Quel limite lo stiamo raggiungendo anche qua, nel senso che siamo ormai a una situazione di equilibrio tra domanda vaccinale (prenotazioni) e offerta (dosi) e se il piatto della bilancia tenderà a sbilanciarsi lo farà su quello dell'offerta. Mi hanno abbastanza impressionato le dichiarazioni di Walter Ricciardi, sul fatto che nei prossimi mesi Covid-19 sia destinato a diventare sempre più un problema di "vulnerabilità individuale" che è il segnale che ormai anche coloro che più si sono spesi per la strategia della mitigazione generalizzata stanno cambiando prospettiva, passando a: "Garantendo la vaccinazione a tutti coloro che la richiedono, sforzandosi perché tutti siano informati e cercando di mantenere la circolazione virale bassa, a un certo punto se ti ammali sono cazzi tuoi e di tutti quelli come te che non si vogliono vaccinare".
Semplicemente l'Australia è un paese imparagonabile all'Italia e che per ragioni geografiche sue ha quasi zero casi e pertanto può permettersi di attuare politiche di isolamento a livello micro.
È come paragonare l'Islanda con la Germania. La densità interna è abbastanza irrilevante, fermo restando comunque che tra Milano e Monaco c'è più traffico che fra Sydney e Melbourne e che la popolazione australiana è comunque distribuita in pochi centri ben distanziati il che rende più difficile la diffusione dei focolai dall'uno all'altro.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
E che per quanto i redditi australiani siano alti spostarsi da Melbourne a Sydney, ma anche solo da Melbourne ad Adelaide o da Sydney a Brisbane costa parecchio di più che farlo tra Monaco e Milano o tra Milano e Torino o Verona. Non a caso il paese, tra quelli dell'Europa-continente che è riuscito a mettere in atto una strategia diversa ma non troppo distante da quella australiana è la Norvegia. In Italia, Germania e Francia l'unico modo di attuare una strategia soppressiva è fare dei lockdown nazionali di alcune settimane... oppure adottare il metodo coreano, ma la vedo dura... su quello cinese ho le idee abbastanza chiare, se mi devono costringere a scegliere tra Xi e Bolsolaro scelgo il secondo poi vado a cacciarmi due dita in gola...
Norvegia e Finlandia, che infatti hanno i confini pressoché chiusi da mesi e mesi. Ma loro possono, l'Italia no.
Tra l'altro aggiungo che l'Australia non è nemmeno poi necessariamente quest'esempio così luminoso anche per un paese che potesse seguire la sua strategia. Appena hanno avuto un focolaio un po' più grosso gli è sfuggito di mano come altrove, vedasi Melbourne l'estate scorsa.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
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