Il record di morti spetta al 1956 dal Dopoguerra, anche se probabilmente il 2020 prenderà quel record. Nel 1956 tutto l'eccesso si concentrò nel mese di Febbraio.
Probabilmente oggi però gli effetti sarebbero nettamente minori, visto che viviamo in case riscaldate per bene.
Il 2017 e il 2015 videro due stagioni influenzali particolarmente virulente inoltre, non bisogna sottovalutare questo fattore.
Litiga con la moglie e cammina 450 km per smaltire la rabbia. Da Como viene trovato a Fano | L'HuffPost
La dimostrazione pratica che anche se sfori la zona rossa di...ehm...450 km la polizia ti becca solo casualmente
Ovviamente, anche se la ragione per cui ha evaso la zona rossa per me è assolutamente condivisibile e ragionataincludendola tra le necessità di salute, gli hanno fatto una multa tosta e salata
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Guarda, non trovo dati per il 1985 e il 1956 ma nel 2012 sono morte 57 persone, per l'ondata di caldo del 2003 (ok, più duratura senza dubbio) ne sono morte almeno 4000 ma l'eccesso di mortalità rispetto agli anni precedenti è stato di 18.000
Comunque meglio non parlarne qui![]()
Si, nel mondo di oggi si morirebbe di meno di freddo che non di caldo. Non abbiamo tutti i condizionatori nelle case.
Diciamo che storicamente meglio il caldo che non il freddo, ma nell'attuale periodo storico di sicuro è peggio il primo contro cui non tutti abbiamo difese nelle nostre case.
Ragazzi miei, ve lo dico con il sorriso ma ne sono seriamente preoccupato, state diventando una generazione di pantofolai.
Sarà che sono cresciuto in campagna negli anni 70 ma stare fuori di casa, un’ora e mezzo, d’inverno, era una punizione.
Perché normalmente ci stavi almeno 3 ore!
In estate almeno 8...![]()
PelatodiMtimangioilcuore
Peserei però queste parole, perchè la depressione, quella seria, è qualcosa di terribile, e non è la semplice ansia o preoccupazione negativa o il peso della vita che possiamo sentire per un periodo negativo.
Così come anche eviterei di parlare di "morti di fame", perchè è un tema delicato.
Limitiamoci a parlare di generici problemi economici e psicologici.
La questione sci è complessa: in Austria e Germania sono bastate due settimane di attività alpine tra fine Febbraio e metà Marzo perchè l'epidemia passasse da 0 a centinaia di migliaia di casi in un mese.
Oggi abbiamo vari protocolli, ma questi non preverranno mai del tutto la diffusione tramite aerosol, che è tanto più alta quanto più affollato è un posto: bar, ristoranti, cabine piene.
Inoltre a differenza che nel Marzo scorso abbiamo già decine di migliaia di ricoverati e 3500 posti in TI già occupati. Una ripartenza anche soft sarebbe pesante visto che partiamo da una base molto alta, e proprio nelle regioni in cui si trovano le Alpi.
L'unica soluzione è limitare i flussi a meno della metà, seguire i protocolli rigidamente, e magari consentire l'afflusso libero a chiunque certifichi di aver contratto il virus ed esserne guarito (ormai non sono affatto pochi, parliamo del 10% almeno già solo in Nord Italia), o che testimoni di avere anticorpi IgG.
Basterebbe questo, e la stagione invernale potrebbe partire in tranquillità e anche se con meno introiti si potrebbe vivere.
Beh, non dipende nemmeno tanto dalle persone; se lavori 8 ore in ufficio (o in qualsiasi altro luogo, magari anche più dii 8 ore) una volta tornato a casa vorresti solo riposare probabilmente, e anche se non vorresti a dicembre è già buio
Ovviamente le abitudini sono cambiate ma non sempre si può scegliere di passare le giornate all'aperto.
Comunque, l'UE raccomanda caldamente di evitare le messe di Natale e noi probabilmente siamo uno dei pochi Paesi i cui rappresentanti politici inveiscono a caso pur di raccattare consensi. Magari sono pure gli stessi per cui le piste sono il demonio, ma guai rinunciare alla messa di Natale...«Stop alle messe di Natale»: la proposta Ue per evitare gli assembramenti. Cei: «Seguiranno le regole anti-Covid»- Corriere.it
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