Ma la democrazia sì, e le persone si possono sentire prese in giro anche a lunghissima distanza temporale Anche se, a dire il vero, almeno a Trento e Trieste hanno risparmiato plebisciti di facciata (che erano comuni a tutti gli stati ottocenteschi ed anche a molti novecenteschi, beninteso, non è un problema solo italiano).
Purtroppo la radice di tutto è anche come è nata l'Italia. La Prussia conquistò di fatto il resto della Germania, ma cooptando (anche se con la forza) i precedenti stati, rispettando in toto la loro autonomia a livelli per noi incomprensibili (es. i re di Baviera non furono mai detronizzati!) e riconoscendo che il Reich fosse un nuovo stato diverso dalla vecchia Prussia.
La Sardegna (alias Piemonte) invece no: l'annessione fu fatta senza nessuna concessione e sul modello francese (unificando quindi qualunque cosa, dalle casse dei vari regni, alle leggi, ai sistemi amministrativi ecc.) e, anche se cambiarono sia il nome del regno (da Sardegna a Italia) sia più tardi la capitale, il re non cambiò nemmeno il proprio numerale che rimase II, a rimarcare quella che era una semplice annessione al vecchio regno.
Spinte dal basso ci sono sempre state, ma fino alla repubblica non hanno mai trovato molto spazio in alto. Il regionalismo ci ha messo un bel tampone, ma oggi sono evidenti tutti i suoi limiti, non ultima la diversità di trattamento che in regioni come il Veneto (stretto tra due regioni a statuto speciale, oltre che "menomato" di province dopo il 1866/1947) fa esplodere tutte le contraddizioni di un sistema ormai datato. E che per di più ha quasi 20 risultati diversi su 20 regioni, rendendo anche difficile estrapolarne una "regola" comune.
Ma davvero dobbiamo continuare nell'illusoria convinzione che tutti i territori debbano avere lo stesso governo? A mio parere no, non necessariamente: un percorso differenziato potrebbe anche essere una buona soluzione. Per quanto, come ho già detto, io rimanga legato al modello tedesco, dove tutti sono autonomi e le differenze sono minime; considero valido anche un modello britannico, dove una grossa parte del paese è (col suo pieno consenso) direttamente sotto il governo centrale, mentre altre zone hanno diversi gradi di autonomia ed autogoverno. Non vedrei insomma male nemmeno l'opzione, purché abbia il necessario consenso, di abolire alcune regioni e di renderne autonome altre.
Prendendo la palla al balzo da @paxo, aggiungo comunque che secondo me l'autonomia farebbe bene anche al Sud. Perdonate il paragone banale, ma è come andare in bici: se si va con le rotelle fino a 30 anni, c'è poco da fare; se si tolgono le rotelle, qualche caduta è inevitabile, ma alla fine si procede da soli senza più bisogno d'aiuto.
uhm, ti direi di si, ma...
cosa accadrebbe se una regione andasse in default perché amministrata malamente? La Sicilia, già lo è adesso male amministrata
dobbiamo valutare attentamente come far evolvere la nostra Nazione. Immaginiamo di fare uno stato federale: come ci dovremmo regolare nel caso di cui sopra? Questo è il punto
tutti mi risponderanno: saranno affari suoi
temo che la situazione possa lentamente sfociare in una Balcanizzazione dell'Italia (lo so, la faccio drammatica)
dare autonomia amministrativa / fiscale, secondo me, non significa automaticamente responsabilizzare le regioni
io sarei, paradossalmente, più per il controllo centralizzato e prussiano dello Stato. Le autonomie locali non si sono dimostrate all'altezza proprio perché si sentono sicure con il paracadute dello Stato Centrale che copre gli ammanchi.
è una questione che mi fa molto pensare, vedo ombre e luci
you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen
Scusa, però non è che io veneto rallento perchè c'è un'altra Regione che è incapace di amministrarsi. La Sicilia ha l'autonomia più forte di tutti ed è messa malissimo. Se lo stato centrale italiano fosse intelligente gli avrebbe già tirato via tutta quell'autonomia e l'avrebbe data ad altre Regioni più capaci che pagherebbero oro per avere anche metà di quell'autonomia. Invece cosa succede...noi da quando siamo stati annessi allo stato italiano pochissima autonomia e ad altri troppa, anche a chi non se la merita.
Presumo sia anche complesso tirare via un'autonomia così forte come quella siciliana, ma ci deve essere un limite anche là ad un certo punto.
Quindi altro che stato centralizzato, questo porta ad avere ancora più rancore e ad ambire ad autonomie sempre più spinte per quanto mi riguarda.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Non ho mai compreso neanch'io come mai uno stato come quello italiano si sia dovuto rifare ad un modello centralista, per noi ignobile, come quello francese.
C'è distanza fra Pisa e Livorno e vogliamo uno stato centrale? 160 anni fa dovevamo dar più retta a quel poveretto di Carlo Cattaneo altroché!
La natura costitutiva della civiltà e società italica, termine più storico antico e d'età romana più che moderno, è basata sulla città e i loro contadi, così con Roma, coi vescovi e poi i comuni e le signorie e le piccole monarchie. Poi dopo Napoleone sono arrivati gli inglesi e nella generale economia di un mondo immenso, erano meglio stati centralizzati e con referenti unici. Poi i nazionalismi e le società di massa, poi il consumo ed il mondo globalizzato e la riscoperta delle realtà regionali.
Le euroregioni sono una visione politica più ancora che accordi bilaterali fra nazioni UE confinanti ed hanno la ambiziosa intenzione di favorire ulteriormente le economie sane e favorirle evitando prevaricazioni da privati esterni maggiormente competitivi e lesivi di realtà più piccole o grandi a seconda.
@nevearoma, Lorenzo, abbiate misura delle vostre esperienze qui, che l'incastro di fatti è più complesso e porta a conclusioni meno ovvie.
Anche sulla vicenda Trentino, sì è in parte vero che sono stati dei disgraziati con crescenti complessi di inferiorità specie dagli anni 90 col neoliberismo totale post blocco, ma è anche da riconoscere la forte passione della minoranza Welschtiroler nel Tirolo storico, la compagnia paramilitare degli Schützen trentini è la più attiva e col numero di iscritti più alto di tutti e 4 i Tiroli!
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Vero, tuttavia (dati 2016) Trento e Bolzano sono sostanzialmente in pari, ovvero non danno né costano nulla all'Italia. Anzi, se Trento qualcosina costa, il Sudtirolo rispetto alla sua modesta popolazione qualche soldino lo manda:
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