gatto" (come ci piace fare) stiamo sempre al punto di partenza
il fattore centrale non è se esiste il pubblico o tutto è privato, sono falsi problemi
mettiamoci pure, tanto per non farci mancare nulla, una tassazione proibitiva su cittadini e imprese e la frittata è fatta
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
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